“ Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!».
Pietro, tu ti fidi troppo di te stesso, pensi di essere forte e di poter stare in mezzo ai nemici di Gesù senza pericolo. Fuggi, Pietro, è l'ora delle tenebre e il tentatore ti sta vagliando! Quante volte anch'io penso di poter stare con quegli amici, in quegli ambienti, di poter vedere quegli spettacoli, di potermi permettere tutto perché sono adulto. Anch'io mi fido troppo di me stesso e spesso devo riconoscere che il tentatore è più forte di me e si burla della mia vuota baldanza. I santi fuggivano le occasioni pericolose! Insegnami, Signore, la saggezza.
Ed egli negò davanti a tutti: «Non capisco che cosa tu voglia dire».
Pietro, non capisci o non vuoi capire? Fai come me quando mi colgono in fallo? Come siamo ridicoli tutti e due! Tu rinneghi tre anni di intimità con Gesù, io rinnego tanti anni di intimità con il mio coniuge e di affettuosa paternità, quando mi fingo celibe per prendermi un'ora di svago sporco di fuliggine infernale. Quanto ho bisogno di perdono!
Mentre usciva verso l'atrio, lo vide un'altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno».
Tu credi che sia finita, ma il tentatore ha già visto che sei fragile, la paura ti stordisce e allora rincara la dose. Questa volta non ci sono dubbi, la tua appartenenza al Maestro è palese. Anch'io a volte sono stato scoperto nelle mie ambiguità. Poteva essere l'ora del ravvedimento, ma ho preferito continuare il gioco infernale della bugia. E Tu soffrivi, Gesù, e mi guardavi con compassione, perché sei buono e vuoi solo il mio vero bene, Grazie, Gesù.
Ma egli negò di nuovo giurando: «Non conosco quell'uomo».
Neghi ancora, Pietro, come me, e giuri, proprio come ho giurato io tante volte, di non aver fatto quello che mi veniva rimproverato. Giurare è chiamare Dio a testimone, Pietro, come può Dio avallare quello che dici se non è vero? Come può avallare le mie bugie? Siamo due ingenui sprovveduti, solo la misericordia di Dio può darci speranza.
Dopo un poco, i presenti gli si accostarono e dissero a Pietro: «Certo anche tu sei di quelli; la tua parlata ti tradisce!».
Ora c'è una prova in più e gliel'hai data proprio tu, Pietro, aprendo la bocca per mentire, la tua parlata denuncia la tua identità. Quante identità falsate su internet, quanti specchi per le allodole sprovvedute! E come vi cadono, illudendosi di aver trovato finalmente l'amico sincero, la donna della loro vita, la grande occasione. L'industria del peccato è più fiorente di quella della virtù ed io come un pesce senza cervello, abbocco all'amo traditore. Gesù, abbi pietà della mia stoltezza.
Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell'uomo!».
Siamo arrivati alla frutta, Pietro, l'imprecazione è l'arma di chi si vede perduto. Anch'io ho fatto questa esperienza e la ripeto ogni volta che ho torto. Quando imparerò, Signore?
E subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò delle parole dette da Gesù: «Prima che il gallo canti, mi rinnegherai tre volte».
Gallo benedetto, perché non hai cantato prima? Avrei evitato tanta stoltezza! Ma forse non ti avrei ascoltato, ero troppo preso a difendere me stesso. Perdonami, Signore!
E uscito all'aperto, pianse amaramente ”. (Mt 26:69-75)
Solo adesso esci, Pietro, ma non è troppo tardi, il tuo pianto scende nel Cuore trafitto del tuo Gesù e vi porta il balsamo del pentimento e del perdono. Insegnami, Signore, a piangere i miei peccati. Insegnami la vera contrizione, che segna l'inizio della vera conversione. Amen.