Verità – libertà – Amore
Che cosa potrà dare un nuovo corso alla storia per vedere l’uomo, con le sue straordinarie potenzialità, dare una inedita e sorprendente svolta nella sua vita?
La terra è un habitat dove le specie nascono, si sviluppano, si riproducono e muoiono. Ma la terra è anche un ambiente che, per definizione è “la situazione l’intorno in cui e con cui un elemento fisico o virtuale o una persona si rapporta e si relaziona”. Collocarsi nell’habitat vuol dire vivere per obbedire ai ritmi biologici del mondo animale. E’ un esistere legato alla legge della sopravvivenza, che ha comunque una sua dignità e obbedisce a regole pre-definite dalla natura stessa. Poi c’è l’ambiente: siamo comunque nell’ambito della biosfera, dove l’uomo vuole dare significati al suo esistere. Nascono le filosofie e le religioni e l’eterna domanda, sempre uguale: “Chi sono io?” “Chi è l’uomo?” le risposte sono molteplici. Vediamo nascere nel secolo scorso correnti filosofiche, che riducono l’uomo a semplice occupante dell’habitat o che, in varie forme, viene collocato nell’ambiente. C’è differenza. La capacità di porsi in relazione è vitale, indispensabile per l’uomo, altrimenti egli diventa semplice oggetto che usa e si lascia usare.
Porsi in relazione si carica di significato soltanto se il “trait d’union” è l’amore. Non c’è relazione vera se manca questo “valore aggiunto”. Allora, volendo approfondire: l’impostazione di una vera relazione risponde a questa equazione: Io – Tu e la verità che ci interpella. Dunque è la verità che lega insieme gli uomini liberi che si amano.
Verità – libertà – Amore: una triade neanche tanto misteriosa, se l’uomo si rende capace di fermarsi a riflettere, andando lentamente e facendo silenzio. C’è un detto che recita: “Non correre: permetti alla tua anima di raggiungerti”. Non si è ciò che si ha, neanche ciò che si sa, e neppure ciò che si vuole apparire. Si è nella misura in cui ci si forma una coscienza capace di amore. Amare in modo autentico, senza sovrastrutture, senza immagini distorte, senza maschera ma finalmente in autenticità e consapevolezza. Vivere in senso pieno, in questo mondo sempre più complesso e carico di difficoltà. Vivere comunque, magari sbagliare, ma riprendersi, facendo tesoro di tutte le esperienze, belle e brutte, sofferte ed esaltanti, per trarre da esse i valori che danno significato al nostro pensare, sentire ed agire. Non smettere di sperare, non avere troppe certezze, ma scoprirci liberi di gestire e riempire le pagine bianche lasciate in cerca di una penna illuminata. Quelle pagine si riempiono del vissuto di quell’uomo che ha rielaborato e che sa fare progetti e dare significati. Pensare, sì, ma anche “sentire”. Non smettere di sperare, non avere troppe certezze che mortificano la speranza. Scoprirci liberi per dare veramente una svolta alla storia. Ridare alla vita ciò che le abbiamo rubato: la dignità, la profonda spiritualità perché, anche se abbiamo ridotto l’esistenza a un vivere che nausea per sazietà, che la lascia nello smarrimento e nella costernazione, possiamo colmare il vuoto fatto di nichilismo alienante.
Ci vuole volontà e cultura per crescere in consapevolezza; ci vuole un sentire che nasce dal silenzio e dalla lentezza, per dare spazio e parola al nostro Dio. L’uomo dovrà prepararsi a questa rivoluzione finalmente. Non più la rivoluzione culturale, non più la tanto sbandierata rivoluzione sessuale, ma un radicale cambiamento che nasce e si sviluppa nel, singolo intelligente, curioso e determinato ad andare alla conquista di sé. Una rivoluzione capace di meditazione di silenzio interiore e di preghiera. Una rivoluzione iniziata duemila anni fa da un Uomo che ha cambiato il corso della Storia e l’animo di tante persone, radicalmente. Egli si ritirava a pregare in silenzio: parlava al Padre per trarre da Lui tutta quella potenzialità d’Amore trasfigurante, che lo ha fatto risorgere dalla Croce alla Vita eterna.
“Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto”. .(Rm 12,2)
Dada