San Giuseppe e i Papi: da Pio IX a papa Francesco (prima parte)
Come già avrete visto, a partire da questo numero del nostro giornalino suor Rifugio propone alla nostra attenzione e riflessione il testo della Esortazione apostolica Patris corde con la quale papa Francesco ha indetto un anno dedicato a san Giuseppe (8 dicembre 2020-8 dicembre 2021). Nell’intraprendere la lettura della Esortazione ci siamo quindi resi conto che in questo testo il Papa fa riferimento anche ad altri documenti redatti da precedenti pontefici, tutti riguardanti il culto dello sposo di Maria santissima. Mi sembra interessante quindi, ripercorrere rapidamente l’itinerario che dall’8 dicembre 1870 (anno in cui san Giuseppe fu proclamato “Patrono della Chiesa cattolica” da parte di Papa Pio IX) giunge all’8 dicembre di 150 anni dopo, giorno della pubblicazione della Patris corde.
Dicembre 1870 – Pio IX
Sono anni difficili per l’Italia e per la Chiesa, anni di battaglie e di lotte che hanno portato alla nascita del Regno d’Italia nel 1861; il 20 settembre del 1870 i bersaglieri italiani sfondano Porta Pia. E’ la fine dello Stato pontificio, sanzionato dal successivo plebiscito del 2 ottobre. Pio IX, pur avendo ordinato alle truppe pontificie di non reagire, percepisce la nuova situazione come ingiusta e violenta e addirittura scomunica il re d’Italia Vittorio Emanuele II. Era in corso in quegli anni il Concilio Vaticano I (iniziato nel 1868) che anzi era stato sospeso nel luglio del 1870, proprio a causa degli eventi militari. I padri conciliari avevano presentato a Pio IX due richieste riguardanti il culto di San Giuseppe, una delle quali ne sollecitava la proclamazione come patrono della Chiesa universale. A queste istanze il Papa risponde l’8 dicembre del 1870; non scrive un documento come, ad esempio, una Bolla o una Esortazione apostolica, perché lo stato italiano controllava tutti i documenti emessi dal Pontefice e pretendeva di approvarli; ricorre quindi ad un’altra via: sollecita la Congregazione dei Riti, presieduta dal cardinale Patrizi, ad emettere un decreto che viene ricordato come Quemadmodum Deus dalle due parole iniziali del testo latino.
Nello stesso modo in cui Dio aveva costituito quel Giuseppe, figlio del patriarca Giacobbe, soprintendente di tutta la terra d'Egitto, per assicurare il frumento al popolo, così, quando furono compiuti i tempi in cui l’Eterno stava per inviare sulla terra il suo Figlio Unigenito Salvatore del mondo, scelse un altro Giuseppe, di cui quello era figura, e lo fece signore e principe della sua casa e dei suoi beni e lo elesse custode dei suoi maggiori tesori.
Di fatto, egli ebbe in sposa l'Immacolata Vergine Maria, dalla quale nacque per virtù dello Spirito Santo Nostro Signore Gesù Cristo che volle agli occhi di tutti essere reputato figlio di Giuseppe, ed essergli soggetto. Colui che tanti re e profeti avevano bramato di vedere, Giuseppe non solo Lo vide, ma con Lui ha dimorato e con paterno affetto L'ha abbracciato e baciato; e ha nutrito con zelo e sollecitudine senza eguali Colui che i fedeli avrebbero ricevuto come Pane disceso dal cielo, per la vita eterna. Per questa sublime dignità, che Dio conferì a questo suo fedelissimo Servo, la Chiesa ebbe sempre in sommo onore e lode il Beatissimo Giuseppe, dopo la Vergine Madre di Dio, sua sposa, e implorò il suo intervento nei momenti difficili.
Ora, poiché in questi tempi tristissimi la stessa Chiesa, da ogni parte attaccata da nemici, è talmente oppressa dai mali più gravi, che uomini empi hanno pensato che infine le porte dell'inferno abbiano prevalso contro di lei, i Venerabili Eccellentissimi Vescovi dell'universo Orbe Cattolico hanno inoltrato al Sommo Pontefice le loro suppliche e quelle dei fedeli affidati alla loro cura chiedendo che si degnasse di costituire San Giuseppe Patrono della Chiesa Cattolica. Avendo poi essi rinnovato nel Sacro Ecumenico Concilio Vaticano [I] più insistentemente le loro domande e i loro desideri, il Santissimo Signor Nostro Pio Papa IX, costernato per la recentissima e luttuosa condizione di cose, per affidare Sé stesso e i fedeli tutti al potentissimo patrocinio del Santo Patriarca Giuseppe, volle soddisfare i voti degli Eccellentissimi Vescovi e solennemente lo dichiarò Patrono della Chiesa Cattolica [...].
Agosto 1889 – Leone XIII
Il 15 agosto 1889, papa Leone XIII (nato a Carpinto Romano nel 1810 e pontefice dal 1878 al 1903) pubblica l’ Enciclica Quamquam pluries dedicata esplicitamente alla devozione a San Giuseppe. Nonostante che il culto di san Giuseppe fosse ampiamente diffuso fra i credenti fin dai primi secoli, questa è a prima volta che un pontefice dedica un importante documento a questo santo, delineandone la teologia e sottolineando i motivi per i quale Egli è a buon diritto inserito nella storia della salvezza. Scrive Leone XIII:
Quantunque più volte abbiamo già ordinato che si facessero in tutto il mondo particolari preghiere e si raccomandassero a Dio nel modo più ampio gli interessi della cattolicità, tuttavia nessuno si stupirà se riteniamo opportuno anche oggi ribadire nuovamente questo stesso dovere …
Il Papa, riflettendo sul suo tempo, fa delle osservazioni che ci sembrano, ahimè, molto attuali. Nota infatti che il tempo presente non è meno calamitoso di quelli più tristi già subiti dalla cristianità. Vediamo infatti perire in moltissimi la fede, che è il principio di tutte le virtù cristiane; vediamo raffreddarsi la carità, e la gioventù degradarsi nei costumi e nelle idee; dovunque si osteggia con violenza e con perfidia la Chiesa di Gesù Cristo; si combatte atrocemente il Pontificato; e con tracotanza ogni giorno più sfrontata si tenta di scalzare le stesse fondamenta della religione.
E … poiché i mali sono più forti dei rimedi umani, non resta che chiedere la guarigione alla potenza divina….Quindi, avvicinandosi il mese di ottobre, che in passato abbiamo già decretato sacro alla Vergine Maria del Rosario, vi esortiamo calorosamente a che quest’anno tutto il mese suddetto venga celebrato con la maggior devozione, pietà e partecipazione possibili. Sappiamo bene che nella materna bontà della Vergine è pronto il rifugio, e siamo certi che le Nostre speranze non sono invano riposte in Lei.
A questo punto il Papa arriva al cuore della sua Enciclica dedicata a San Giuseppe. Dice infatti:
per meglio rendere Iddio favorevole alle nostre preci e perché Egli, supplicato da più intercessori, porga più rapido e largo soccorso alla sua Chiesa, riteniamo che sia sommamente conveniente che il popolo cristiano si abitui a pregare con singolare devozione e animo fiducioso, insieme alla Vergine Madre di Dio, il suo castissimo sposo San Giuseppe: il che abbiamo particolari motivi di credere che debba tornare accetto e caro alla stessa Vergine.
Leone XIII si sofferma ancora a lungo sulla figura di San Giuseppe sottolineandone il ruolo di sposo di Maria (e quindi partecipe, mercé il patto coniugale, all’eccelsa grandezza di lei), padre putativo di Gesù (da cui consegue che il Verbo di Dio modestamente si assoggettasse a Giuseppe, gli obbedisse e gli prestasse quell’onore e quella riverenza che i figli debbono al padre loro), legittimo e naturale custode, capo e difensore della divina famiglia. Inoltre, poiché Gesù Cristo è come il primogenito dei cristiani, che gli sono fratelli per adozione e redenzione, dobbiamo ritenerlo protettore, in modo speciale, della moltitudine dei cristiani di cui è formata la Chiesa, cioè di questa innumerevole famiglia sparsa in tutto il mondo sulla quale egli, come sposo di Maria e padre di Gesù Cristo, ha un’autorità pressoché paterna.
Di conseguenza Tutti i cristiani... hanno ben motivo di affidarsi e abbandonarsi all’amorosa tutela di San Giuseppe. In Giuseppe i padri di famiglia hanno il più sublime modello di paterna vigilanza e provvidenza; i coniugi un perfetto esemplare d’amore, di concordia e di fede coniugale; i vergini un esempio e una guida dell’integrità verginale;….i ricchi dal suo esempio possono comprendere quali siano i beni che è opportuno desiderare con ardente bramosia e dei quali fare tesoro. Anche i poveri e quanti si guadagnano la vita col lavoro delle mani dovrebbero confidare non tanto nelle promesse di gente sediziosa, ma negli esempi e nel patrocinio del beato Giuseppe, e nella materna carità della Chiesa la quale si prende ogni giorno grande cura del loro stato
Ciò detto, il Papa conclude l’Enciclica con una disposizione solenne: decretiamo che in tutto il mese di ottobre si aggiunga nella recita del Rosario, da Noi già prescritto altre volte, l’orazione a San Giuseppe, il cui testo riceverete insieme con quell’Enciclica, e così si faccia ogni anno in perpetuo.
E’ appunto con la preghiera a San Giuseppe indicata da Leone XIII che mi piace concludere la prima parte di questo articolo dedicato a San Giuseppe e ai Pontefici che ne hanno promosso e sostenuto il culto
A te, o beato Giuseppe, stretti dalla tribolazione ricorriamo, e fiduciosi invochiamo il tuo patrocinio dopo quello della tua Santissima Sposa.
Deh! per quel sacro vincolo di carità che ti strinse all’Immacolata Vergine Madre di Dio, e per l’amore paterno che portasti al fanciullo Gesù, guarda, te ne preghiamo, con occhio benigno la cara eredità che Gesù Cristo acquistò col suo sangue, e col tuo potere ed aiuto sovvieni ai nostri bisogni.
Proteggi, o provvido Custode della divina Famiglia, l’eletta prole di Gesù Cristo; allontana da noi, o Padre amantissimo, la peste di errori e di vizi che ammorba il mondo; assistici propizio dal cielo in questa lotta contro il potere delle tenebre, o nostro fortissimo protettore; e come un tempo salvasti dalla morte la minacciata vita del pargoletto Gesù, così ora difendi la santa Chiesa di Dio dalle ostili insidie e da ogni avversità: e stendi ognora sopra ciascuno di noi il tuo patrocinio, affinché sul tuo esempio, e mercé il tuo soccorso, possiamo vivere virtuosamente, piamente morire, e conseguire l’eterna beatitudine in cielo. Così sia.
A cura di Antonella