Il figliol prodigo
Accade un giorno che un figlio chiede a suo padre di entrare in possesso del denaro, che gli spetta di diritto per eredità. Il suo intento è quello di andare via dalla casa paterna, in cerca di nuove esperienze.
Il padre lo accontenta, pur nella sofferenza di vedere quel figlio, trasgressivo e insofferente, andare incontro all’ignoto.
La parabola del “Figliol prodigo” continua raccontando che il giovane s’incammina per andare lontano, a dilapidare, in piaceri materiali, tutto il capitale preteso dal padre. Preso da un forte desiderio di scoprire altri mondi e di provare l’ebbrezza di nuove emozioni, lontano da un quotidiano che gli sta stretto, non amato, troppo monotono per lui così insofferente; egli si incammina senza ripensamenti. Può darsi che questa scelta rappresenti per lui una via di fuga; egli scappa forse da un malessere dovuto in sostanza ad una incapacità di impostare relazioni vere, in primis con il padre, poi con il fratello e, forse ancor con le persone con cui condivideva l’impegno lavorativo. Tutto fatto senza amore.
Quel figlio, incapace di amare, e che non si ama, annoiato di tutto, sogna la felicità come soluzione, per liberarsi da un certo senso di inadeguatezza e di noia, ormai diventate insopportabili.
Si può immaginare che il ragazzo vada di corsa incontro ai suoi sogni, ansioso di trovare qualcosa e qualcuno capace di scuoterlo da quel sentimento di estraneità, diventato ormai insopportabile.
Va lontano il ragazzo, perché finalmente trova un mondo variegato, fatto di personaggi senza valori e senza scrupoli, dove l’unico interesse è quello di soddisfare i desideri materiali e dove il denaro fa da elemento unificante.
Il giovane, che di denaro ne ha parecchio, sente un certo fascino per quella vita fatta di disimpegno e di piaceri e si lascia blandire. Conosce gente senza scrupoli, che brulica in ambienti corrotti e che gli offre con facilità tutto ciò a cui egli anela.
Il tempo passa e le passioni insane, i vizi, vengono fomentati e soddisfatti.
Ma quella comunità, fatta di balordi e di scarti umani, pratica a sua volta la facile soluzione dello scarto. Quando il giovane non ha più soldi, viene dimenticato e scartato, gettato senza pietà in un porcile, a nutrirsi del cibo dei maiali.
Scarto fra gli scarti, il giovane ora si trova solo e ad un bivio: continuare una vita di corruzione e di compromessi (maiale fra i maiali) o cominciare a riflettere?
Nella solitudine in cui è piombato egli trova finalmente il tempo di pensare, e si specchia nella realtà dei suo degrado, ne vede lo squallore e si sente perso, senza punti di riferimento. Egli è ora senza più dignità, corrotto e infelice. Ma il tempo per riflettere gli offre infine la soluzione:tornare da dove un tempo era scappato.
Perciò il figlio prodigo s’incammina, ma non imbocca più la strada dell’andata, fatta di fretta e di inconsapevolezza, ma sceglie di percorrere una nuova via, quella della lentezza, della riflessione, della ricerca di sé e della propria centralità.
E’ un cammino difficile, perché egli guarda dentro di sé e prova disgusto e rimorso, ipotizzando un rifiuto del padre. La via dei piacere sfuma, lasciando ferite.
Il giovane procede pieno di buone intenzioni, mentre l’incedere lento gli fa apprezzare il tempo, quello della riconciliazione con se stesso, con la natura e forse, spera, con il proprio padre.
Il suo cammino vedrà tramonti, giornate di sole, notti stellate, forse anche pioggia e vento … ma tutto questo diventa costellato di valori, si sente figlio di queste cose e inizia ad apprezzare la vita. Comincia ad amarsi. Finalmente gli si aprono gli occhi dello spirito, che lo tolgono dall’antico torpore e gli fanno balenare la luce dei valori prima a lui sconosciuti.
Scopre la passione per le cose semplici. Non teme più il giudizio del padre, perché gli chiederà perdono e gli proporrà di essere trattato come servo tra i servi.
Ma quando finalmente arriva alla casa natia, trova un padre misericordioso, che gli corre incontro e lo abbraccia con amore infinito, gli fa festa, lo veste con l’abito più bello, trasparente alla diafania, che lo attraversa e lo trasforma.
Ora il ragazzo può sentirsi di nuovo figlio, condividendo la gioia del ritorno, con un padre che non ha mai cessato di amarlo. Ora la ricchezza non è più avere tanto denaro, ma quella di una relazione autentica con un padre capace di amore e di perdono. La luce dell’Amore lo attraversa e gli mostra una realtà, che egli non aveva mai guardato in faccia.
Il figlio prodigo scoprirà le sue potenzialità e le metterà a frutto in favore della comunità che sta per ritrovare e da dove il Padre fa da attrattore, amando e infondendo valori eterni. Il deserto dell’anima è ormai tutto attraversato, dalla vita “animale” il giovane passa alla dignità di uomo, capace di guardare davanti a sé la realtà del quotidiano e, nella luce del Padre, di amare da persona libera e vera.
Il fratello invidierà questa coppia che gusta la pienezza dell’amore vero e che fa festa. Ma questa è un’altra storia, che si ripete con quella del “Figlio prodigo”, da millenni, sempre uguale.
Al termine di questo anno di formazione e di riflessione auguro a tutti un’estate in cui ritagliandosi tempo per sé, possiamo tutti rivedere le vie che abbiamo percorso e, riscoprire la tenerezza di questo Padre misericordioso che ci attende sempre, di ritorno dai nostri percorsi più o meno tortuosi, ma sempre diversi da quelli pieni di luce che Lui ci indica.
Dada
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Preghiera per una vita nuova
Maria Rosaria (Comunità di Napoli)
Padre senza confini, che mi hai fatto dono
di una vita meravigliosa e oggi mi fai dono
di un cammino di vita nuova verso l’eternità,
ti lodo e ti ringrazio.
Accetta il mio pentimento per tutte le croci
che non ho saputo portare nel tuo nome,
accetta la mia supplica di peccatore
ed assolvimi.
Padre, che sei solo amore,
e che mi hai donato solo amore,
accogli questo mio piccolo amore
e fattelo sembrare grande.
Accetta fra i tuoi santi questo tuo figlio
che in vita ha cercato la tua Parola
e accetta le mie contraddizioni
di peccatore.
Padre senza confini,
fammi dono della vista del tuo volto
e rendimi partecipe di vivere in eterno
nella tua casa.