LA GUERRA Anna
Scoppiò la guerra! Tristi, furono quei tempi, per tutta la popolazione: fame e miseria, misero in ginocchio l'intera nazione. Per Francesco e la sua famiglia, le cose non andarono tanto male, perché essi, grazie al lavoro che svolgevano con l'aiuto dei buoi, avevano di che sfamarsi, inoltre, ben nascosto, tenevano un grosso quantitativo di grano, essendo riusciti ad evitare le leggi di allora. Lui, Francesco, era di natura molto ospitale, quindi la sua casa era sempre aperta a tutti; poco lontano dal suo podere si accamparono piccole guarnigioni di soldati, ed egli, per il timore che arrecassero del male alla sua famiglia, li trattava sempre con gran rispetto, ricevendoli sempre con grande cordialità.
Un capitano s'innamorò di Silvana, questo sentimento fu utile perché, con la sua protezione, non rischiarono alcun pericolo. Non molto tempo dopo, quel capitano fu trasferito.
Francesco, rendendosi conto che i combattimenti si stavano avvicinando alla loro zona, perché vedeva arrivare aerei da bombardamento, non sentendosi più al sicuro, decise di trasferire la famiglia e tutto ciò che essi potevano portarsi dietro, in un ricovero antiaereo. Lì rimasero per breve tempo; quando furono sicuri che il pericolo dei bombardamenti era passato, si apprestarono a fare ritorno a casa. Ammassarono nuovamente le loro cose sul carro, anche Francesco vi prese posto, a causa di un riacutizzarsi dei dolori di cui soffriva, in seguito alle torture subite ingiustamente in prigione, a motivo dell'accusa fattagli dai suoi stessi genitori, del furto di granturco. Durante il viaggio dovettero fermarsi molte volte, perché la strada era dissestata a causa dei bombardamenti. Purtroppo trovarono un ostacolo più grosso che i buoi non riuscirono a superare. Dopo vari tentativi, decisero di scaricare il carro, per facilitarne il passaggio. Nell'eseguire queste operazioni, il carro si ripiegò su un lato, travolgendo uno dei ragazzi, Orlando, di soli dieci anni. Nella caduta il ragazzo riportò una brutta ferita sulla testa. Immediatamente trasportato in un ospedale da campo, allestito lì nei paraggi, ricevute le prime cure, fu trasportato in un ospedale militare.
Il giovane Orlando, rimase in quell'ospedale per circa due mesi, senza mai avere notizie della sua famiglia. Finalmente fu dichiarato guarito, e la stessa Croce Rossa s'incaricò di ricondurlo dove era stato soccorso. Giunti sul posto, Orlando riconobbe la strada che lo avrebbe condotto a casa. Sebbene fosse così giovane, da solo s'incamminò a piedi e dopo diverse ore, giunse a destinazione. Aprì la porta con timore, non sapendo chi o cosa avrebbe trovato all'interno. Entrato vide subito la madre; essa se lo strinse al petto come forse non aveva mai fatto; le lacrime di gioia le uscivano copiose dagli occhi, e cadendo scivolavano sulla testa di quel ragazzo, già così provato dalla sventura.
Trovò il padre ancora immobilizzato a letto; con lui il saluto fu più freddo e distaccato. Poi, notando l'assenza di Silvana, chiese alla mamma notizie di lei. Gli disse che proprio quel giorno, era partita per andare alla sua ricerca. Orlando si diresse nuovamente al paese per riportarla indietro. Giunto alla stazione, trovò Silvana che stava trattando la somma richiesta da un noleggiatore di cavalli che l'avrebbe condotta a Napoli. Ci furono abbracci e spiegazioni, poi si avviarono di nuovo verso casa. Orlando era stanchissimo, la ferita riportata alla testa gli doleva, unico suo desiderio era potersi sdraiarsi e dormire, ma un altra amara notizia lo aspettava: l'intera famiglia era riunita intorno al letto di Francesco in attesa del suo arrivo.
(Continua al numero successivo)