Come accennato nell’articolo di novembre, Papa Francesco il 14 maggio scorso a conclusione del convegno pastorale diocesano ha tenuto un discorso (www.vatican.va discorsi, maggio 2018) nel quale suggeriva percorsi di guarigione dalle “malattie spirituali” illustrate da don Paolo Asolan (che aveva esaminato le riflessioni delle parrocchie e delle varie comunità diocesane). In seguito a quel discorso, i vescovi della diocesi hanno formulato un piano pastorale che è stato illustrato al clero romano e poi ai laici dei vari settori della diocesi dallo stesso Vicario del Papa, cardinale De Donatis, in diversi incontri tenutisi nel mese di settembre.
Riassumerò quindi le linee essenziali di quel discorso di quanto detto dal Vicario (www.diocesidiroma.it, archivio documenti 2018) a partire dalla riflessione sulla domanda:
Dove sei?
E’ la domanda che il Signore rivolge ad Adamo nel giardino dell’Eden, dopo che l’uomo ha peccato e si è nascosto per la vergogna, ma è anche la domanda che in innumerevoli circostanze noi uomini rivolgiamo a Dio ogni volta che non comprendiamo il senso di ciò che accade nella nostra vita. ln verità questa duplice domanda (il ‘dove sei’ che Dio rivolge a noi e quello che noi gridiamo a Dio) esprime in termini drammatici la realtà più profonda della nostra vita comunitaria e personale: noi siamo legati al Signore da un'alleanza d'amore. Per questa alleanza "noi siamo il suo Popolo ed Egli è il nostro Dio". Come lo Sposo e la Sposa del Cantico dei Cantici, Egli ci cerca e noi lo desideriamo...Gesù, che è la Nuova ed Eterna Alleanza tra Dio e l’uomo, è proprio Dio-Sposo che ci è venuto a cercare, a "stanare" dai nostri nascondigli, a liberare dalle schiavitù in cui ci siamo lasciati irretire, a convocarci per fare di noi il suo Popolo, per camminare insieme verso la Terra Promessa del suo regno nel mondo.
Quella che il Signore ci rivolge è una domanda che esige da noi una risposta che non può che partire dalla consapevolezza che abbiamo bisogno di una conversione e, dato che la realtà stessa della vita degli uomini e delle donne della nostra città, compresa alla luce dell'amore appassionato di Dio, contiene un grido, un appello alla salvezza, che il Signore ci chiede di ascoltare la nostra conversione deve necessariamente essere una
Conversione missionaria
Non si tratta di trovare altre cose da fare rispetto al solito: si tratta di un conversione vera che ci faccia entrare in un modo nuovo di pensare, o meglio in una vita nuova, si tratta di accettare il rischio di avventurarci per sentieri di evangelizzazione non ancora battuti ma che sembrano indicati dalla Parola di Dio; si tratta di non rimanere chiusi all’interno dei nostri gruppi, ma di convertirci ad una mentalità comunitaria, all'essere Popolo di Dio e Chiesa locale, per guarire dalla malattia spirituale dell'individualismo autoreferenziale...La comunione del Popolo di Dio e la guida del nostro Vescovo Papa Francesco sono la garanzia che il cammino non è nostro, ma è quello voluto dal Signore.
Per orientarci in questo cammino abbiamo come punti di riferimento - continua De Donatis- anzitutto la Parola di Dio e poi il magistero della Chiesa, in particolare le indicazioni dei vescovi di Roma e della enciclica Evangelii Gaudium (EG)
Dobbiamo quindi metterci in cammino, per rispondere alla domanda “Dove sei?”
Nuovo Esodo
E noi ci mettiamo in cammino, come in un nuovo Esodo, senza rigide tabelle di marcia, ma con autenticità e con la consapevolezza del percorso che ci attende.
Secondo quanto papa Francesco ha immaginato ci attende un percorso di sette anni, fino al 2025, anno in cui si svolgerà il Giubileo ordinario. Rivivremo, in un certo senso l’Esodo del popolo ebraico che il Signore ha condotto fuori dall’Egitto verso la Terra promessa. Anche in questo nostro tempo, dice il Papa, “Egli agirà con la stessa potenza con la quale agì liberando il suo popolo e donandogli una nuova terra". Dobbiamo essere disposti a collaborare con Lui.
A questo punto, il cardinale delinea quello che sarà
Un percorso di sette anni (una settimana di anni)
2017-2018: il cammino è iniziato l’anno scorso con la riflessione sulle “malattie spirituali” alla luce del 2o capitolo della EG
2018-2019: l’anno in corso è dedicato alla memoria e alla riconciliazione: guidati da EG 78-80 e EG 87-92 dovremo stabilire relazioni nuove con Cristo e riaccendere la nostra spiritualità missionaria per essere pronti ad ascoltare il grido della città
2019-2020: dovremo concentrarci sull’annuncio del Mistero Pasquale (il Kerigma) e capire come reimpostare la pastorale comunitaria intorno a questo Mistero che è il centro essenziale della nostra fede e quindi anche dell’evangelizzazione ( Es 14, EG nn.160-175 e 176- 185)
2020-2021: in questo anno si affronteranno le modalità organizzative della pastorale di evangelizzazione rivolta ai ragazzi, ai giovani e agli adulti, con particolare attenzione alla catechesi kerigmatica e alle forme di accompagnamento personale ( Es 19 e EG nn. 160-175)
2021- 2022: si definiranno gli ambienti di vita nei quali la Chiesa è chiamata a concentrare la sua prassi evangelizzatrice. L’evangelizzazione, cioè, dovrà affrontare quella che nel cap. 2o della EG è definita Sfida delle culture urbane (Es 15-18 e EG nn 68-75)
2022-2023: si rifletterà sul ruolo dei ministri ordinati, delle guide pastorali che deve essere al servizio del primato dell'evangelizzazione (quarto capitolo di EG)
2023-2024: l’ultimo anno anno prima del Giubileo sarà dedicato all'articolazione della Chiesa nel territorio, a ripensare non solo i confini ma soprattutto la rete della presenza e dell'azione ecclesiale nei vari quartieri della città.
Anno pastorale 2018-2019 : memoria e riconciliazione
Il cardinale De Donatis fa riferimento alla comunità cristiana di Corinto, e mette in evidenza la somiglianza tra le vicende di quella comunità e quelle della nostra città di Roma. Come Roma, Corinto era una grande città cosmopolita, multiculturale e multireligiosa, dove, in seguito alla predicazione di Paolo, Sila e Timoteo, sostenuti dalla famiglia di Aquila e Priscilla e da pochi altri, era nata una Chiesa cristiana piuttosto numerosa: un Popolo di Dio era stato radunato, alla luce della fede in Cristo risorto.
Continua De Donatis:
... è davvero doloroso per Paolo venire a sapere che nella comunità appena nata ci sono già divisioni, ed esattamente a motivo del battesimo, o meglio, del ministro che ha impartito il battesimo; l'apostolo che ha battezzato è considerato a questo punto più rilevante per l'appartenenza ("io sono di Paolo, io di Apollo, io di Cefa": 1Cor 1,12) della fede e del battesimo stesso, attraverso i quali è il Signore Risorto che ci aggrega al suo Popolo e ci fa membra del suo Corpo. E' incredibile come la storia si ripeta, come il maligno ci tenti sempre nelle stesse cose! Dalle verifiche sulle malattie spirituali è risultato che in tante delle nostre parrocchie c'è questa malattia delle appartenenze separate (e quindi tutte parziali) che di fatto porta spesso con sé il virus della diffidenza e del rifiuto degli altri. E' un errore ecclesiologico dai risvolti estremamente pericolosi (appartenere ad un gruppo specifico più che alla Chiesa), da cui dobbiamo guarire ... Di fronte a questa situazione Paolo propone ai Corinti due rimedi: la memoria e la riconciliazione.
Il rimedio della memoria: consiste nel riportare alla consapevolezza della comunità il momento fondativo dell'annuncio del Vangelo: …All’inizio, la piccola comunità di evangelizzatori non aveva nessuna risorsa, se non la propria debolezza… la potenza del Signore si è potuta dispiegare e mostrare proprio perché il mezzo umano era così povero.
...fare memoria di questi inizi aiuta i Corinti nel presente a correggere il tiro, a lasciar cadere discorsi inutili e vuoti per ritrovare la comunione della "perfetta unione di pensiero e di sentire" (1 Cor 1,10) . E’ quello di cui anche noi, cristiani della Roma di oggi, abbiamo bisogno.
Il rimedio della riconciliazione: Paolo spiega ai Corinti (1 Cor 1,26-30) che chi si basa solo su se stesso, sulle proprie capacità e se ne vanta non può che andare in una direzione lontanissima dal Vangelo, perché Dio agisce in una modalità totalmente differente, agisce scegliendo ciò che è più piccolo e debole dal punto di vista umano. Pensiamo ad Abramo, a Mosè, a Davide, pensiamo a Maria... E’ essenziale quindi che i cristiani di Corinto superino le loro divisioni e si riconcilino tra loro.
Questi due rimedi, memoria e riconciliazione, sono offerti ai cristiani di Roma nel corso di questo anno pastorale. Il cammino che stiamo percorrendo prevede tre passaggi:
1) da settembre a Natale, imperniato sulla memoria
2) da gennaio a Pasqua, dedicato alla riconciliazione
3) da Pasqua a Pentecoste, sull'ascolto del grido della città e sulla missione
1o passaggio: la memoria del cammino della Chiesa di Roma (da settembre a Natale)
Nel Deuteronomio, Mosè ricorda più volte agli Ebrei il cammino fatto sotto la guida del Signore, perché non attribuiscano alcun merito a se stessi, ma riconoscano la potenza del Signore che si è preso cura del suo popolo.
Anche noi abbiamo bisogno di riscrivere la storia della Chiesa di Roma dal dopo Concilio fino ad oggi, la storia della nostra comunità diocesana e di quella delle nostre comunità: quale cammino il Signore ci ha fatto percorrere? Come ci ha guidati in questi anni? La riflessione sulle malattie non deve oscurare i passi avanti compiuti, il bene fatto per servire il regno di Dio nella nostra città. Ecco, questo è il compito che ci è affidato fino a Natale: scrivere queste storie comunitarie, quella delle nostre parrocchie, delle comunità religiose, delle associazioni e dei movimenti, e insieme, in uno specifico incontro di prefettura (laici, religiosi, preti e vescovo ausiliare insieme) quella della nostra Chiesa diocesana. Fare questo esercizio (ripeto: autenticamente spirituale) ci aiuterà a dare una prima risposta alla domanda: dove sei? Non si tratta di elaborare una ricostruzione precisa di fatti e di persone, ma di trovare il senso profondo, di fede, di quanto abbiamo vissuto: il Signore ci ha guidati fin qui!
Nei 53 anni dal Concilio, sottolinea mons. De Donatis, la Chiesa di Roma ha vissuto alcuni momenti fondamentali, come il convegno del 1974 (dal titolo: La responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di carità e di giustizia nella diocesi di Roma) e la missione cittadina del 2000, momenti che l’hanno fatta crescere e maturare, ma ha anche vissuto insuccessi e perso importanti occasioni di rinnovamento: occorre individuare questi nodi da sciogliere, senza dimenticare che comunque un cammino importante è stato fatto perché sicuramente le parrocchie e le diverse comunità hanno cominciato a mettere al centro la Parola di Dio (la manna dell'Esodo) che è diventata l'elemento imprescindibile di ogni attività liturgica, catechetica, caritativa...La domanda dove sei? e l'esercizio della memoria che faremo ci aiuterà a capire chi siamo e chi è il Signore.
Nel prossimo articolo ci soffermeremo sull’ultima parte del discorso del cardinale Vicario, incentrata sulla riconciliazione (2o passaggio, vedi sopra)
Tutte le parrocchie della diocesi sono in questi mesi impegnate ad attuare il primo passaggio, ma va sottolineato che l’invito alla riflessione è rivolto anche alle comunità religiose e alle varie associazioni. Nella nostra parrocchia di San Barnaba si sono già svolti a questo proposito tre incontri : i Consigli pastorali del 25 settembre e del 24 ottobre e l’incontro di Prefettura del 19 novembre guidato da mons. Palmieri, vescovo del settore Est.
A cura di Antonella
Attività della Diocesi
- E’ stato pubblicato il sussidio AVVENTO- NATALE 2018 che contiene preziosi suggerimenti per le celebrazioni liturgiche dell’Avvento e per la preghiera in famiglia (liturgico.chiesacattolica.it)
- -8 dicembre, Immacolata concezione della Beata Vergine Maria: Omaggio floreale del Santo Padre in piazza di Spagna (alle 16.00)
- 10 dicembre, Catechesi del cardinale vicario Angelo De Donatis su "Guadete et exsultate" nella basilica di San Giovanni in Laterano (alle ore 19.00)
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