Storia del bambino sopravvissuto a tre tentativi di aborto
che ha fatto cambiare idea alla sua mamma
Febbraio 15, 2013 Benedetta Frigerio tempi.it
La clinica cerca di farla abortire con la Ru486 anche se è alla 22esima settimana di gestazione. Al terzo tentativo il piccolo è ancora vivo. Lei decide di tenerlo.
Ha lottato per la vita e con pochissime forze ha resistito a tre tentativi di aborto. La notizia aveva fatto così scalpore da far parlare i giornali di “Miracle Baby”. Tanto che ora è finita sul Journal of Obstetrics and Gynecology che ne ha raccontato il caso.
Una donna, una single inglese di 24 anni e già mamma di una bambina di 19 mesi, spaventata dalla responsabilità che avrebbe comportato la crescita di un’altra figlia, aveva deciso di abortire. E anche se era alla 22esima settimana di gravidanza aveva cercato di farlo presso una clinica che le aveva dovuto somministrare per ben tre volte la Ru486. Al terzo tentativo, i medici della clinica, ora sotto processo per aver violato la legge che non permette l’uso della pillola in età gestazionale così avanzata, le avevano assicurato che questa volta l’aborto sarebbe andato a buon fine. Ma, tornata a casa in automobile, la madre aveva sentito il piccolo muoversi dentro di sé. A quel punto ha cambiato idea e, girando il volante, si è diretta verso l’ospedale Hope Hospital di Manchester, chiedendo che si facesse di tutto per portare avanti la gravidanza.
AMMIRAZIONE. Il piccolo è nato quattro giorni dopo, quando ormai aveva 24 settimane (6 mesi). E, pur pesando solo 2,27 chili, respirava e piangeva.
Per sette settimane è rimasto attaccato a un respiratore combattendo ancora per la vita. La donna «si sentiva in colpa», racconta il dottor Paul Clare. Davanti al figlio, però, in quelle settimane di combattimento, in lei è prevalso il coraggio e lo stupore per la sua vita. I medici hanno detto di essere rimasti «ammirati» dal suo comportamento. Il piccolo è tornato a casa dopo sei mesi di trattamenti. Davanti a questo fatto, il dottor Clare ha chiesto l’apertura di un’indagine nelle cliniche dove le donne vanno ad abortire.
LA MASCHERA TOLTA. L’aborto, in Gran Bretagna, è legale fino a 24 settimane, anche se sempre più bambini sopravvivono anche a 23 (come accaduto nei giorni scorsi a due gemelli). «Con queste nascite, in continuo aumento – ha dichiarato Julia Millington, direttore della ProLife Alliance – la gente sta percependo di più la barbarie di quello che lasciamo succedere, mettendo sotto gli occhi di tutti bambini formati che la legge permette siano uccisi».
NATI 4 GEMELLI
Si chiamano Sammy, Zachary, Joshua e Reuben Robbins. Sono quattro gemelli nati un anno fa, precisamente il 29 febbraio 2012 a Bristol (Gb). In una data insolita, come la gravidanza della madre, che pur avendoli concepiti naturalmente, ha comunque passato nove mesi a sentirsi dire dai medici che se non voleva qualcuno dei suoi figli poteva anche abortire. I medici, infatti, anziché sostenere la signora in una gravidanza importante, hanno cercato di convincerla più volte a uccidere, se non tutti, almeno un paio dei suoi figli.