VIOLENZA E CONSEGUENZE Anna
Salutati tutti i fratelli, notò l'assenza di Caterina, una delle sue sorelle più care, chiese dove stesse ma nessuno apriva bocca. Lui alzò la voce e ripeté la domanda. Silvana, alzandosi dallo sgabello in cui era seduta, gli fece segno di seguirla. Una volta soli, gli raccontò ciò che era accaduto: il giorno in cui lui era rimasto ferito; tutti loro avevano ripreso il cammino verso casa, ma non avendo acqua, fu mandata Caterina alla piccola sorgente, che si trovava dentro il boschetto di castagni; lei non si avvide che dietro ad un cespuglio vi erano nascosti dei soldati sbandati, questi le saltarono addosso, violentandola selvaggiamente, senza che lei potesse opporre resistenza.
Rimase lì semisvenuta per lungo tempo e Lucia non vedendola tornare, le andò incontro. Trovatola in quello stato, ebbe la forza di ricomporla e poi andò in cerca d'aiuto. Ora essa si trovava in un convento, dove era assistita amorevolmente, dalle suore.
Orlando aveva ascoltato in silenzio, ma dentro di sé sentiva una rabbia furiosa, non controllandosi rientrò in casa, afferrò Lucia per le braccia e iniziò a scuoterla con tutta la forza, mentre le urlava la sua incapacità di proteggere le sue figlie. Lasciò la presa, all'improvviso si accasciò su un sacco poggiato lì a terra, era esausto. Non si rese conto di cosa succedesse dopo.
I figli maschi ormai erano andati ognuno per le loro strade, quando, a guerra finita, in tutta l'Italia si lavorava per la ricostruzione del Paese. Anche in quelle valli alcuni agricoltori si erano muniti dei primi trattori agricoli, per arare i campi. Francesco e Silvana, furono invogliati anche loro ad acquistarne uno, con il miraggio di un facile guadagno. Pensarono di vendere alcuni buoi, fonte di guadagno sicuro, e con il loro ricavato, anticiparono la somma necessaria all'acquisto, il restante lo avrebbero pagato in comode rate. Tutto sembrava loro di facile esecuzione.
Richiamati a sé i figli, si accordarono di lavorare insieme e di dividere poi in parti uguali il ricavato, dopo aver saldato il debito iniziale.
Il lavoro rendeva bene, Francesco, tranquillo, già pensava al denaro che tra non molto avrebbe ricavato, ma non sospettava che i figli intascavano quel denaro, omettendo di pagare le rate.
La mattina che si vide arrivare un messo giudiziario, con l'ordine esecutivo di pignorare l'intera proprietà, pensò di non sopravvivere a tale vergogna.
Ripresosi dalla notizia, consultò un legale, questi gli suggerì uno stratagemma per non perdere la proprietà: lui effettuò una falsa vendita in favore di Caterina e la proprietà fu salva! Ma ciò contribuì all'allontanamento definitivo dei figli.
Questi lasciarono la casa andando a cercare fortuna lontano, dove speravano di non essere conosciuti. Sposate tutte le figlie femmine rimasero soli, non più giovani e non più in grado di lavorare la terra. Si rassegnarono a venderla per una modesta somma, acquistarono un minuscolo appartamento in paese e vi si trasferirono, con tanto rimpianto per quei luoghi a loro tanto cari. Le loro giornate trascorrevano con monotonia, raramente qualche figlio andava a fare loro visita. I nipoti erano numerosi e più presenti. Lucia usciva raramente da casa; lei trascorreva le sue giornate seduta accanto ad una finestra col suo sguardo perduto lontano e vedeva i bambini giocare spensierati. Silvana, invece, come sempre, si occupava dell'andamento familiare. Francesco, ormai ottantenne, manteneva sempre quel suo spirito indomito. Lui morì una mattina, assistito dalle sue due donne, ma quando stava per morire, tutta la famiglia, numerosissima, avvertita, si riavvicinò a loro. I funerali che seguirono gli furono fatti con tutti gli onori e tanti fiori, secondo il desiderio che lui aveva sempre manifestato. Trascorse poco tempo e anche Lucia si spense serenamente. Silvana rimase definitivamente sola. Ci furono rivendicazioni da parte dei nipoti, i rancori tornarono a prevalere e l'abbandonarono per sempre. Di lei si occupava una giovane infermiera.
Con il passare del tempo, entrata in confidenza, lei decise di raccontarle la sua storia: le disse che cosa era avvenuto e come fu che in un lontano giorno lei si ritrovò segnata da un amaro e triste destino, privata dell'onore, per cui in tutta la sua esistenza non aveva mai ricevuto comprensione e solidarietà. Concluse dicendo: “La mia disgrazia è stata la loro fortuna”.
Ancora pochi mesi ed anche lei morì. Si chiudeva così quel triangolo che un uomo fiero ed arrogante, noncurante dei giudizi degli uomini, ebbe la forza di portare avanti fino alla fine dei suoi giorni.
Solo per persone fenomenali
(Madre Teresa di Calcutta) |
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Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi, i giorni si trasformano in anni…
però ciò che é importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito é la colla di qualsiasi tela di ragno.
Dietro ogni linea di arrivo c`é una linea di partenza.
Dietro ogni successo c`é un'altra delusione.
Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca ciò che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…insisti,
anche se tutti si aspettano che abbandoni.
Non lasciare che si arrugginisca il ferro che c`é in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.
Quando a causa degli anni non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Però...non trattenerti mai!!! |
Attenzione
Dal 27 al 31 agosto, a Campobasso si terrà
Il Campo Scuola Famiglie
Chi desidera esserci si iscriva e consegni un anticipo di 50 euro
perché si possa provvedere a prenotare.
L'intero Campo scuola avrà un costo di 110 € a persona.