PARABOLA DEL FICO (Mt 24,32-44)
Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte. In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.
Come fu ai giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e marito, fino a quando Noè entrò nell'arca, e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e inghiottì tutti, così sarà anche alla venuta del Figlio dell'uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno sarà preso e l'altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una sarà presa e l'altra lasciata.
Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.
Le parabole di Gesù sono deliziose perle di verità, racchiuse in semplici astucci. Non è una lezione di botanica, ma è un richiamo alla riflessione profonda che sa prendere da ogni evento spunto si meditazione. Il miracolo permanente della vita che si rinnova ad ogni primavera, è un messaggio di speranza, che ci rassicura che non ci saranno sorprese nel corso dell'anno.
Quando però il miracolo è permanente, noi finiamo per vederlo come un evento naturale e non ci stupisce più, non eleviamo più il nostro pensiero a Dio per lodarlo e ringraziarlo.
Questo per la similitudine, Gesù però non voleva richiamarci solo alla gratitudine, ma voleva portare la nostra riflessione dal noto all'ignoto, dalla natura alla grazia, la natura fa da maestra. Anche in campo spirituale succede la stessa cosa.
Nel matrimonio : se vedi segni di attenzione reciproca, di reciproco sostegno, di dialogo rispettoso, di fedeltà, di interesse, di attaccamento, di affetto, capisci che l'amore germoglia in atti concreti, puoi ringraziare Dio. Se avviene il contrario: attenzione! Qualcosa non va! Occorre rivedere la situazione, bisogna fermarsi e analizzare il sistema coppia – famiglia, per rimediare.
Nell'educazione dei figli: se sono studiosi, aperti, gioiosi, desiderosi di affetto, affettuosi essi stessi, se collaborano in famiglia, se rispettano le regole, se frequentano la chiesa e i sacramenti, se hanno amicizie sane, se assolvono ai loro doveri, se non poltriscono a letto…. Si capisce che la loro giovinezza sta germogliando sotto lo sguardo protettore e benedicente di Dio; se avviene il contrario, è un campanello d'allarme: ci avverte che bisogna prendere provvedimenti.
Nella vita spirituale : se rivolgiamo spesso il pensiero a Dio, se viviamo nella sua grazia, se siamo fedeli agli impegni presi, se siamo sensibili ai bisogni altrui, se nelle avversità rafforziamo la nostra speranza e progrediamo nella pace, se ci lasciamo rigenerare dalla grazia per mezzo della confessione ogni volta che ne abbiamo bisogno, se facciamo attenzione a tutto il nostro essere: corpo, cuore, anima, perché tutto si esprima con equilibrio, possiamo stare tranquilli; se qualche elemento in noi geme, è segno che dobbiamo cambiare gli aspetti difettosi.
Quando vediamo nel mondo i segni apocalittici , possiamo pensare che il tempo della manifestazione di Gesù è iniziato. Le situazioni che viviamo ci fanno pensare che l'allerta è iniziato e perciò non è prudente da parte nostra far finta di niente: c'è scarsa fede, molta trasgressione, tanta fragilità spirituale, calamità e segni premonitori, messaggi dal cielo… che altro aspettiamo per convertirci? Il rimandare non è saggio. Potrebbe essere troppo tardi.