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DICEMBRE 2006

 

 

 

GESU' DAVANTI A PILATO

  “ Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose «Tu lo dici». E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestano contro di te?». Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.

   Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

  Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua». Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!». Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!».

  Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi!». E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli». Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso. Matteo 27:11-26

 

  Pilato è un romano preposto alla giustizia. E' simbolo di tutti quelli che avendo un incarico pubblico, sono chiamati a compierlo con rettitudine, costi quel che costi. Egli analizza la querela portata contro Gesù e capisce che non ci sono i motivi per la condanna, anzi capisce che chi lo denuncia non è mosso da zelo per il bene comune ma da sentimenti d'invidia. Capisce che essi dovrebbero essere puniti e non Gesù, ma prova a sentire l'imputato che però tace e non contesta. Gesù si comporta così non per disprezzo verso un pubblico ufficiale perché risponde alle domande dirette che egli gli fa sulla sua regalità, ma non vuole più sottolineare il fango che c'è nel cuore dei suoi accusatori. Tante volte ha provato a parlare direttamente con loro, nel tentativo di farli riflettere, ora sarebbe inutile. E d'altra parte Egli ha accettato il calice della malizia umana dalle mani del Padre e non è più l'Innocente, è il “Grande peccatore”, quindi i peccati sono tutti suoi e Lui non intende venir meno davanti al Padre, accusando i fratelli.

  Se entrassimo nel pensiero di Dio! Se potessimo sondare la profondità del Suo perdono, nulla ci sembrerebbe più strano nel comportamento di Gesù. Gesù non è un orgoglioso che si chiude in un silenzio punitivo, è l'agnello innocente che paga per tutti i peccatori e non apre bocca per lamentarsi. Quando le cose si fanno per amore, non ci si lamenta, non si fa pesare il proprio sacrificio. E Gesù si stava offrendo per amore. Il suo silenzio è amore.

  Pilato avrebbe potuto comportarsi in maniera più dignitosa? Le occasioni gli sono state offerte anche dal sogno della moglie oltre che dall'analisi della situazione e dalla sua rettitudine romana, ma egli compie l'imprudenza di trattare con gli accusatori; baratta Gesù con Barabba, come se il confronto schiacciante avesse potuto far regredire gli accusatori dal loro giudizio, ma quando il cuore si è pervertito non ci sono stimoli che bastano a richiamarli, si vuole andare fino in fondo costi quel che costi!

  Dopo la prima capitolazione Pilato ne compie un'altra: ordina la flagellazione. Perché mai deve essere flagellato Gesù? Il peccato di Pilato è un grave peccato di omissione. Peccati che forse noi non confessiamo mai. Quindi si lava le mani. Ma la Madre Speranza dice: “Non giudichiamo Pilato con maggiore durezza di quella usata da Gesù. Tuttavia possiamo dire che neppure tutta l'acqua del mare e dei fiumi potrà mai lavare la macchia dalle mani di Pilato”.

 

 

 
 

 

 

 

 

•  “ Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose «Tu lo dici».

•  Gesù, sei il nostro Re. Noi ti ringraziamo, ti benediciamo, ti adoriamo. Non vogliamo altro Re che Te, Dio del cielo e della terra.

 

 

•  E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestano contro di te?». Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.

•  Quando le parole sono ormai inutili, Tu, Parola del Padre, taci. Ne hai dette tante e non abbiamo cambiato vita, ora dai la Vita per darci l'ultima possibilità di salvarci. Gesù, se non abbiamo imparato da Te a parlare, insegnaci almeno a tacere nei momenti grandi della vita.

 

 

•  Il governatore era solito, per ciascuna festa di Pasqua, rilasciare al popolo un prigioniero, a loro scelta. Avevano in quel tempo un prigioniero famoso, detto Barabba. Mentre quindi si trovavano riuniti, Pilato disse loro: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?». Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

•  C'era ancora un'umiliazione da subire, dolce Gesù: il confronto con Barabba! Ma Tu non temi di sporcarti l'immagine al suo confronto, Tu sei il “Grande Peccatore”, l'unico peccatore di fronte al Padre, hai accettato il tuo calice e lo bevi fino all'ultima goccia. Che confusione per me che non so sopportare neanche la più piccola offesa!

 

 

•  Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto; perché oggi fui molto turbata in sogno, per causa sua ».

•  Anche il sogno è un avvertimento per il pagano che credeva agli ai sogni, al volo degli uccelli e a tante povere fantasie di chi non possiede la Verità , ma l'uomo è debole, la verga della giustizia sta in mani fragili, l'orgoglio romano va in frantumi. Povero Pilato! Tu. come me, non sai cogliere le occasioni che la Provvidenza ti offre per salvarti!

 

•  Ma i sommi sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a richiedere Barabba e a far morire Gesù. Allora il governatore domandò: «Chi dei due volete che vi rilasci?». Quelli risposero: «Barabba!». Disse loro Pilato: «Che farò dunque di Gesù chiamato il Cristo?». Tutti gli risposero: «Sia crocifisso!». Ed egli aggiunse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora urlarono: «Sia crocifisso!».

•  “Sia crocifisso!” La croce è il tuo trono eterno, Figlio di Dio, Amore Misericordioso: le braccia aperte ad intercedere per noi, il cuore squarciato per offrirci il tuo sangue, la parola di perdono per poter riconsegnare al Padre, noi, i fratelli ingrati. Grazie, Gesù!

 

 

•  Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto cresceva sempre più, presa dell'acqua, si lavò le mani davanti alla folla: «Non sono responsabile, disse, di questo sangue; vedetevela voi !».

•  No, Pilato, non così si pratica la giustizia a Roma. L'innocente viene protetto, il trasgressore viene punito, ma tu non sei forte, sei un povero uomo pauroso, t'impressiona l'urlo della gente. Povero Pilato, ma chi laverà le tue mani? L'acqua non basta.

 

 

•  E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada sopra di noi e sopra i nostri figli». Allora rilasciò loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò ai soldati perché fosse crocifisso ”.

•  Il popolo profetico profetizza ancora, nonostante la sua malizia. Continua, Israele, a invocare il Suo Sangue sui tuoi figli e su tutti i figli degli uomini. Solo quel sangue può salvarli. Amen, Gesù. Salvaci tutti con il Tuo Sangue prezioso.

 

 

 
 

 


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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