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APRILE 2005

     

PARABOLA DEL MAGGIORDOMO (Mt 24,45-51)

Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto? Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così! In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni.
Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi, arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa, lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano: e là sarà pianto e stridore di denti.

Siamo tutti servi del Signore, chiamati in questa terra a vivere una missione. E' dovere del servo fedele eseguire l'ordine del padrone.

C'è una missione comune ad ogni uomo ed è quella di vivere nell'amore riconoscente verso Dio che ci ha tratti dal nulla ed essere attenti al suo volere per eseguirlo; e c'è una missione specifica per ogni uomo. Dopo l'adolescenza di solito capiamo dalla spinta interiore, come il Signore vuole che lo serviamo: Egli ci parla attraverso l'ispirazione e ci affida il compito che, come servi, dobbiamo svolgere. Per molti questo compito si esplicita attraverso la forma di vita matrimoniale, che dà vita ad una nuova cellula nel Corpo Mistico di Cristo.

Chi vuol essere servo responsabile deve lavorare con coscienza, santificando il lavoro attraverso un servizio utile ai fratelli o procurandogli un prodotto necessario alla sua esistenza.

Per ciò che riguarda la formazione della famiglia, l'impegno è ancora maggiore, perché questa missione lo pone come sacramento, cioè segno visibile del Dio invisibile. La famiglia, infatti, riproduce in versione umana, lo stesso dinamismo che c'è nella Trinità, che ama e genera vita, che la alimenta e l'assiste durante la sua crescita. Noi possiamo pensare che il nostro comportamento in campo lavorativo o in seno alla famiglia sia un fatto privato, del quale non dobbiamo rendere conto a nessuno, ma il Vangelo ci dice che così non è: Dio osserva il comportamento dell'uomo sulla terra e lo valuta, accreditandogli a giustizia ogni atto d'amore e a demerito ogni omissione, a condanna ogni atto cattivo. Alla fine della giornata terrena ognuno di noi riceverà la ricompensa o il castigo proporzionati al bene o al male che abbiamo fatto.

Dio il controllo elettronico di ciò che avviene sulla terra ce l'ha fin dall'eternità, non ha bisogno di microspie, gli basta il suo sguardo. Egli legge sul nostro volto, nel fondo dei nostri occhi, nel fondo del nostro cuore, la sua luce rivela la verità e la rende palese.

Sarà bello allora, per il servo fedele, osservare la compiacenza di Dio e ricevere la sua fiducia e il suo abbraccio per l'eternità, ma sarà anche immensamente triste, per chi in terra sarà vissuto ignorando e negando Dio, disprezzando i suoi consigli, preoccupato solo di soddisfare i suoi egoismi, vedere, nella luce divina, che ciò che lo divide da Dio è abissale e il giudizio è irreversibile.

Ma questo non permetteremo che avvenga per nessuno. Porteremo nel cuore e nella preghiera le miserie e le infedeltà di tutti gli uomini della terra e le redimeremo con il nostro amore e con il nostro sacrificio, che uniremo a quello di Cristo ad ogni Eucaristia. In modo particolare faremo questo per i nostri familiari, ricordando che Dio accetta la riparazione sostitutiva e santifica chi la esercita. Per loro in particolare sono le parole di Gesù: “Vieni, servo buono e fedele, sei stato fedele nel poco, ti farò padrone di molte ricchezze; entra nella gioia del tuo Signore”.

 

 

 

 

 

     

 

•  Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha preposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo al tempo dovuto?

•  Quel servo, Gesù, sono io. Io ho avuto in custodia il mio coniuge, i miei figli, i miei parenti, forse degli alunni, dei colleghi, dei dipendenti, degli amici, …. Tu ti sei fidato di me! Perdonami se non li ho amati come dovevo, se non ho provveduto alle loro necessità con sollecitudine e con gioia, se ho dato loro esempio di egoismo e di indifferenza. Oggi te li presento tutti nel calice del mio cuore e ti chiedo di riparare alle mie trascuratezze, di supplire alle mie deficienze.

•  Beato quel servo che il padrone al suo ritorno troverà ad agire così!

•  L'alimento che devo distribuire è dare con giustizia ed equità quanto abbisognano per il corpo; soddisfare alle esigenze del cuore con una relazione serena, comprensiva, fraterna, provvedere alla loro anima con una sana educazione alla fede se sono piccoli, con il consiglio e la preghiera se sono grandi. Aiutami, Gesù, benedicimi, affinché io possa assolvere in maniera adeguata alla mia missione.

•  In verità vi dico: gli affiderà l'amministrazione di tutti i suoi beni.

•  Gesù, non voglio onori e riconoscimenti. Sono servo inutile, se riesco a fare qualcosa di buono è solo con il tuo aiuto, ma desidero immensamente farti felice, anche se ciò che faccio è insignificante. Tu sei Padre e tenera Madre e godi anche per la buona volontà delle tue creature. Fa' che io non perda mai di vista il tuo volto.

•  Ma se questo servo malvagio dicesse in cuor suo: Il mio padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a bere e a mangiare con gli ubriaconi,

•  Signore, non permettere che mi comporti da incosciente, da profittatore, da spregiudicato. Non voglio fare del male a nessuno e neanche a me stesso, perché Tu tieni alla mia vita come a quella delle altre creature. Ti prego per tutti i fratelli che, ingannati, si comportano da servi malvagi. Concedi ad essi la conversione e la forza di cambiare vita.

•  arriverà il padrone quando il servo non se l'aspetta e nell'ora che non sa,

•  Tu, Gesù, hai detto che arriverai quando io non me l'aspetto. Aiutami, allora, ad essere sempre pronto. Ti ripeto con Madre Speranza: “Toglimi la vita prima che arrivi ad offenderti”. Perdere questa vita è meno grave che perdere l'anima per l'eternità. Concedimela, Gesù, questa grazia e concedila a tutti i miei cari. “La morte ma non peccato!”.

•  lo punirà con rigore e gli infliggerà la sorte che gli ipocriti si meritano:

•  Signore buono, non dimenticare la tua misericordia. Siamo creature fragili e povere, impastate di terra, avviluppate nella materialità, poco attenti alle realtà spirituali. Lavoraci il cuore, lavoraci l'anima, rendici forti contro le insidie del maligno, concedici di essere vittoriosi sulla nostra natura corrotta.

•  e là sarà pianto e stridore di denti.

•  Gesù, fa' che questo luogo di punizione eterna, resti vuoto. Fa' che per nessuno sia stata inutile la tua passione e morte. Ripeti al Padre: “Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno!”.

 

 

 


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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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