IL MATRIMONIO NEL TERZO MILLENIO
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GENNAIO 2023

  CHE COS’È LA CRIMINALITÀ GIOVANILE E COME CONTRASTARLA  

La criminalità giovanile rientra tra le problematiche che destano maggiore preoccupazione a livello sociale. I dati nazionali confermano una situazione che si avvicina pericolosamente ad una vera e propria emergenza. Purtroppo bisogna aggiungere che nel nostro Paese l’escalation è più grave che in altri. I delinquenti italiani minorenni aumenta-

no a dismisura; a confermarlo sono i servizi sociali che vedono crescere giorno dopo giorno il numero di ragazzi in carico.

Delinquenza giovanile: analisi del fenomeno

Introduciamo l’argomento con un dato di fatto che in parte spiega l’escalation di violenza che vede protagonisti gli adolescenti: i modelli aggressivi forniti dagli adulti, ripresi continuamente da telegiornali, fiction, film e serie televisive, hanno drasticamente abbassato il livello di percezione dell’illecito nei giovani.

Se a ciò aggiungiamo la dilagante insoddisfazione della società e la banalizzazione dei disagi emotivi è facile comprendere le motivazioni per le quali il fenomeno si è diffuso a macchia d’olio nella società, sia in quella più disagiata e problematica che in quella benestante.

La delinquenza minorile è un fenomeno che si sviluppa sul concetto di devianza, ovvero sull’insieme dei comportamenti che si allontanano dalle norme sociali, violandole senza ritegno, e che esprimono il bisogno di trasgredire per assumere un’identità all’interno della società.

Le espressioni attraverso le quali si manifesta la criminalità giovanile sono innumerevoli: tra le più frequenti troviamo furti, scippi, rapine, estorsioni, atti di vandalismo, violenza contro le persone, spaccio e uso di sostanze stupefacenti. Nei casi peggiori si arriva anche all’omicidio.

Le cause

Numerosi sono gli studi che nel corso del tempo hanno analizzato i dati statistici e le dinamiche dei reati per arrivare a identificare le cause che conducono i giovani a commettere atti criminosi. Si parte dall’intenzione di emulare i crimini commessi dagli adulti per arrivare al desiderio di andare contro le regole. Una delle cause più frequenti che spingono i ragazzi a commettere reati è legata alle difficoltà economiche familiari, ovvero a status di povertà che limitano e talvolta isolano ed emarginano.

Rimanendo in tema di emarginazione possiamo affermare che coloro i quali vivono in aree periferiche svantaggiate o appartengono a minoranze etniche sono più portati a diventare piccoli delinquenti, a causa della difficoltà ad essere accettati dalla società.

La causa principale per la quale si registra un crescente disagio generazionale, e di conseguenza un aumento della criminalità, è identificabile in situazioni familiari problematiche, nelle quali si verificano eventi traumatici quali divorzi, separazioni, lutti e abusi.

In linea generale la famiglia rappresenta la principale incubatrice di futuri baby criminali; la disattenzione dei genitori, distratti da mille impegni quotidiani, un controllo asfissiante e troppo serrato, un permissivismo eccessivo, possono provocare reazioni violente e di ribellione, all’interno dell’ambiente domestico o all’esterno.

Le baby gang

Gl

i adolescenti tendono per propensione naturale e spontanea ad aggregarsi con coetanei accomunati da caratteristiche simili: età, scuola, attività ricreative, interessi ecc.

L’adolescenza è notoriamente un momento delicato, che può diventare difficile in pres

enza di particolari condizioni familiari e/o personali.

Può capitare che l’esigenza di sentirsi parte di un gruppo, rafforzata dalla necessità di affermarsi ed essere accettati in un modo o nell’altro a livello sociale induca l’adolescente ad identificare il proprio gruppo dei pari in aggregazioni di giovani criminali. É così che si formano le baby gang, i cui componenti sono accomunati dal desiderio di essere rispettati dalla società, di trasgredire e di sentirsi invincibili.

Oggi purtroppo il fenomeno è in forte aumento; tra i fatti di cronaca si sente sempre più spesso parlare di reati compiuti da gruppi di ragazzini, giovanissimi, che si uniscono con l’obiettivo di seminare violenza e terrore, tra i propri coetanei e tra gli adulti.

Si tratta di gruppi ben organizzati, strutturati gerarchicamente e regolamentati da precise regole di condotta.

I componenti sono prevalentemente soggetti problematici, provenienti da contesti e situazioni sociali disagiati, anche se c’è da dire che sempre più spesso i gruppi sono nutriti da giovani di buona famiglia, benestanti, che scelgono la microcriminalità perché annoiati dal benessere e dalla vita comoda.

Come prevenire/arginare la criminalità minorile

L’analisi del fenomeno, delle cause e delle conseguenze, è fondamentale per conoscere da vicino la problematica. Parlare soltanto del problema non aiuta però a risolverlo.

L’impegno e l’attenzione, sociali e personali, devono essere focalizzati su quelle che potrebbero essere le soluzioni, o comunque le azioni da compiere, per provare a prevenire, arginare e combattere il dilagare ulteriore del fenomeno.

In tale ottica è universalmente riconosciuto come fondamentale il ruolo delle famiglie, il cui compito è innanzitutto quello di educare.

Il ruolo genitoriale, per quanto possa risultare difficile nell’attuale società, deve includere elementi di comprensione, severità, affetto e controllo, mixati tra loro nella giusta misura. É fondamentale essere attenti, presenti e disponibili.

Non sarà la panacea di tutti i mali ma sicuramente evita che la devianza attecchisca nell’indole dell’adolescente con estrema facilità.

Un altro tassello fondamentale nell’ottica di un’attività preventiva efficace è rappresentato dalla scuola, il primo vero contesto in cui i ragazzi iniziano a costruire relazioni sociali.

In tal senso bisogna purtroppo mettere in luce una grande falla nel sistema scolastico italiano, troppo spesso distratto rispetto a quelli che sono i disagi, le esigenze e le richieste di sostegno dei ragazzi.

Concludiamo il post con un consiglio destinato a quanti intendono lavorare nell’ambito della criminologia per dare il proprio contributo alla lotta dei fenomeni criminosi.

In particolare segnaliamo la possibilità di aggiornare le proprie competenze e conoscenze attraverso corsi di specializzazione.

E ora a noi

            E’ inutile dire che questi problemi ci sono sempre stati. Questo è vero ma oggi sono aumentati, perché i mezzi di diffusione sia del bene che del male sono potenziati e, come dicevamo “I persuasori occulti” sono molti e a loro non interessa la vita dei ragazzi e i pericoli che corrono ma solo i loro portafogli che si gonfiano promuovendo eventi, spettacoli, modi di vivere che assecondano le tre concupiscenze: il piacere, l’avere e il potere.

            Si dirà che nessuno propaganda la violenza ma anche solo parlarne e mostrarla in TV

equivale a promuoverla e propagandarla. I programmatori dei programmi televisivi hanno una grande responsabilità nel promuovere certe devianze. E’ strano che in un tempo in cui ci sentiamo tanto progrediti e tanto tronfi della scienza, poi non sappiamo prevedere i danni che causano certi programmi leggeri, quelli a cui si assiste senza dar loro peso. Si dovrebbe capire che proprio i programmi visti senza attenzione sono quelli che danneggiano di più, proprio perché non controllati

 

RIFLETTIAMO INSIEME

            Quello che constatiamo senza bisogno di ricorrere agli esperti è l’abbassamento del livello di percezione dell’illecito nei giovani e questo ha uno dei motivi dominanti nell’abbondanza di spettacoli violenti offerti dai media anche in orari utilizzabili dai minori. Di questo però siamo responsabili anche noi se facciamo un uso sbagliato di questi programmi e soprattutto perché non protestiamo contro le reti che proiettano questi spettacoli che minano i valori dei  giovani, programmi che esaltano scelte di vita che si oppongono ai valori che i genitori cercano di dare  ad essi. Urge risanare le famiglie perché se i figli, fin dalla più giovane età non imparano dai genitori i principi che regolano i comportamenti civili, difficilmente sapranno poi reagire a tutto ciò che propongono i media che, sfruttando la loro ingenuità e la loro inesperienza, faranno leva sulla loro fantasia facendo immaginare profitti e utili da esperienze illecite e dannose sotto tutti i punti di vista.

Si può immaginare che ci siano tra gli adulti persone che vogliono trarre profitto dalla debolezza dei giovani? E’ scandaloso che questo avvenga ma i fatti ci dicono che questo avviene, non possiamo sapere le loro intenzioni ma certo o sono estremamente superficiali ed opportunisti o sono veramente cattivi soggetti da cui stare alla larga.

Il motivo principale, comunque, di questo proliferare di proposte pericolose, è sempre l’abbondare di personalità fragili, causate a loro volta da carenze affettive o da educazione a disvalori da parte di genitori a loro volta impegnati nell’illecito perché non hanno saputo trovare vie migliori per emergere da situazioni di disagio economico o altro.

Spesso questi genitori sono stati assenti nella vita dei loro figli per il lavoro, o perché erano ignoranti circa i danni che provoca nei figli la mancanza dei genitori soprattutto nei primi tre anni di vita. Questi bambini si sono fatti da sé, assecondando le loro pulsioni e reagendo in maniera istintiva alle difficoltà di relazione con gli altri.

Si creano così uomini e donne opportunisti che emergono dai contesti associativi sgomitando senza scrupoli di coscienza, insensibili al male che possono fare intorno a sé pur di garantirsi posti di prestigio, meglio remunerati.

Queste persone sono sempre disposte ad accettare proposte vantaggiose anche se esulano dai comandamenti di Dio e dal retto vivere civile e le Case editrici, le aziende, le cercano proprio per sfruttare la loro amoralità per propagandare l’illecito per il proprio profitto. Sono tante le cose che danneggiano i giovani in formazione perché le offerte si moltiplicano e la propaganda giornalmente le notifica.

Molte volte proprio queste persone che oserei dire “maltrattate dalla vita” hanno anche la stoffa del leader e quindi raccolgono intorno a sé tante persone alla ricerca di affermazione, di identità riconosciuta, non importa da chi e sono proprio loro quelli che da soli non muoverebbero un fuscello, che nel gruppo diventano protagonisti di illeciti punibili anche dalla legge. Ben per loro se le carceri o i riformatori sono luoghi di rieducazione

Questi giovani leaders hanno bisogno più degli altri di recuperare i valori morali e spirituali da parte di persone sagge che li guidino. Anche la scuola dovrebbe individuare questi soggetti dotati di forza aggregante, perché se usano le loro forze nel buono e nel lecito possono fare tanto bene e aiutare altri giovani a uscire da situazioni compromettenti. Questo che dico è molto evangelico e si può spiegare con la parabola dei “Talenti” (Matteo 25:14-30)

Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro

 suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, a ciascuno secondo la sua

capacità, e partì. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, andò subito a impiegarli e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone. Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò, e volle regolare i conti con loro. Colui che aveva ricevuto cinque talenti, ne presentò altri cinque, dicendo: Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque. Bene, servo buono e fedele, gli disse il suo padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Presentatosi poi colui che aveva ricevuto due talenti, disse: Signore, mi hai consegnato due talenti; vedi, ne ho guadagnati altri due. Bene, servo buono e fedele, gli rispose il padrone, sei stato fedele nel poco, ti darò autorità su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone. Venuto infine colui che aveva ricevuto un solo talento, disse: Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso; per paura andai a nascondere il tuo talento sotterra; ecco qui il tuo.

Il padrone gli rispose: Servo malvagio e infingardo, sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha sarà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E il servo fannullone gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti.

Compito degli adulti, sia genitori che insegnanti, sacerdoti o catechisti è quello di evidenziare i talenti dei ragazzi e: metterli in ambiente protetto se scarsamente dotati e di educare ai valori di solidarietà, di altruismo del buono e del bello, se si tratta di bambini ben dotati, perché proprio loro, se ben educati, saranno gli uomini di domani che daranno un tono positivo agli ambienti in cui vivono. Saranno autorevoli più che autoritari, medici onesti, insegnanti di valore, sacerdoti e religiose impegnati in campo apostolico e formativo di cui ci si potrà fidare e affidare. I più fragili devono essere invece protetti dalle baby gang, perché non saprebbero difendersi e ne sarebbero le vittime.

Il genitore, l’educatore devono avere lo sguardo lungo per prevenire e orientare non secondo le loro aspirazioni ma secondo la verità dei loro figli o allievi proprio per preparare la società del domani. Purtroppo, se oggi lamentiamo tanti pericoli nelle nostre città e villaggi, è perché sia i genitori che gli insegnanti e Dio non voglia anche i catechisti e sacerdoti non hanno assolto con passione e con senso di responsabilità alla loro missione.

Bisogna correre ai ripari per non arrivare a dire con S. Paolo (Galati 5:13-17)

“Voi infatti, fratelli, siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri.  Tutta la legge infatti trova la sua pienezza in un solo precetto: amerai il prossimo tuo come te stesso. Ma se vi mordete e divorate a vicenda, guardate almeno di non distruggervi del tutto gli uni gli altri!

Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste.

 

QUESTIONARIO DI RIFLESSIONE PERSONALE

1.    Tu, genitori, noti segni di aggressività nei tuoi figli?

2.    Pensi di avere qualche responsabilità in questo comportamento? Usi modi aggressivi in famiglia?

3.    Il tuo modo di pensare e di ragionare è impostato sulla giustizia umana o sulla compassione di chi sbaglia anche nei tuoi riguardi?

4.    Siete soliti in famiglia vedere film di violenza, i tuoi figli li vedono?

5.    Riuscite ad avere un buon controllo dei vostri figli adolescenti o li lasciate nel branco?

6.    A casa vostra gli orari familiari hanno ancora un significato?

7.    Parlate con i vostri figli sia singolarmente? Fate capire i pericoli della nostra società?

8.    Pregate per i vostri figli, chiedendo la protezione divina su di loro?

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