Il 13 gennaio 2020 nella basilica di san Giovanni in Laterano, si è svolto il terzo incontro di riflessione sulla enciclica Laudato si’, dal titolo : La radice umana della crisi ecologica . E’ anzitutto intervenuto l’architetto Stefano Boeri; in seguito è stato letto il Salmo 8, dopo di che il cardinale Vicario Angelo De Donatis ha svolto la sua catechesi.
Nel corso di questa serata si è commentato il cap. terzo dell’enciclica.
Stefano Boeri, nel suo intervento, ha anzitutto detto che, a suo parere, l’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco è “uno straordinario manifesto culturale, religioso e politico sulla contemporaneità”. Poi, dopo aver affermato che “l’inizio dell’urbanizzazione e dell’industrializ zazione è stato all’origine del cambiamento climatico Boeri ha ricordato che oceani e foreste sono “risorse per la biodiversità e per la produzione di energia rinnovabile, oltre che capaci di assorbire il 30% di CO2 (anidride carbonica) prodotto dalle città”. Secondo Boeri, per rallentare il riscaldamento del pianeta, non ci si può limitare a cambiare le nostre diete, o a introdurre innovazioni nel campo della mobilità: occorre invece cercare un nuovo rapporto con la natura . “La sfida è assorbire l’anidride carbonica attraverso i processi di fotosintesi – ha aggiunto l’architetto -. Solo gli alberi, sofisticata tecnologia costitutiva della natura, sono capaci di assorbire la CO2 prodotta”. Quello auspicato, quindi, è “un nuovo rapporto tra sfera urbana e la natura”. “Occorre pensare a un’architettura che abbia il verde come componente essenziale. Così aumentiamo anche la biodiversità delle specie viventi e miglioriamo la qualità della nostra salute”. Insomma, riassumiamo noi, piantare alberi ci salverà.
Al termine dell’intervento del celebre architetto, è stato letto e proposto alla meditazione dei presenti il salmo 8, che qui riportiamo:
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome
su tutta la terra:
sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.
Con la bocca dei bimbi e dei lattanti †
affermi la tua potenza contro i tuoi avversari,
per ridurre al silenzio nemici e ribelli.
Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissate,
che cosa è l'uomo perché te ne ricordi,
il figlio dell'uomo perché te ne curi?
Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli,
di gloria e di onore lo hai coronato:
gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi;
tutti i greggi e gli armenti,
tutte le bestie della campagna;
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,
che percorrono le vie del mare.
O Signore, nostro Dio,
quanto è grande il tuo nome su tutta la terra!
Il cardinal de Donatis nella sua catechesi ha dapprima riassunto il cap. terzo della Laudato si’ e poi ha commentato il salmo 8. Seguiamo l’esposizione del cardinale.
Significativo già il titolo del capitolo terzo: La radice umana della crisi ecologica. In esso il Papa si propone di analizzare ‘la vita e l’azione umana ‘ e anzitutto quello che egli definisce il ‘paradigma tecnocratico dominante’ ,cioè, un modello di vita, che ci viene ampiamente proposto e imposto, basato sull’uso esasperato della tecnologia. Nell’apprezzare gli innumerevoli progressi frutto dell’ingegno e della creatività umana, sottolinea però che “mai l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene, soprattutto se si considera il modo in cui se ne sta servendo” (LS 103). Papa Francesco, cita il teologo Romano Guardini (1885- 1968), e dice che «si tende a credere che “ogni acquisto di potenza sia semplicemente progresso, accrescimento di sicurezza, di utilità, di benessere, di forza vitale, di pienezza di valori”, come se la realtà, il bene e la verità sbocciassero spontaneamente dal potere stesso della tecnologia e dell’economia». Riflettendo sul perché si tenda ad assimilare progresso e bene, Guardini sosteneva che «“l’uomo moderno non è stato educato al retto uso della potenza” perché – dice il Papa - «l’immensa crescita tecnologica non è stata accompagnata da uno sviluppo dell’essere umano per quanto riguarda la responsabilità, i valori e la coscienza» (LS 105) . Dunque, riassumendo: il progresso tecnologico non implica automaticamente un progresso dell’uomo dal punto di vista dei valori.
Il problema quindi, argomenta De Donatis, è: Come va inteso allora il potere o il dominio che l’uomo può esercitare nei confronti dell’intera creazione, di cui parla anche la Scrittura, senza sconfinare nell’abuso? Sviluppando questo ragionamento, al punto 106 dell’enciclica, il Papa parla di “globalizzazione del paradigma tecnocratico” (cioè di diffusione globale del concetto di un progresso scientifico necessario e continuo cui uniformare la nostra vita) e sostiene che l’uomo, man mano che - servendosi della scienza - progredisce nella sua comprensione della natura, utilizza questa comprensione sempre maggiore per realizzare un sempre maggiore dominio sulla natura stessa come se ...si trovasse “di fronte ad una realtà informe totalmente disponibile alla sua manipolazione” (LS106). Seguendo questa logica in modo estremo - continua il Cardinale - l’uomo si pone nei confronti della natura per “estrarre tutto quanto è possibile”, con un atteggiamento che il Papa definisce di “dominio, dominio nel senso stretto della parola” (LS 108), credendo alla “menzogna circa la disponibilità infinita dei beni del pianeta” che lo conduce a “spremerlo fino al limite e oltre il limite” (LS 106). Accade così che invece di essere collaboratore di Dio nell’opera della creazione, egli “si sostituisce a Dio ” (LS 117). Si esalta il progresso scientifico a discapito del rispetto del valore della persona umana e del creato: infatti “quando non si riconosce nella realtà stessa l’importanza di un povero, di un embrione umano, di una persona con disabilità – per fare solo pochi esempi –, difficilmente si sapranno ascoltare le grida della natura stessa (LS 117).
Quanto detto finora fa capire che, se vogliamo che il nostro rapporto con la natura cambi ( se cioè vogliamo una nuova ecologia), occorre che anche l’essere umano cambi, occorre cioè una nuova antropologia, una nuova idea dell’uomo: se continuiamo a considerare l’uomo come un essere come gli altri, che deriva dal caso o che è il risultato di un processo evolutivo naturale – come fa molta parte della filosofia moderna - corriamo il rischio – come dice il Papa, citando Benedetto XVI - che si affievolisca nelle persone la coscienza della responsabilità.
[Mi permetto a questo punto di inserire una ulteriore citazione dall’Enciclica Laudato si’ che non è presente nella catechesi del cardinale vicario, ma che mi sembra completare il pensiero del Papa il quale, al num 119, ricorda che il pensiero cristiano rivendica per l’essere umano un peculiare valore al di sopra delle altre creature.Questo comporta la valorizzazione di ogni persona umana e...stimola il riconoscimento dell’altro ...non si può proporre una adeguata relazione con l’ambiente a prescindere da quella con le altre persone (‘dimensione sociale dell’essere umano’) e con Dio (‘dimensione trascendentale’). Nel num. seguente, il 120, Papa Francesco precisa con chiarezza: ...la difesa della natura non è compatibile con la giustificazione dell’aborto. Non appare praticabile un cammino educativo per l’accoglienza degli esseri deboli che ci circondano...quando non si dà protezione ad un embrione umano. E aggiunge, citando il num. 28 della Caritas in veritate di Benedetto XVI: ‘Se si perde la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono’]
De Donatis ricorda infine un ultimo passo del cap. terzo dell’Enciclica, quello in cui il Papa condanna quello che anche nell’Evangelii gaudium aveva chiamato ‘relativismo pratico’ che caratterizza il nostro tempo e spinge “una persona ad approfittare di un’altra e a trattarla come un mero oggetto” e a considerare la nostra casa comune come una cosa da sfruttare per il massimo profitto. (LS 123) .
A questo punto il cardinale passa a commentare il salmo 8 : Questo salmo che la tradizione attribuisce al re Davide è un inno di lode che sgorga da un cuore che contempla le meraviglie del creato. Allo stesso tempo questo inno celebra la grandezza dell’uomo, nonostante la consapevolezza di essere una creatura piccola e limitata di fronte all’immensità dell’universo.
...Al centro della scena troviamo il Creatore, la cui gloria è narrata dai cieli ma anche dalle labbra degli uomini: “con la bocca di bimbi e di lattanti hai posto una difesa contro i tuoi avversari”. Di fronte alla magnificenza dell’universo il salmista prova una reazione di stupore e all’inizio quasi di incredulità: come può l’Altissimo “ricordarsi” e “prendersi cura” di questa piccola e fragile creatura che è l’uomo? (vv. 4 e 5) ...Subito però aggiunge una straordinaria e sorprendente constatazione: “Davvero lo hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato” (v.6). Proseguendo nella lettura del testo vediamo che nella seconda parte del salmo (v. 6-10), .. l’uomo è presentato come il luogotenente regale del Signore, partecipe della Sua Signoria su tutto l’universo: “gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi” (v. 7). ...Questo esteso dominio ...è un dono di fiducia da parte di Dio che affida alle mani fragili e spesso egoiste dell’uomo il compito di vegliare sulla creazione e garantire l’armonia con gli altri esseri viventi.
Infine De Donatis cita il Padre della Chiesa San Gregorio di Nissa (335-394 ; fu vescovo di Cesarea in Cappadocia) che chiarisce in cosa consiste il potere e il dominio che Dio concede all’uomo:“Iddio fa apparire l’uomo in questo mondo, affinché egli sia, delle meraviglie dell’universo, il contemplatore e la guida”.
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ATTIVITA’ DELLA DIOCESI
Ovviamente, stante l’attuale situazione dovuta all’epidemia del COVID 19 , tutte le attività della Diocesi sono sospese. Il Papa celebrerà i riti della settimana santa nella Basilica di San Pietro. Indico qui gli orari delle Celebrazioni:
5 aprile, Domenica delle Palme: h 11.00, Santa Messa
9 aprile, Giovedì santo: h 18.00 Santa Messa in Coena Domini
10 aprile, Venerdì santo: h. 18.00 Celebrazione della Passione
h. 21.00 Via Crucis , sul sagrato di San Pietro
11 aprile, Sabato santo: h. 21.00 Veglia pasquale
12 aprile, Santa Pasqua di Resurrezione : h. 11.00 Santa Messa e benedizione Urbi et Orbi