I rapporti umani (Dada)
I valori acquistano vitalità e significati attraverso i rapporti umani e non solo. Infatti gli esseri umani vivono nella biosfera, luogo dove si intrecciano altre forme di vita, tutte in relazione tra di loro. Quindi l’ambiente della biosfera è, nella sua complessità, legato a tutte le forme di vita. E’ evidente che i rapporti fra gli uomini, gli unici dotati di pensiero riflesso, diventano densi di significato se si accompagnano ai valori che vivificano il pensiero, l’affettività, le scelte, lo spirito. Tuttavia non è semplice la comunicazione in questo contesto così variegato.
Difficile comunicare con persone anaffettive, vendicative, rancorose, piene di odio, egoiste, egocentriche, esibizioniste… Soggetti incapaci di relazionarsi, spesso legate ad ideologie che rendono statica la loro esistenza. Non vivono perché non hanno la percezione di sé, non si amano, non sono capaci di uno scambio di verità, che aiuta a stabilire un rapporto confidenziale di amicizia e di solidarietà. Le loro ideologie si imprigionano in un mondo chiuso a ogni rapporto autentico. Prendiamo per esempio il capitalismo e il conseguente consumismo: sono prigioni che legano e tolgono il respiro. In questo mondo che genera mostri non c’è né pace né libertà, non c’è l’impulso a mettere in gioco tutta la nostra persona con coraggio e voglia di verità, c’è solo la ferocia del pensiero utilitaristico, in nome del quale l’uomo diventa oggetto di mercimonio e, quando non rende più, si getta via: avanti un altro!
Dunque, se non si applicano dei “valori aggiunti” alle relazioni umane, il linguaggio verbale non basata, ci vogliono contenuti, altrimenti la conversazione diventa formale, sterile.
La vita di Gesù è stata tutta un relazionarsi in modo eccellente. Pensiamo ai suoi contatti con i farisei, di cui accettava anche gli incontri conviviali. Pensiamo al momento di grande tensione emotiva che dava inizio alla lapidazione dell’adultera, alla festa delle nozze di Cana, allo sguardo che Gesù, carico di pietà e di amore, rivolge a Pietro traditore. Persino morente sulla Croce, Egli comunicò con coloro che lo stavano uccidendo, chiamando il Padre perché venissero perdonati.
Che cosa hanno fatto a Gesù coloro che aveva chiamato amici? Lo hanno venduto e tradito.
L’amicizia è scambio del nostro stesso spirito, è voglia di mettersi in gioco insieme, con coraggio e fiducia reciproca. Così l’amico diventa affine, nostro analogo, desideroso di fare un cammino insieme, senza paure, fiduciosi.
Non più tribù nomadi che si muovono alla ricerca di mezzi per sopravvivere, ma consapevolezze che si uniscono per creare la società dell’amore, con serenità, cercando di fare bene: questo è il gusto di vivere, è dare sapore alla vita. Come fa il pittore sulla tela bianca: egli traccia un primo segno e via via altri, sino a comporre un’opera significativa, con i suoi colori, amati e significanti il suo gusto, la sua interiorità.
La comunicazione contiene qualcosa di sacro, perché trascende dalla corporalità; è dono e accoglienza. E’ dono e per-dono, è amore e scambio, coinvolge i sensi e va oltre, verso il pensiero riflesso, è linguaggio dell’anima.
Nello scambio relazionale noi anche ci accorgiamo di noi stessi, percepiamo la nostra capacità di scambio di sentimenti, di amore, di collaborazione per il bene reciproco, perché l’amore è unitivo e creativo insieme. Da questo tipo di relazione nasce la pace e la libertà: due valori che si contrappongono alla cultura del potere e della prevaricazione. La relazione vera, autentica costruisce significati, è lasciare quindi un segno. Tutto ciò che è creatività è “L’intelligenza che si diverte”. (Albert Einstein). E’ intelligenza illuminata che crea un linguaggio, quello che scaturisce da una mente libera, che si fa capace di ascoltare la voce dello Spirito e di dargli vita.
“Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà render salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dagli uomini”.(Mt 5.13)