Interrompiamo l’illustrazione del piano pastorale dell’anno in corso (lo riprenderemo ad aprile per illustrare l’ultima parte che concerne il periodo da Pasqua a Pentecoste) e dedichiamo due puntate al ciclo di catechesi che il cardinale Angelo de Donatis, vicario del Papa per la nostra diocesi, sta tenendo nell’Arcibasilica di san Giovanni in Laterano per illustrare e commentare l’esortazione apostolica di Papa Francesco “Gaudete et exultate” che quest’anno suor Rifugio propone alla nostra riflessione. Il pensiero del nostro cardinale ci potrà quindi essere d’aiuto.
Le conferenze hanno avuto inizio il giorno 8 ottobre 2018 e si susseguono al ritmo di una al mese, sempre di lunedì a partire dalle ore 19.00. In ogni occasione, alla catechesi del cardinale segue un intervento di mons. Marco Frisina che illustra la vita di un santo scelto come riferimento in relazione al tema trattato. Brani musicali, brevi ma di particolare suggestione, intervallano e concludono gli interventi.
Il primo incontro (con riferimento ai numeri 10-24 di GE) si è tenuto il giorno 8 ottobre 2018 ed ha avuto come titolo:
I santi di tutti i giorni - Santi in ogni stato di vita -S. Francesco di Sales.
Il cardinale anzitutto ha spiegato che il Papa ha voluto scrivere questa esortazione - anche se oggi la parola ‘santità’ è ormai desueta persino fra i cristiani - per mostrare l'attualità perenne della santità cristiana, sulla scia di quanto anche il Concilio Vaticano II aveva ribadito: tutti i fedeli di ogni stato e condizione sono chiamati dal Signore, ognuno per la sua via, a una santità la cui perfezione è quella stessa del Padre celeste" (LGI 1) . Lo scopo quindi di questo documento papale è far risuonare ancora una volta la chiamata alla santità, cercando di incarnarla nel contesto attuale, con i suoi rischi, le sue sfide e le sue opportunità (GE2)
Quattro sono i punti che il cardinale ha approfondito:
1) La santità della porta accanto - Non è necessario essere persone particolari né fare cose straordinarie. La santità consiste nel vivere in maniera straordinaria la nostra vita ordinaria, una vita quindi resa bella dalla grazia di Dio, dall'azione dello Spirito Santo ricevuto nel battesimo. Si tratta quindi, come dice il Papa "sotto l'impulso della grazia di Dio, di costruire con tanti gesti quella figura di santità che Dio ha voluto per noi" (GeE18) . Esempi: "i genitori che crescono con tanto amore i figli, gli uomini e le donne che lavorano per portare il pane a casa, i malati, le religiose anziane che continuano a sorridere"(GeE7). Sono i santi "della porta accanto", o "la classe media della santità" (titolo di un libro di Joseph Malegue) (GeE7).
2) La santità come partecipazione alla santità del popolo di Dio - In altre parole: La santità non è possibile da soli. L'individualismo e la pretesa di autosufficienza non portano alla vera vita. Abbiamo bisogno degli altri, abbiamo necessità di sentire che la nostra vita è inserita in quella del Popolo di Dio, nel quale lo Spirito di Dio riversa la sua santità. Questo significa che dobbiamo sentirci ed essere inseriti nella vita della Chiesa, dove si trova tutto ciò di cui si ha “bisogno per crescere verso la santità: la Parola, i Sacramenti, i santuari, la vita della comunità, la testimonianza dei santi, e una multiforme bellezza che procede dall'amore del Signore" (GeE15). Nella Chiesa inoltre è presente uno stile maschile e uno femminile di vivere la santità, tutti e due "indispensabili per riflettere la santità di Dio in questo mondo" (GeE12). Il cardinale ha concluso questo punto affermando che la spiritualità cristiana è essenzialmente comunitaria, ecclesiale, profondamente diversa e lontana da una visione elitaria o di eroismo individuale della santità.
3) La sorgente e la meta della santità - L’affermazione è netta: Gesù è ... la sorgente di ogni santità: lo Spirito Santo non fa altro che riprodurre oggi, in noi, i lineamenti del volto di Cristo. Però, ciascuno in un modo diverso: ci sono santi che riproducono la sua vita nascosta a Nazareth, altri la sua vicinanza agli ultimi; gli sposi divengono sacramento di Cristo sposo, i presbiteri sacramento del Cristo buon pastore... "Contemplare i misteri della vita di Cristo ci orienta a renderli carne nelle nostre scelte e nei nostri atteggiamenti" (GeE20). Questo significa che la meta dei cristiani che vivono la santità è la trasformazione della storia nel regno di Dio. Il cristiano, quindi, deve sentire questa continua tensione a trasformare la realtà in cui opera cooperando così con Gesù alla realizzazione del regno di Dio e mettendo totalmente in gioco la propria vita, come ha fatto Gesù. E De Donatis ha ricordato le parole che papa Francesco rivolge a ciascuno di noi:"Voglia il cielo che tu possa riconoscere qual è quella parola, quel messaggio di Gesù che Dio desidera dire al mondo con la tua vita" (GeE24) .
4) La santità integra tutto l'uomo - Questa affermazione è la naturale conclusione di quanto detto finora. Dice infatti il nostro cardinale: Preghiera e azione nel mondo, tempi di silenzio e tempi di servizio, vita familiare e impegno del lavoro, "tutto può essere accettato e integrato come parte della propria esistenza in questo mondo ed entra a far parte del cammino di santificazione" (GeE26). Servono anche momenti di solitudine e di silenzio che ci consentono di interrompere per un po’ la corsa febbrile di cui è fatta la nostra vita, ma essi sono da vivere in funzione di questa unificazione interiore sotto lo sguardo di Dio. In questo spazio personale, a contatto finalmente con la verità di noi stessi, potremo vivere un dialogo sincero con il Signore e farci invadere da Lui.
Al termine di questa catechesi, mons. Frisina ha illustrato la vita e l’opera di San Francesco di Sales, il grande santo della seconda metà del 1500 che svolse un’intensissima attività pastorale contrastando efficacemente la dottrina calvinista molto diffusa in Francia e seguendo con grande dolcezza e carità numerosissimi fedeli, religiosi e laici, che a lui affidavano la propria vita spirituale. Sul sito www.santiebeati.it si può reperire una esauriente biografia.
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Il secondo incontro di catechesi (con riferimento a GE 36-62) si è svolto il 12 novembre scorso ed ha avuto come titolo:
A chi sta scomoda la santità?
S. Alfonso de’ Liguori - Annunciare a tutti la possibilità di essere santi
La santità è un cammino scomodo – ha esordito il cardinale - perché esige la conversione autentica e quindi una trasformazione di vita sempre più profonda e radicale. Non c’è da meravigliarsi quindi, che gli uomini cerchino delle scappatoie per rendere questo cammino più accessibile. Papa Francesco è ben consapevole di questo e quindi, come ha già fatto in altre occasioni, anche nella Gaudete et exultate ci vuole mettere in guardia da quelli che a suo parere sono i pericoli più frequenti in cui incorre chi, consapevolmente o no, cerca di rendere più agevole il cammino da percorrere. Questi due pericoli, o per meglio dire i due atteggiamenti sbagliati di cui il Papa si occupa, sono : lo gnosticismo e il pelagianesimo.
Con questi due termini, il Papa fa riferimento a due eresie dei primi secoli della storia della Chiesa, subito condannate, ma ancora sottilmente presenti ai nostri giorni, in forma per così dire sotterranea: sono atteggiamenti dello spirito, comportamenti che invece che farci realmente progredire sul cammino verso la santità, ci illudono e al contrario ci confermano nei difetti che è così scomodo abbandonare. Il cardinale De Donatis in questa catechesi, spiega come si possono riconoscere e quindi evitare questi due atteggiamenti non idonei. Essi hanno in comune il fatto che si presentano con un’apparenza di bene: con essi cioè sembra che il Maligno (colui dal quale chiediamo al Signore di liberarci ogni volta che preghiamo il Padre nostro: libera nos a Malo significa proprio questo) non voglia distoglierci dalla santità, ma anzi facilitarci il cammino. In realtà quello che vuole è che non ci liberiamo dell’uomo vecchio.
Gnosticismo (da ghnosis=conoscenza)
Chi sono oggi gli gnostici? Sono coloro che sono convinti per conoscere Dio sia sufficiente la ragione , dimenticando che è Gesù che dobbiamo incontrare e attraverso Lui conoscere quello che di Dio Padre il Figlio ci rivela. Dio, però, non possiamo conoscerlo completamente: il Mistero rimane, perché come diceva Sant’Agostino, non è Dio, se dichiari di averlo compreso. Lo gnostico invece è colui che è convinto di avere la verità in pugno e di essersela procurata con la sua intelligenza e il suo sapere. Intendiamoci: questo non significa che non dobbiamo usare l’intelligenza o che dobbiamo svalutare la ragione: la ragione è dono di Dio, come la fede. Va esercitata perché ci aiuta a comprendere sempre meglio tutto ciò che è comprensibile. E’ quello che fanno i teologi, quando approfondiscono la dottrina e spiegano i fatti e le parole del Vangelo ed è quello che, nel nostro piccolo, dobbiamo fare anche noi, con la guida dei Padri della chiesa e del Magistero. Ma il Mistero rimane: questo non significa che non conosciamo Dio, ma che di Dio conosciamo quello che Egli ci ha rivelato, per il resto sappiamo appunto che è un Mistero. Per dirla con le parole di papa Francesco: Dio ci supera infinitamente, è sempre una sorpresa e non siamo noi a determinare in quale circostanza storica trovarlo, dal momento che non dipendono da noi il tempo e il luogo e la modalità dell’incontro. Chi vuole tutto chiaro e sicuro pretende di dominare la trascendenza di Dio. Non solo: in qualche modo pretende di dominare anche gli altri, perché, come dice il cardinale, gli gnostici si impossessano di Dio ...e se ne servono per affermare il proprio io contro gli altri. E invece ciò che misura le persone è il loro grado di carità non la quantità di dati e conoscenze che possono accumulare.
Pelagianesimo (dal monaco Pelagio, contemporaneo di Sant’Agostino)
Chi sono i pelagiani? Sono coloro che pensano che la santità si possa raggiungere con la forza di volontà e che dimenticano, o sottovalutano, l’intervento della grazia di Dio. Certo, bisogna ‘voler’ diventare santi essendo consapevoli che il cammino è duro, ma bisogna anche essere consapevoli che, senza la grazia e la misericordia di Dio, non si va avanti. Pelagiani siamo un po’ tutti, quando attribuiamo a noi stessi gli eventuali passi avanti, quando siamo autoreferenziali, quando ci sentiamo bravi e buoni perché gestiamo con successo situazioni pratiche e ci dedichiamo con grande zelo ad aiutare gli altri. Dice il cardinale: in queste cose alcuni cristiani spendono le loro energie e il loro tempo, invece di lasciarsi condurre dallo Spirito sulla via dell’amore, invece di appassionarsi per comunicare la bellezza e la gioia del Vangelo e di cercare i lontani nelle immense moltitudini assetate di Cristo. Soprattutto siamo pelagiani quando pretendiamo dagli altri che mutino atteggiamenti e comportamenti, dimenticando che l’azione dello Spirito Santo nel trasformare la nostra vita è graduale e progressiva: siamo convinti che se gli altri non sono ancora ‘perfetti’ è perché non ci hanno messo tutta la ‘buona volontà’ necessaria. Chi pensa così dimentica che «non tutti possono tutto» e che in questa vita le fragilità umane non sono guarite completamente e una volta per tutte dalla grazia. In qualsiasi caso, come insegnava sant'Agostino, Dio ti invita a fare quello che puoi e «a chiedere quello che non puoi» (n.49)
Due cose il demonio non sa e non può fare, conclude De Donatis: l'amore e l'umiltà!
Al termine di questa catechesi, mons, Frisina ha illustrato la vita e l’opera del grande santo napoletano, sant’Alfonso Maria de’ Liguori che veicolò con la musica, l’arte e la morale il messaggio di Cristo, combattendo le tendenze gianseniste del tempo secondo le quali, come per gnostici e pelagiani, soltanto coloro che erano perfetti potevano salvarsi».
Anche per conoscere meglio questo santo rimando al sito www.santiebeati.it
A cura di Antonella
Attività della Diocesi
- 11 febbraio 2019, Catechesi del cardinale vicario Angelo De Donatis su "Guadete et exsultate" nella basilica di San Giovanni in Laterano (alle ore 19.00): “Pazienti e contenti. GE 112-128. S. Filippo Neri:la gioia e la libertà dello Spirito”.
-18 febbraio 2019, ore 20.00, in santa Maria sopra Minerva, a cura del Servizio cultura ed università della Diocesi si svolgerà l’incontro: Roma by night: “Santa Maria sopra Minerva – il Beato Angelico” L'incontro sarà preceduto dalla Messa, celebrata alle ore 18.30.
AVVISO IMPORTANTE
Il giorno 2 marzo alle ore 19,00, in Istituto,
si celebrerà la Santa Messa nell’’anno 25° della morte di
MARCO VOLPATO.
Siamo tutti invitati a partecipare.