Dagli scritti di Maria Valtorta (Ricerca a cura di Guglielmo)
Il Primogenito uscito dal pensiero di Dio 16 - 1 – 1944
Dice Gesù: «Già una volta ho detto, spiegando l‘Apocalisse di Giovanni, come Io sia il primogenito di tutte le creature. Primogenito perché uscito primo dal pensiero del Padre avanti che qualunque altra cosa fosse nell’Universo celeste ed in quello planetario. Primogenito perché nato primo dalla stirpe d’Adamo così come, secondo il volere del Padre, avrebbero dovuto nascere i figli dell’uomo: con procreazione priva di senso e di dolore. All’erede, che è sempre il primogenito, viene dato impero su tutte le cose del padre, ed il padre, per il diletto, che è il primo venuto dal suo amore, compie ogni sforzo e sacrificio per aumentare i beni e la potenza del suo figlio primo, del destinato a portare il nome della stirpe.
A Me, erede, primogenito del Padre Santo, il Padre ha dato, senza sacrificio e sforzo, un infinito reame che abbraccia Terra e Cielo, fatto di creature spirituali e di creature terrestri, fatto di ―vite infinite e tutte create perfette dal Dio, Padre e Creatore, le quali sono ―vite di astri e pianeti rotanti per i campi dei cieli e cantanti col loro eterno, veloce, splendente vivere, la lode delle sfere a Dio; sono ―vite‖ di animali minuscoli o grandiosi, canori, muti, volanti, striscianti, guizzanti, correnti, fortissimi, delicatissimi, ―vite che sembrano rupi e ―vite che sembrano fiori e che vi dànno carne, ala, canto, aiuto, lana, miele, che fecondano i fiori lontani, che trasportano e seminano i semi da ancor più lontano, che mondano le acque e le zolle, che uniscono fra loro i continenti traversando col lento o col veloce andare deserti e savane e foreste e catene di monti. Sono ―vite vegetali che vi danno ombra, diletto, cibo, fuoco, suppellettili. Sono ―vite minerali che vi danno sostanze necessarie. Sono ―vite microscopiche e non senza ragione d‘essere. E tutte sono state create perfette e date a Me dal Padre mio come sudditi al Re per cui tutte le cose sono state fatte. Sono le ―vite perfette degli esseri angelici, le quali sono i miei spirituali sudditi adoranti un mio cenno, che per loro è comando reso atto dall’amore che li sprona. Sono ―vite che hanno raggiunto la perfezione attraverso Me e la loro buona volontà e che, risalite al Cielo dal quale provengono, costituiscono la mia eterna corte. Sono le ―vite, create per generazione continua dal Padre mio: le anime destinate a vitalizzare le carni sulla terra concepite, le quali, attraverso a Me, otterranno guarigione dal morso ereditario di Satana e torneranno accette al Signore Dio onnipotente, future cittadine nel mio Regno. Per la mia gloria e la mia gioia il Padre ha tutto creato e, come divina calamita, Io attiro a Me tutte le cose create che mi riconoscono per Colui per il quale esse hanno vita.
Primo nella vita, sono anche Colui che per primo risuscitò dalla morte, all‘alba del terzo giorno, quando ancora corruzione di carne non era iniziata, ché non era confacente alla mia natura conoscere la putredine. La mia Carne era divina per parte di Padre e senza macchia per parte di Madre. Esente perciò dalla condanna che fa dei vostri - troppo da voi amati - corpi un ammasso di putredine verminosa prima di farne un mucchio d‘ossa calcinate e, per lento disfacimento delle stesse, un mucchio di calce sfarinata: polvere. Nulla più che polvere. Espiatore supremo, ho dovuto conoscere la morte. Redentore e capo di una nuova religione - la mia - ho dovuto darvi un segno che essa era l‘unica che fosse divina. E qual segno più grande della risurrezione dopo tanti dolori di morte per cui fu constatato da tutti il mio morire, e dopo tante ore di sosta nel chiuso ermetico di un sepolcro, sotto bende sature d‘aromi la cui violenza poteva di per sé provocare la morte? E quale è colui che senza aiuto d‘uomo, dopo tanto martirio, dopo tanta asfissia, sorge e si libera, come gigante che scuote le ghirlande di fiori con cui un bimbo l‘ha avvinto, dalle fasce piene di aromi e dalle pietre ribattute sul suo sepolcro, e sorge scuotendo la terra nel trionfo sulla morte e sul male, bello, sano, forte, libero? Ma, oltre questa prova subita per amore di voi, così tardi e ribelli alla Fede, non era giusto conoscesse altra prova il Figlio di Dio, e la risurrezione seguì la morte così come il sorgere del sole segue il tramonto della stella del mattino, ed Io sono il primo rinato dalla morte che non mi poteva tenere in lungo abbraccio, ma solo per quel tanto di tempo da presentarmi come ostia nell‘ostensorio all‘umanità, perché vedesse la Gran Vittima e non negasse il suo sacrificio, e per adorarmi come suo Dio e suo Vincitore, poiché Io sono Colui che dopo averla creata l‘ho vinta, l‘ho resa non maledizione ma benedizione all‘uomo che muore in Me poiché, avendo annullato l‘ira del Padre col Sangue effuso dalla mia Croce, non è più separazione il morire ma congiungimento col Padre vostro al quale Io, Primogenito, vi ho riconciliati unendo le vostre mani con le mie trafitte per voi. Io, Principe della Pace, ho portato pace alle cose, e se voi pace non avete non viene per mio difetto ma per nequizia vostra, che preferisce il male al bene, il delitto alla santità, il sangue allo spirito.»