“ Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui.
Simone di Cirene, beato te che hai potuto sentire sulle tue spalle il peso della Croce più santa del mondo e hai alleviato il cammino del Martire divino! Anch'io, Signore, ho avuto e ho questa fortuna, ma spesso non mi accorgo che sei Tu che mi chiedi aiuto. Perdonami, Signore, e rendimi più sensibile alle altrui sofferenze.
Giunti a un luogo detto Gòlgota, che significa luogo del cranio, gli diedero da bere vino mescolato con fiele; ma egli, assaggiatolo, non ne volle bere.
Quel vino mirrato è la falsa pietà che questi poveri soldati praticano verso di Te, Gesù, prima di iniziare il supplizio della crocifissione. Anch'io, qualche volta, dico, a parenti ed amici, parole dolci, comprensive, che non corrispondono ai pensieri del mio cuore. E' il mio vino mirrato. Quanto vino mirato viene offerto ai nostri giorni alle spose o agli sposi traditi, ai figli abbandonati. Giustamente Tu, Gesù, non hai voluto quel rimedio ipocrita e hai preferito la nuda verità. Insegnaci, Signore, a non scollegare la mente dalla coscienza, l'apparenza dalla verità.
Dopo averlo quindi crocifisso, si spartirono le sue vesti tirandole a sorte. E sedutisi, gli facevano la guardia.
Non hai più niente, Gesù, Maria non può avere neanche il ricordo della veste intrisa del tuo sangue: se la tirano a sorte i soldati. Ma forse è giusto che sia così: loro hanno più bisogno di Te di essere purificati da quel Sangue. Lei, la tutta santa, la tutta pura, la donna forte sta in piedi e fa il vero servizio di guardia al Re che muore. Madre di misericordia, vieni anche al mio capezzale, nell'ultima ora, per proteggermi dal maligno e consegnare la mia anima al Padre.
Al di sopra del suo capo, posero la motivazione scritta della sua condanna: «Questi è Gesù, il re dei Giudei».
Non solo dei Giudei, Gesù, Tu sei Re, ma sei Re del mio cuore, della mia famiglia, della mia patria, del mondo intero. Ma la tua sorte è sempre la stessa: quella di dare la vita. Donala con amore per i tanti figli ingrati di oggi, donala per me, donala per i miei cari.
Insieme con lui furono crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.
Sei in buona compagnia, Gesù: “sei stato annoverato tra i malfattori”, anzi sei il più malfattore di tutti se la pena che ti hanno inflitto è più crudele della loro. Sì, Gesù, perché il più malfattore sono io e Tu hai preso il mio posto! Come dirti grazie, o mio Salvatore?
E quelli che passavano di là lo insultavano scuotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e lo ricostruisci in tre giorni, salva te stesso! Se tu sei Figlio di Dio, scendi dalla croce!».
Ma Tu non scendi dalla croce perché non solo stai salvando Te stesso, ma stai salvando tutti noi. Non puoi scendere dalla croce, Gesù, perché anche se mi mettessi io al tuo posto, l'umanità non avrebbe speranza. Resta sulla croce, Gesù, e insegnami a vivere con dignità regale la mia piccola croce.
Anche i sommi sacerdoti con gli scribi e gli anziani lo schernivano: «Ha salvato gli altri, non può salvare se stesso. È il re d'Israele, scenda ora dalla croce e gli crederemo”.
No, non credereste, sacerdoti, scribi e farisei ipocriti, non credereste perché il vostro cuore è indurito nell'invidia e nell'odio. Gesù, non permettere che io ripeta il loro peccato.