Nel precedente articolo ho presentato le linee guida fornite dai vescovi alla comunità diocesana di Roma e sottoposti alla riflessione delle varie parrocchie. Ogni parrocchia (ma anche le comunità religiose presenti nella diocesi) hanno inviato in Vicariato una relazione sui risultati delle riflessioni fatte e don Paolo Asolan (professore al Pontificio Istituto Pastorale “Redemptor Hominis” della Pontificia Università Lateranense) è stato incaricato di esaminare il materiale pervenuto e preparare un relazione riassuntiva da sottoporre alla diocesi tutta e al Papa. Ciò è avvenuto il 14 maggio scorso in San Giovanni.
Cercherò quindi di riassumere a mia volta la relazione di don Paolo, mettendone in evidenza i punti salienti.
Don Paolo ricorda anzitutto che tema della riflessione era l’individuazione delle cosiddette malattie spirituali e precisa che la malattia, sia quella organica che quella spirituale, è sempre la rottura dell’equilibrio funzionale in un organismo. L’equilibrio funzionale di quello speciale organismo che è la Comunità cristiana dipende dal corretto rapporto tra tutto ciò che si fa al suo interno (ad intra) perché essa sia ben strutturata e tutto ciò che la Comunità stessa fa per rivolgesi al mondo (ad extra) per compiere la sua missione evangelizzatrice. La vera domanda da porsi quindi era: che cosa frena in noi il dinamismo evangelizzatore? Le risposte pervenute hanno individuato nelle varie realtà le malattie che, rompendo l’equilibro funzionale cui sopra si accennava, impediscono alla Comunità cristiana di svolgere efficacemente la sua missione evangelizzatrice. C’è da dire che le relazioni pervenute in Vicariato sono state molto numerose e articolate e infatti don Paolo osserva: La ricchezza di dati e di osservazioni è, grazie a Dio, proprio una ricchezza, irriducibile in poche pagine. Tuttavia, appare chiaro l’emergere di alcune costanti nelle risposte, che ci mettono di fronte ad un primo discernimento comunitario, entro il quale – pur con le dovute specificità – si riescono ad individuare alcune precise chiamate dello Spirito Santo alla conversione pastorale. Egli mette così in evidenza che lo scopo da raggiungere è la conversione, vale a dire la capacità di mutare disposizioni e atteggiamenti in modo da rendere più efficace quell’azione evangelizzatrice che ogni cristiano (e quindi tutta intera la comunità cristiana) è chiamato a compiere.
Mi limiterò qui ad indicare alcuni punti salienti della relazione di don Paolo , ad elencar quelle che, esaminando i documenti ricevuti, gli sono sembrate le “malattie spirituali” più gravi e diffuse:
- eccessivo senso di appartenenza nei confronti della propria comunità e/o esperienza di fede. Osserva don Paolo: Si tratta forse della malattia più segnalata: le varie realtà ecclesiali non si sentono parte di un tutto (la parrocchia o la diocesi) e questo è a sua volta alla radice delle divisioni e della inconsistenza pastorale di molte proposte.
- eccessivo numero di iniziative pastorali, molto frammentate e non organicamente pensate (“inutile moltiplicazione delle attività”), che non danno continuità (“si passa da un incontro all’altro senza meditarne i contenuti, da una proposta all’altra senza rimanerne coinvolti”)
- eccessivo uso di Internet: la sapienza della fede non si trova su Google, anzi troppa connessione tecnologica e troppa immersione nei nuovi ‘media’ rendono marginali l’annuncio verbale o scritto del Vangelo.
- eccessiva chiusura all’interno della propria comunità, determinata dalla paura di incontrare realtà difficili o comunque nuove
- mancanza di una vera relazione fra i diversi gruppi e le diverse comunità
-mancanza di una prospettiva diocesana che faccia unità: la diocesi è avvertita come una entità lontana, mancano obiettivi comuni che facciano unità
- mancanza di tempi dedicati alla preghiera e mancanza di formazione sul Vangelo . Don Paolo sottolinea che l’esigenza della formazione di fede è molto segnalata: sia come intelligenza della fede stessa, sia di tutti quegli aspetti culturali e sociali che fanno l’ambiente umano nel quale viviamo e che appare respingere o ritenere inutile la fede e Gesù Cristo. C’è consapevolezza di non saper trarre dalla fede e dal Vangelo le risposte e gli orientamenti per la vita in un contesto come il nostro, fattosi plurale, indifferente e qualunquista
- stanchezza, demotivazione, senso di inutilità.
Sarebbe forse utile, a questo punto, che ciascuno di noi riflettesse su questi punti critici che sono stati individuati e si chiedesse se le situazioni descritte si riscontrano anche nella sua parrocchia e/o nella comunità di cui fa parte.
Lasciamo questa riflessione alla sensibilità di chi legge, anche se forse sarebbe interessante pensare ad un momento di condivisione e di confronto.
L’incontro diocesano del 14 maggio scorso si è concluso con il discorso di papa Francesco, un discorso nel quale egli ha individuato percorsi di guarigione dalle malattie riscontrate e ha gettato le basi del piano pastorale diocesano che è stato poi reso noto all’inizio dell’autunno. L’articolo del prossimo numero sarà appunto dedicato alla illustrazione del progetto pastorale della Diocesi di Roma, nato da quel discorso e ad esso ispirato.
ATTIVITA’ DELLA DIOCESI
- Il 12 novembre alle ore 19:00 nella basilica di San Giovanni in Laterano, il cardinale vicario Angelo De Donatis svolgerà una catechesi la seconda) sulla Esortazione apostolica "Gaudete et exsultate"
- Il 13 novembre dalle 15:30 alle 19:30 al Teatro La Cometa si svolgerà un Convegno sulla Enciclica "Laudato si'". Al termine si potrà partecipare ad un concerto a Santa Maria in Campitelli. Entrambe le iniziative sono promosse dall'Ufficio diocesano per la pastorale sociale.
- Il 17 novembre alle ore 19:00 nella basilica di San Lorenzo fuori le Mura avrà luogo una Veglia di preghiera in preparazione della Giornata dei poveri
- Il 18 novembre in occasione della Giornata dei poveri Papa Francesco celebrerà una S. Messa in piazza San Pietro. Per gli ospiti della Caritas diocesana sarà organizzata una visita del Complesso Lateranense.
N.B. La Diocesi di Roma invita la comunità cristiana alla preghiera continua del Santo Rosario a favore della Vita perché chi è tentato di interrompere o fare interrompere una gravidanza sia aiutato, grazie anche alla nostra preghiera, a dire Sì alla vita, perché ogni bambino è un dono unico e irripetibile di Dio che va accolto, trattato e rispettato come essere umano fin dal suo concepimento. Ognuno di noi è quindi invitato ad aderire scegliendo l’orario e la modalità:
- un santo Rosario TUTTI I GIORNI a orario fisso
- un santo Rosario UNA VOLTA AL MESE DI NOTTE, giorno e orario fisso
- un santo Rosario UNA VOLTA ALLA SETTIMANA, giorno e orario fisso
Per informazioni e iscrizioni, contattare:
Centro per la pastorale sanitaria – tel. 06 69 88 62 27; 06 69 88 64 14
Email: segreteriasanitaria@vicariatusurbis.org
Associazione Figli di Maria, Madonna del Rosario perpetuo – tel. 347 651 17 623
Email: madonnadelrosarioperpetuo@gmail.com
A cura di Antonella
Chi volesse leggere per intero il documento lo troverà sul sito www.diocesidiroma.it, ricercando al suo interno “don Paolo Asolan”