(Dagli scritti di Maria Valtorta, ricerca a cura di Guglielmo)
Sitibondi, venite all’acqua 26 maggio 1944.
Dice lo Spirito Santo: «Perché dice Isaia: ―Sitibondi venite all‘acqua e anche voi che non avete denaro correte a comprare e mangiare vino e latte? Perché c‘è chi ha pagato per voi tutte le ricchezze eterne, e per la vostra fame e la vostra sete ha acquistato e macinato il grano più puro e acquistato e spremuto l‘uva più bella. E di questo suo acquisto, pagato con un valore senza misura e macinato e spremuto con un sudore di sangue, vi ha fatto un Pane e un Vino che levano ogni fame e ogni sete che non sia fame e sete di ciò che è spirituale e che danno, a chi li riceve, la Vita.
Il Grano è la Carne nata nel seno verginale della Sposa mia. Il Vino è il Sangue la cui sorgente è nel Cuore immacolato che si è aperto come boccio di fiore quando il mio Fulgore è sceso come strale di fuoco a far di Lei una Madre. La Madre di Chi le era insieme Padre e Sposo. Oh! momento in cui fummo Noi Tre beati nel suo Cuore e trovammo l’amore della creatura quale l‘avevamo desiderato in ogni creatura e quale nessuno, fuorché Ella, Maria Ss., lo possedeva! Il suo sangue! Poche stille intorno al Germe del Signore. Ma divenne poi sì grande fiume, sì inesausto fiume, che mai non cessa da secoli di fluire né cesserà sino all‘estremo giorno. Io, l’Amore, l’ho donato questo Cibo perché fosse Testimonio ai popoli della Bontà del Padre. Io l’ho donato questo Verbo. Il mio Amore lo ha mandato sulla terra perché fosse Maestro ai popoli e Condottiero di essi a Dio. E per amore Egli da Noi si è scisso e l’eterna Parola è rimasta nel suo penoso esilio la cui fine fu una morte obbrobriosa, sinché non ha dato il frutto atteso dalle genti: la Redenzione. Redenzione dalla colpa attraverso il suo Sangue. Redenzione dalle debolezze attraverso la sua Carne. Redenzione dalle ignoranze attraverso la sua Parola. Egli ha compito tutto quanto l‘Amore ha voluto, ha operato tutto quanto doveva. In nulla si è risparmiato.
Non chiudete lo spirito vostro a questo Tesoro. Venite, ché sitibondi siete. Voi che sapete d’esserlo e voi che, più morenti ancora, neppur più sapete d‘esserlo. Venite. Qui vi è il Vino che corrobora e il Latte che consola e medica. E se siete eri e senza denaro venite ugualmente. L‘Amore Uno e Trino vi apre le sue ricchezze purché voi lo amiate.»