DIRITTI PER TUTTI Gabriele Soliani
Promesse di diritti Il concetto "diritti per tutti" che il presidente Obama porta avanti senza ripensamenti sembra moderno e democratico ma non è così. Come un’onda travolgente arriverà anche da noi e già se ne intravvedono i frutti.
Intanto il primo a farne le spese giuridicamente, e non solo, è il povero bambino nel grembo della donna perché il diritto maggiore sarà quello della madre a scapito del nascituro. Tutte le leggi abortiste si poggiano su questa artificiosa e antiscientifica affermazione inventata ad hoc per introdurre l’aborto ad ogni costo nel Diritto. Se la donna decide di non volerlo sarà suo "diritto inviolabile" sopprimerlo!
L'aborto, come facilmente si intuisce, è proprio la negazione dei "diritti per tutti". Addirittura negli anni nei quali si discuteva per sostenere l’aborto, e per non avere sensi di colpa, si diceva che il feto umano non è un essere umano. Questa è una tale assurdità che perfino i bambini smentiscono!
Obama, abortista convinto, pensa soprattutto ai matrimoni omosessuali legali in tutti gli Stati dell’unione. L’ha promesso in campagna elettorale e ora deve sostenerli. Infatti, ora negli USA per regolamentare una questione di eredità in una coppia omosessuale sono pronti a definire "incostituzionale" il semplice dato oggettivo dell'unione fra un uomo e una donna come coppia che genera la famiglia e quindi lo Stato. I giudici della Corte Suprema Usa sembrano orientati a decidere a maggioranza (5 a 4) che il matrimonio non è solo tra uomo e donna. Si interrogano se il governo federale abbia o meno interesse a difendere la famiglia e se sia costituzionale che lo Stato riservi il rapporto di coniugalità al matrimonio naturale.
Ma cosa c'è di tanto difficile da interrogarsi? E’ sotto gli occhi di tutti quanto un passo dopo l'altro fatto solo nell'ambito dei "diritti individuali" abbia portato a questa assurda situazione. Per equiparare il matrimonio e la famiglia naturale alle unioni omosessuali lo Stato deve entrare a gamba tesa nel mondo personalissimo degli “affetti”. E da qui anche nella generazione dei figli e nella loro educazione. Infatti, per dare un figlio ad una coppia di uomini occorre privare il bimbo della madre biologica e nascondergliela per sempre, così come occorre nascondere il padre ad un bimbo di una coppia di donne. Ma gli affetti e i vincoli affettivi non sono "diritti" costituzionali da promuovere o inventare. Se lo Stato comincia a legiferare sugli affetti dovrà entrare nella “privaci” delle persone e distinguere fra quelli buoni e cattivi e fra quelli giusti e ingiusti. Come potrà arrogarsi il diritto di discriminare fra affetto e affetto?
Lo Stato non può fare il “grande fratello”. L'unico “vincolo affettivo” che deve proteggere per legge è quello "naturale", cioè quello che genera la famiglia naturale che precede lo Stato e costruisce la nazione. Il vincolo affettivo naturale fra i due sessi differenti è iniziato ben prima dello Stato nella storia dell’umanità. Anzi lo Stato è nato e sopravvive solo grazie a quello e per questo è “un dovere” difenderlo e custodirlo.
I veri "diritti per tutti" sono altri e cioè l'istruzione, la salute, il lavoro, la sicurezza, il voto, la libertà di espressione e religione... Promettere "diritti per tutti" può essere esaltante, commovente, attirare consenso elettorale ma non costruisce la società.