Dai Diari di Maria Valtorta 10 - 1 - 44. Isaia Cap. 45 v. 11-16-18-19-21-23.
Dice lo Spirito di Dio: «Non manchi a chiamarti la parola di Colui che è Sapienza e Amore di Dio, Colui che si effonde da eternità ad eternità su tutto quanto è per santificarlo a Dio, Colui che ha presieduto con la sua forza a tutte le opere della Trinità nostra e che non è estraneo a tutto ciò che è santo nel tempo e nell‘eternità, perché Io sono il Santificatore, Quello che col suo settemplice dono vi santifica e a Dio vi porta, facendovelo conoscere nei suoi voleri sulla Terra e nella sua gloria in Cielo. Io sono la Sapienza di Dio. Sono Colui che la Seconda Persona della nostra Triade santissima chiama ―Maestro di ogni vero, Colui che non vi parlerà da Se stesso, ma dirà tutto quello che ha udito e vi annunzierà l‘avvenire. Ecco, o voi che cercate di conoscere anche più che necessario non sia, chi è Quello che può darvi questa conoscenza da voi cercata. Io sono. Io, Luce della Luce, Io, Spirito dello Spirito, Io, Intelligenza dell‘Intelligenza, sono il custode, il depositario di tutte le verità passate, presenti, avvenire, il conoscitore di tutti i decreti di Dio, l‘amministratore delle sue luci agli uomini. Io sono Quello, che non assente col suo consiglio alle opere del Creatore, che non assente al decreto della Redenzione, neppure è assente presso voi per consigliarvi, e con dolcezza d‘amore guidarvi nel rendere atto compiuto le volontà che il Padre vi propone. Io sono più ancora. Sono l‘Amore che vi ispira ciò che è atto a darvi l‘abbraccio di Dio e per sentiero di santità vi porta sul suo seno.
Come nutrice pietosa, Io piglio la vostra incapacità di neonati alla Vita e vi educo e allevo. Tenendovi fra le mie braccia, vi do calore per farvi assimilare il latte dolcissimo della Parola di Dio onde divenga in voi vita. Di Me stesso vi faccio scudo contro i pericoli del mondo e di Satana perché l‘Amore è forza che salva. Io vi guido e sorreggo e come maestro di amorosa pazienza vi istruisco. Faccio di voi, pesanti e tardi, pusillanimi e deboli, degli eroi e degli atleti di Dio. Faccio di voi, poveri spirituali, dei re dello spirito, poiché il vostro spirito lo copro coi miei splendori divini e lo pongo su un trono che più grande non vi è, poiché il mio è trono di santità eterna. Ma per conoscermi occorre non avere idolatria in cuore. Occorre credere a ciò che Io ho santificato. Credere alle verità che Io ho illuminato. Occorre abbandonare l‘errore. Occorre cercare Dio là dove Egli è.
Non dove vi è il Nemico di Dio e dell‘uomo. Volete conoscere la Verità? Oh! venite a Me! Io solo ve la posso dire. E ve la dico nel modo che la mia bontà sa a voi confacente, per non turbare la vostra debolezza d‘uomini e la vostra relatività. Perché amate ciò che è contorto, complicato, tenebroso? Amate Me che sono semplice, lineare, luminoso; Me che sono gioia di Dio e dello spirito. Volete conoscere il futuro dello spirito? Ed Io ve lo insegno parlandovi di una eternità che vi attende in una beatitudine che per voi è inconcepibile, nella quale, dopo questa ora di sosta, unica sosta sulla Terra, riposerete in Dio di tutte le fatiche, di tutti i dolori, dimenticherete il dolore perché la Gioia sarà vostro possesso; e se anche l‘Amore, che mai come in Cielo è vivo, vi darà palpiti per i dolori dei viventi, non sarà pietà che vi darà dolore, ma solo amore attivo che sarà pur esso gioia. Volete conoscere le perfezioni del Creatore nelle cose, i misteri della creazione? Io ve li posso dire, Io che, Sapienza, ―uscii primo dalla bocca di Dio, primogenita avanti tutte le creature, Io che sono in tutto quanto è, perché tutto porta sigillo d‘amore ed Io sono l‘Amore. Il mio Essere si estende su tutto l‘Universo; la mia Luce bagna di Sé gli astri, i pianeti, i mari, le valli, l‘erbe, gli animali; la mia Intelligenza corre per tutta la Terra, istruisce i lontani, dà a tutti un riflesso dell‘Alto, educa alla ricerca di Dio; la mia Carità penetra come il respiro e conquista i cuori. Attiro a Me i giusti della Terra, e anche ai retti non conoscitori del Dio vero do riflessi di questo santo Dio vostro, per cui un rivo di Verità è in tutte le religioni rivelate, messo da Me che son Colui che irriga e feconda. Io, poi, come possente zampillo di sorgente eterna, trabocco da ogni lato della Cattolica Chiesa di Cristo, e con la Grazia, coi sette doni e coi sette sacramenti, faccio, dei cattolici fedeli, dei servi del Signore, degli eletti al Regno, dei figli di Dio, dei fratelli del Cristo, degli dèi la cui sorte è così infinitamente sublime che merita qualunque sacrificio per possederla. Volgetevi a Me. Saprete, conoscerete e sarete salvi perché conoscerete la Verità. Staccatevi, staccatevi dall‘errore che non vi dà gioia e pace. Curvate il ginocchio davanti al Dio vero. Al Dio che ha parlato sul Sinai e che ha evangelizzato in Palestina. Al Dio che vi parla attraverso la Chiesa da Me, Spirito di Dio, fatta Maestra. Non vi è altro Dio all‘infuori di Noi: Uno e Trino. Non vi è altra Religione che la nostra secolare. Non vi è altro futuro, sulla Terra ed oltre, fuor di quello che vi dicono i Libri santi. Tutto il resto è Menzogna destinata ad essere svergognata da Colui che è Giustizia e Verità. Chiedete a Noi - Potenza, Parola e Sapienza - la luce acciò non camminiate più oltre su torti sentieri di morte, ma possiate venire anche voi, erranti, nella via sulla quale trovarono salvezza quelli che per la loro umile, sapiente, santa fede, piacquero a Dio che ne fece i suoi santi.»
Dice Maria: «E poiché sono la Madre, parlo io pure stringendovi al seno per indurvi alla fede, miei figli che vedo morire, nutriti come siete di tossico di morte. Ve ne prego, per quel mio Figlio che ho dato con dolorosa gioia per la vostra salvezza, tornate sui sentieri del Cristo. Avete scritto il suo Nome santissimo sui vostri sentieri. Ma è un profanarlo. E se non fosse che il Nemico vi offusca la mente e vi regge la mano forzandola a scrivere ciò che il buon senso non potrebbe indurvi a scrivere, quel Nome benedetto non lo scrivereste sulle vie per le quali Satana viene a voi e sulle porte dei vostri grotteschi templi di senza-Dio. Ma io dico per voi al Padre: ―Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno e vi chiedo al Padre santo, poveri figli irretiti da Satana. Io ho vinto Satana in me e per gli uomini. Esso è sotto il mio piede. Lo vincerò anche in voi purché veniate a me. Io sono la Madre. La Madre che l‘Amore ha fatta madre del bell‘amore. Io sono quella in cui riposa, come in un‘arca, la manna della Grazia. Colma ne sono di Grazia, né Dio pone limite al mio potere di effonditrice di questo divino tesoro. Io sono la Madre della Verità che in me si fece Carne. Io sono la portatrice della Speranza dell‘uomo. Attraverso a me la speranza dei patriarchi e dei profeti è divenuta realtà. Io sono la sede della Sapienza che mi fece sua e Madre del Figlio di Dio.
Venite, che io vi porti al Cristo tenendovi per mano, con questa mia mano che ha sorretto i primi passi del Gesù-Salvatore per le vie della terra e che gli ha insegnato a camminare perché sollecito salisse al Golgota per salvare voi, a me più cari, perché i più infelici fra tutti gli uomini, i condannati che lotto per strappare al potere che vi trascina all‘abisso, per salvare al Cielo. Guardate quanto ho pianto per voi. Ché voi non siete coloro che cadono trascinati da peso di carne, così impetuoso e improvviso che vi abbatte senza darvi tempo e modo di reagire. Voi siete quelli che tenacemente, scientemente, commettono la colpa che non è perdonata, l‘ha detto il Figlio mio. Voi negate la Verità per farvi, di menzogne nefande, delle verità. Voi divenite luciferi. E potreste esser angeli! Non chiedo molto da voi. Sol che mi amiate come una Madre, sol che mi chiamiate. Il mio nome sarà già miele alle vostre labbra attossicate. E sarà salvezza perché dove è Maria là è Gesù, e chi ama me non può non amare la Verità che è il Figlio delle mie carni. Io non rimprovero, io non condanno. Io amo. Unicamente amo. Non vi devo far paura perché sono più mite di agnella e più pacifica dell‘ulivo. Tanto mite che, superando le agnelle, ho lasciato che mi venisse strappata dal seno la mia Creatura e mi fosse sacrificata su cruento altare senza reagire, senza maledire. Tanto superiore all‘ulivo, che ho fatto, da me stessa, di me stessa uliva nella mola, e mi sono fatta torchiare dal dolore per stillare dal mio verginale e materno cuore immacolato l‘olio per medicare le vostre ferite e per consacrarvi al Cielo. Posatemi nel grembo la testa malata. Io la guarirò e vi dirò le parole che la Sapienza mi dice per condurre voi alla Luce di Dio.»
(Ricerca a cura di Guglielmo)