La famiglia tradizionale ha un alto valore sociale Gabriele Soliani sessuologo
L’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) nel suo recente rapporto sulla famiglia ha fatto affermazioni assai ardite, e, in un certo senso, controcorrente.
“Le famiglie forniscono identità, amore, attenzione, un ambiente per la crescita e lo sviluppo dei loro membri e costituiscono il nucleo portante di molte strutture sociali” ha detto l'OCSE, importante e "laica" agenzia europea.
Il rapporto invita i Governi ad adottare politiche di sostegno alle famiglie come l'assistenza economica e agevolazioni come il congedo parentale, la flessibilità lavorativa, il "par-time" alle madri, perché, secondo l’OCSE, la spesa pubblica in favore delle famiglie ammonta in media a poco più del 2,2% del PIL. Molte famiglie vorrebbero fare più figli, spiega il rapporto, e in molti Paesi le persone hanno meno figli rispetto a quanti ne vorrebbero. I tassi di natalità nei Paesi OCSE sono diminuiti notevolmente rispetto ai livelli di qualche decennio fa, passando da una media di 2,2 figli per donna a quella attuale di poco più di 1,7. I Paesi che mostrano tassi di fertilità più elevati sono quelli che assicurano un maggior sostegno sia nella forma di agevolazioni economiche che nella forma di servizi per le famiglie con figli piccoli.
Ma il sostegno alla famiglia non è un bene solo per i genitori.
“Il benessere dei bambini è inestricabilmente legato al benessere della famiglia. Quando le famiglie stanno bene, i figli stanno bene”, sottolinea il rapporto OCSE.
Il rapporto della famiglia è supportato anche da uno studio del 2009 su un campione di 40.000 famiglie nel Regno Unito, pubblicati a fine febbraio dall’Institute of Social and Economic Research dell’Università di Essex.
Alcune conclusioni sono sorprendenti per chi riteneva la famiglia tradizionale ormai superata.
Infatti, sulla base di una serie di fattori indicativi, risulta che le persone conviventi sono significativamente meno felici nel loro rapporto rispetto alle persone sposate, e i figli che vivono con un solo genitore sono meno propensi a dirsi del tutto felici della loro situazione.
Persino lo stare a cena insieme come famiglia è importante. I figli che stanno a tavola la sera con la famiglia almeno tre volte a settimana sono più propensi a dirsi del tutto felici della propria situazione familiare rispetto a quelli che non mangiano mai con la propria famiglia, o che lo fanno meno di tre volte a settimana.
Anche la qualità del rapporto tra i genitori è oggetto di molti studi ( vedi “Parental Relationship Quality and Child Outcomes Across Subgroups”). Un sondaggio di 64.000 persone con figli in età tra i 6 e i 17 anni mostra che la qualità del rapporto tra i genitori è “strettamente e sistematicamente associata ad una serie di conseguenze per i figli e per la famiglia” come i problemi comportamentali, il rendimento scolastico e la comunicazione genitore/figlio. I genitori che presentano rapporti qualitativamente migliori tra loro tendono ad avere figli che si adattano meglio al proprio ambiente e hanno un atteggiamento più positivo verso il matrimonio, il che li rende a loro volta più propensi ad avere rapporti e matrimoni qualitativamente migliori.
La famiglia tradizionale ha un alto valore sociale che mette le basi per il futuro. Dunque insistere perché lo Stato la valorizzi e la sostenga, nonostante ci sia chi rema contro, va nelle giuste direzioni.