IL CRISTO, FIGLIO E SIGNORE DI DAVIDE (Mt 22,41-46; 23,1-12)
"Trovandosi i farisei riuniti insieme, Gesù chiese
loro: "Che ne pensate del Messia? Di chi è figlio?".
Gli risposero: "Di Davide". Ed egli a loro: "Come
mai allora Davide, sotto ispirazione, lo chiama Signore, dicendo:
Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra,
finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi?
Se dunque Davide lo chiama Signore, come può essere suo
figlio?". Nessuno era in grado di rispondergli nulla; e nessuno,
da quel giorno in poi, osò interrogarlo.
Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo:
"Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi
e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate
secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano
infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente,
ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro
opere le fanno per essere ammirati dagli uomini: allargano i loro
filattèri e allungano le frange; amano posti d'onore nei
conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze,
come anche sentirsi chiamare "rabbì" dalla gente.
Ma voi non fatevi chiamare "rabbì", perché
uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli.
E non chiamate nessuno "padre" sulla terra, perché
uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi
chiamare "maestri", perché uno solo è
il vostro Maestro, il Cristo. Il più grande tra voi sia
vostro servo; chi invece si innalzerà sarà abbassato
e chi si abbasserà sarà innalzato".
In quante maniere Gesù ha cercato di rivelare la sua
identità! Il popolo di Dio conosceva la promessa fatta
ai progenitori nel giardino dell'Eden e poi precisata attraverso
i Patriarchi e i Profeti: il Messia doveva incarnarsi, apparire
in forma umana, nascere da una Vergine a Betlemme. Sapevano che
doveva essere un discendente di Davide, ma doveva superarlo per
potere e forza soprannaturale
. Ma questo Dio che parla con
parole umane e mette in luce gli angoli bui, questo Messia che
risveglia le coscienze che poi danno rimorso, non piace, quindi
è meglio negarlo.
Avevano immaginato un Messia di parte, che si sarebbe schierato
a favore del suo popolo e magari avrebbe schiacciato con la sua
potenza gli altri popoli; e invece Gesù di Nazareth approva
in base alla fedeltà alla legge e all'amore verso il prossimo.
Essi invece si erano aggiustata la legge a misura di egoismo e
Lui gliela strappava di dosso con quei terribili: "Guai a
voi, scribi e farisei ipocriti!". No, questo Messia proprio
non va. Interrogati direttamente da Gesù sull'identità
del Messia, preferiscono non rispondere, per non essere smascherati
dalle loro stesse parole.
E allora il Misericordioso, sarà costretto a mettere in
guardia i retti di cuore, perché non siano confusi: "Quello
che vi dicono fatelo, ma non imitate il loro modo di agire",
perché si fanno maestri ma non sono testimoni, hanno fatto
della Parola di Dio la loro bandiera, ma l'hanno strumentalizzata
per i loro interessi, per arricchire, per condannare, per asservire.
Noi diremmo: "Abuso di potere". Sono pastori che non
pascolano il gregge. Uno solo è il Maestro, uno solo è
il Padre, quello dei cieli.
Cosa può dire questa pagina di Vangelo ad una coppia cristiana?
Sicuramente dice che non basta stabilire le regole familiari,
bisogna per primi metterle in atto. Dice che i figli vanno educati
più con l'esempio che con le parole. Dice che non bisogna
abusare del proprio potere, imponendo ai figli comportamenti che
magari soddisfano il nostro orgoglio ma non tengono conto delle
reali possibilità dei figli stessi. C'invita a riflettere
sulle parole di Gesù: "Fate quello che vi dicono ma
non imitate ciò che fanno"
., sarebbe terribile
se Gesù dovesse ripetere questa frase ai nostri figli,
alunni, dipendenti
Sarebbe la più chiara conferma
che il nostro decantato "cammino di fede" è stato
solo una comoda maschera.
Ma auguriamoci e adoperiamoci perché questo non avvenga
mai.
G 20 Preghiera a due voci 9
· "Trovandosi i farisei riuniti insieme, Gesù
chiese loro: "Che ne pensate del Messia? Di chi è
figlio?". Gli risposero: "Di Davide".
· Gesù, oggi questa domanda Tu la rivolgi a noi,
e noi rispondiamo che sei il Figlio di Dio e di Maria Vergine,
che sei il nostro Salvatore e Redentore. Ma è sufficiente
sapere la risposta?
· Ed egli a loro: "Come mai allora Davide, sotto
ispirazione, lo chiama Signore, dicendo:
Ha detto il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra,
finché io non abbia posto i tuoi nemici sotto i tuoi piedi?
· Anche se sappiamo tante cose, forse non abbiamo capito
la Tua divinità, non abbiamo capito che sei il Re del cielo
e della terra, che sarai nostro giudice
Gesù, in
quell'ora noi vogliamo sperare che Tu non sarai nostro giudice
ma nostro avvocato e difensore.
· Se dunque Davide lo chiama Signore, come può
essere suo figlio?". Nessuno era in grado di rispondergli
nulla; e nessuno, da quel giorno in poi, osò interrogarlo.
· Il nostro sapere, come il sapere degli scribi e farisei,
sicuramente ci dà una grande responsabilità, quella
di conformare la nostra vita in base alla verità rivelata.
· Allora Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli
dicendo: "Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli
scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma
non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno.
· Gesù, aiutaci a convertire il nostro cuore, perché
non vogliamo sentire, rivolte a noi queste parole. Aiutaci ad
essere coerenti, ad essere un Vangelo vivo, creature nuove rinate
non solo dall'acqua e dallo Spirito, ma plasmate dalla tua Parola.
· Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle
spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con
un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dagli
uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange;
amano posti d'onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe
e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare "rabbì"
dalla gente.
· Quante volte anche noi, scioccamente, riduciamo la nostra
religiosità ad un vanto, quasi una carta di identità,
un lasciapassare che ci mette in posizione di privilegio. Ma Gesù
buono, l'unica nostra grande fortuna è il tuo Amore Misericordioso,
che ti rende inesauribile nella pazienza e nella compassione verso
la nostra stoltezza.
· Ma voi non fatevi chiamare "rabbì",
perché uno solo è il vostro maestro e voi siete
tutti fratelli.
· Siamo fratelli. Che grande frase! Ma se veramente siamo
tutti fratelli, perché tante classificazioni, tante riserve,
tanti giudizi, tante condanne, tante selezioni? Gesù buono,
quanto hai ragione di dire che siamo ipocriti! Abbi misericordia
di noi!
· E non chiamate nessuno "padre" sulla terra,
perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo.
· Gesù, facci conoscere questo Padre santo, dacci
un po' del tuo amore perché sappiamo amarlo a nostra volta
come Tu lo ami. Aiutaci a non deluderlo con la nostra indifferenza.
· E non fatevi chiamare "maestri", perché
uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.
· Gesù, insegnaci l'umiltà che è verità.
Chi di noi può arrogarsi l'ardire di farsi maestro?
· Il più grande tra voi sia vostro servo; chi invece
si innalzerà sarà abbassato e chi si abbasserà
sarà innalzato".
· E tu, Madre santa, insegnaci la scienza del tuo "Magnificat".
Amen.