LA CARITA’ E’ IL COMPIMENTO DELLA LEGGE”
“ Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge. Infatti il precetto: Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non desiderare e qualsiasi altro comandamento, si riassume in queste parole: Amerai il prossimo tuo come te stesso. L'amore non fa nessun male al prossimo: pieno compimento della legge è l'amore”. (Rm 13:8-10)
“Concedimi, Gesù mio, la grazia di imparare ad evolvermi dalle creature fino a Te, e di vedere il mio Dio in tutte le Sue opere, cose, persone e avvenimenti”. (Madre Speranza di Gesù)
Quanto dice la Madre sempre, nei suoi scritti, infonde nel lettore il senso di una fede profonda, arricchita da un forte afflato caritatevole. La Madre era sempre completamente immersa in Dio e Lui le si rivelava in pienezza. L’Amore circolava in questa relazione mistica con una tale intensità da farle talvolta mancare le forze. Attraverso il comportamento e le opere ciclopiche da lei realizzate, si poteva vedere l’intervento di Dio Amore. Dio non si può spiegare se non attraverso l’agire dei suoi eletti e del Santi. Dio non si può spiegare razionalmente perché, appartenendo Egli al trascendente, va anche “sentito”. Anzi, cercare di comprendere razionalmente, vale meno del sentire, perché nel “sentire” è Lui che ci parla, cercando in noi un mezzo idoneo per rivelarsi.
Nella frase citata da Madre Speranza, traspare la profonda fiducia in un Dio che noi non sappiamo definire, ma che Giovanni, nel profondo della sua spiritualità, ha detto essere Amore. L’Amore non vive in un luogo preciso, l’Amore è ovunque. Noi, povere creature di terra, ci domandiamo come si fa a riconoscerlo ora e qui, per esempio. Come hanno fatto i discepoli: ascoltando la Sua Parola e guardando alla sua vita esemplare, con fiducia. Lui si è fatto uomo affinché noi lo riconoscessimo e lo sentissimo Prossimo, concretamente. Non fu capito e fu crocifisso. Si è ucciso l’Amore?
No, si è ucciso l’Uomo ma non l’Amore, che è rimasto ed è riconoscibile in ogni luogo dove troviamo il Prossimo, che è Lui, il Vivente. E’ Colui il quale ha lasciato in dote agli uomini di tutti i tempi e di tutte le razze, come a degli sposi, un deposito di valori senza nome. Ma nel momento in cui ci immergiamo nell’Amore, fino a sentirlo nel nostro intorno dilatarci il cuore, i valori dati in dote prendono forma, acquistano un nome e crescono, alimentati dalla grazia e dalla sapienza di Dio. E allora il Purissimo si rivela e diventa un valore.
In Romani 12, 1 sgg. L’Apostolo cita i disvalori che si oppongono all’amore caritatevole: la ricerca di sé, l’orgoglio, la fame di onore e di prestigio, le ambizioni, le pretese che impediscono all’uomo di essere libero, giacché la libertà è proprio il contrario di ciò.
Gesù, per farci veramente liberi, dà compimento alla legge di Mosè attraverso il Suo Amore. La legge, da sola, non redime, perché si appella alla giustizia degli uomini e non a quella di Dio. La condanna del male passa attraverso la Croce, liberando Amore. E’ la legge della libertà nell’amore.
“Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”.(Rm 12:2)
Che cosa ci chiede infine Gesù? Ci chiede un cambiamento di mentalità, una radicale trasformazione, che ci renda consapevoli delle nostre scelte, delle nostre opere, del modo di relazionarci con l’alterità. Solo allora non saremo più capaci di maschere, non ci copriremo più di onori e di prestigio, mai più egoismi, né pretese che umiliano, né ambizioni e avidità che inaridiscono. Vincere nella pienezza di Dio, immersi nel Suo Amore.
Ma trasformazione totale. Dal mondo di terra a quello della Luce che è insieme Vita divina e illuminazione della mente, per opera del’Incommensurabile Consapevolezza. Ancora una volta Libertà. Verità, Amore saranno la nostra legge, la nostra giustizia e la nostra salvezza.
“Gesù allora disse ai Giudei che Avevano creduto in Lui: “Se rimanete fedeli alla mia Parola, e sarete davvero miei discepoli, conoscerete la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8,31-32)
Dada