ISTITUZIONE DELL'EUCARISTIA (Mt 26,26-29)
Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: «Prendete e mangiate; questo è il mio corpo». Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio».
La Madre Speranza fa notare che mentre gli uomini preparano la croce a Gesù, Egli prepara loro un convito…. L'Amore Misericordioso di Dio non risponde mai all'ingratitudine e al rifiuto, con il disprezzo o l'abbandono, ma sprigiona sempre da Sé un amore più grande dell'ingratitudine umana, fino a raggiungere, nell'ora dell'ingratitudine e della malvagità estrema, l'estremo del dono di Sé nell'Eucaristia.
Che scuola d'amore! Quando impareremo la lezione noi, piccoli uomini egoisti e calcolatori? Gesù tira fuori dal suo Cuore solo amore, perché Lui è, nella sua natura Amore. Noi viviamo sentimenti contrastanti, nel nostro intimo si agitano impazienze, egoismi, modi di vedere e di sentire personali, ai quali non siamo capaci di rinunciare, per accogliere i pensieri e i sentimenti di Dio e dei fratelli.
Gesù, si dona senza riserva e si dona anche all'uomo peccatore, all'uomo ingrato; si dona per risanare la sua umanità, per mettergli dentro la divinità. Quanto è grande il Signore! Come confonde la nostra mentalità calcolatrice e selettiva! Noi, anche in famiglia, ci doniamo a chi corrisponde al nostro amore, ci doniamo finché il donarsi è bello e gratificante, finché c'è una risposta che soddisfa il nostro egoismo, la nostra libidine, la nostra ambizione, ma non appena la risposta diventa poco soddisfacente, ritiriamo il nostro amore, ci rinchiudiamo, orgogliosi e risentiti, nel nostro mutismo pieno di parole inespresse ma chiaramente leggibili nel nostro atteggiamento e orientiamo altrove il nostro amore, senza crisi di coscienza circa le promesse di fedeltà fatte e reiterate tante volte. Siamo veramente labili e inaffidabili!
L'amore di Dio, al contrario, tende a costruire la risposta all'amore, iniettando nella creatura ferita dall'infedeltà e dall'egoismo, il germe della creatura nuova, capace di staccare gli occhi dalla terra per elevarli verso il cielo, e lì incontrare il volto del Padre buono e misericordioso.
Noi, pur desiderosi d'amare, non sappiamo gestire le nostre emozioni; eppure anche il nostro piccolo ed imperfetto amore, sarebbe capace di fare pressione alla porta del cuore egoista del coniuge, del fratello, dell'amico e farlo riflettere, convincerlo del suo errore, indurlo a conversione. Purtroppo però, ci manca il tempo della pazienza, dell'attesa, dell'amore oblativo, capace di soffrire e di offrire la propria sofferenza, perché la coppia o la famiglia rimanga nell'amore.
L'Eucaristia è a tutti i titoli scuola di vita e d'amore; noi non finiremo mai di capire i significati che racchiude in sé. Anche volendo leggere in ordine temporale la missione di Gesù Maestro e Redentore, si può notare un crescendo: l'Eucaristia, il cui solo l'annuncio aveva ottenuto il risultato di scandalizzare i suoi seguaci, al punto che si era ritrovato solo con gli Apostoli, viene istituita il giorno stesso della sua cattura, cioè della consegna di se stesso al Padre e agli uomini perché lo offrissero in sacrificio; Gesù anticipa questo grande sacrificio, facendoci capire il valore eterno dell'Eucaristia, che, essendo cosa divina, sfugge alla legge del tempo e partecipa dell'eternità. In quanto tale, non possiamo stupirci se non la comprendiamo pienamente. Essa è però per l'uomo e perciò dobbiamo farne oggetto di riflessione continua, perché racchiude lezioni di vita e d'amore divino, cui deve tendere anche il nostro amore, se vuole crescere e raggiungere la dimensione della fedeltà, della gratuità, del dono vero di sé, in cui si avverte di riuscire a dare valore alla propria vita.