Mi sono lasciata sedurre dal Signore
La straordinaria storia di una cubista diventata suora. “Tutte le notti le trascorrevo nelle discoteche, ho gettato via il mio corpo, la mia sessualità”, racconta la religiosa. “Gesù mi ha ridato la dignità” E la sua conversione sarà un musical.
Una storia tenebrosa tra il male, il sesso e l’alcool. Poi l’illuminazione e la lunga strada verso la purificazione, la castità, la serenità. Da poco tempo ha preso i voti perpetui in una congregazione religiosa che si occupa degli operai. “Ma non ho smesso di danzare”, dice Suor Anna Nobili, “ora i miei passi sono tutti di Dio. E tutto è cominciato con un ultimatum…”. Questa che racconta “Diva donna” è la vicenda di una conversione che ha commosso l’Italia.
In molti la ricorderanno, l’11 ottobre, nell’ultima ora della diretta su Rai Uno di La Bibbia giorno e notte. Luminosa e aerea come un angelo, nella Basilica di S. Croce in Gerusalemme a Roma, a introdurre sulle punte la parte finale dell’Apocalisse, una giovane donna. Sì, perché Dio esige non solo il cuore, vuole la nostra corporeità. E’ un Dio che si prende tutto. “E’ stato per me un momento di panico, perché ho iniziato a danzare senza musica, ma ho continuato sapendo di dover dare tutta me stessa in un atto estremo di amore”. Sorride ancora al pensiero suor Anna Nobili. Stiamo parlando, infatti, non di una danzatrice normale, bensì di una religiosa che ha attraversato il fuoco della conversione. Da cubista e danzatrice della notte nei locali più alla moda di Milano e della Lombardia a consacrata fra le Suore Operaie della Sacra Casa di Nazareth, congregazione fondata da Sant’Arcangelo Tadini. Da una vita spericolata all’insegna di “Holy dance”, danza santa e sacra al centro pastorale giovanile di Palestrina, vicino a Roma (si veda il sito www:diocesipalestrina.it/giovani). Sette corsi di danza moderna cristiana con una sessantina di allievi, bambini, preadolescenti, adolescenti e giovani.
“Pregare col corpo, dice suor Anna è il mio obiettivo. Entriamo così, attraverso la fisicità, in sintonia con la Parola di Dio”. Da quando è religiosa Anna Nobili è una delle suore più richieste d’Italia. Convertita? Sedotta da Dio? Sicuramente cambiata e trasformata. “Nella vita di ogni uomo”, scriveva Georges Bernanos, “c’è sempre un Dio in agguato”. O, ancora, l’Antico Testamento: “Mi hai sedotto, Signore, ed io mi sono lasciato sedurre”. La storia di Anna, 38 anni, coi lineamenti dolcissimi di una fanciulla, è la storia di una seduzione. Il racconto di un passaggio dalle tenebre alla luce.
“Sono nata”, confessa, “in una famiglia in cui è mancato l’amore, il rispetto, l’attenzione. Ho vissuto fra botte, parolacce, insulti… Mamma decise di divorziare e così, all’età di 13 anni con due fratelli, sono andata a vivere a Milano”.
Un vuoto d’amore che Anna si è portata dentro per molti anni. “Cercavo la felicità nelle grandi luci del palco o della notte. Pensavo di valere niente, di non sapere fare nulla nella vita. Non pensavo di essere bella ma avevo capito che piacevo. Piacevo agli uomini. La sessualità e il desiderio di possedere l’amore hanno fatto il resto. Ho scoperto la danza ed è stata un mezzo di conquista. Tutte le notti le trascorrevo nelle discoteche più in voga di Milano e il fine settimana facevo la cubista e l’intrattenitrice”.
Le piaceva? E poi c'era la notte che la proteggeva.
«Sì, mi piaceva. Ero al centro degli sguardi e ho gettato via il mio corpo, la mia sessualità. La notte è il buio. Puoi riempirla con il male, il sesso, l’alcol. La notte ti può nascondere”.
Poi, improvvisamente, la conversione?
«È stato, invece, un cammino lungo e sofferto. Alla vigilia di un Natale mi sono trovata seduta sulla chiesa che mia madre aveva cominciato a frequentare. Non so perché piansi tutta la notte. Dio aveva messo nel mio cuore una scintilla del suo amore. La mia vita, però, non cambiava e chi mi conosceva continuava a reputarmi una prostituta, una donna facile, spregiudicata».
E che cosa è successo?
«La prima parola che mi viene è quella di "il1uminazione”: A 22 anni ho dato a Dio un ultimatum. L’ho sfidato: “Se ci sei me lo devi dire di persona, senza intermediari”. Ad Assisi, davanti alla chiesa di Santa Chiara, sono rimasta sorpresa dal cielo. Dietro le nubi qualcosa di fosforescente, una cascata di colori. Ho sentito la presenza di Dio creatore. E mi sono messa a danzare fra lo stupore della gente. In treno, di ritorno a Milano, ho sentito che Dio era dentro di me. Una emozione interiore fortissima. Allo specchio della toilette non mi sono più riconosciuta. Non ero più io. Una trasfigurazione, un alone di grazia. Ho danzato ancora una notte sul cubo. Gli uomini mi guardavano per rubare il mio corpo, mi volevano solo per portarmi a letto. È stato il mio addio. Ho telefonato ai miei impresari e ho spiegato che avevo trovato un tesoro pulito e questo era Gesù».
I voti perpetui li ha presi nel settembre del 2008 a Palestrina. Nel mezzo ci sono anni. Immagino di angosce, dubbi, turbamenti. Anni enigmatici. Una trasformazione non indolore.
«Mi è capitato di tutto. Mi ero persino avvicinata al buddhismo, La battaglia l'ho fatta con me stessa. Vedevo il mondo con gli occhi del mio cuore sporco. Ho tagliato, poco alla volta, tutto. Mi sono riconciliata con mio padre, ho trovato anche Dio Padre di misericordia. E ho avuto la forza di sostenere il peso del mio peccato. Un processo di purificazione. Una guarigione affettiva. Infine, ho trovato la spiritualità della famiglia, quella delle Suore Operaie della Santa Casa di Nazareth, quella famiglia che mi è mancata. Gesù mi ha ridato la dignità. Mi ha ridato la verginità, quella del cuore. Il dono della castità. Prima danzavo per possedere, ora i miei passi sono tutti di Dio. È lui che danza in me. È lui che è morto ed è risorto anche in me. Volevo dargli tutto, a cominciare dalla danza e lui mi ha restituito ogni cosa, persino mio padre e mia madre. Ora, si, danzo l'amore».
Suor Anna, il coreografo Stefano Vagnoli, vuole fare della sua vita un musical, Annina il titolo. È facile fare commenti, anche maliziosi. Forse perché sui convertiti c'è già un'ampia letteratura. E qualche sospetto può venire. C’è da chiedersi se, passando da una vita sbandata alla danza cristiana, ora si sente felice.
«La mia storia è quella di tante ragazze come me, quella di una generazione in bilico. Avrei potuto scegliere la via normale, formarmi una famiglia, avere dei figli. Ma tutto dipende da chi trovi nella tua ricerca e la mia mi ha portato ad abbracciare una scelta di vita più radicale, evangelica. Non ce nulla di straordinario. Sono sempre Anna, ma è Gesù che ha preso spazio in me. E prego molto per stare accanto a lui, come la sposa innamorata vuole essere accanto al suo sposo. Ho accettato tutto il mio passato impastato di peccato. Dio ha voluto immergermi neh sua luce. Dio, credimi, ti travolge e non ti lascia vie d'uscita».
Non è una ubriacatura, una ulteriore fuga dalla realtà, una bella avventura costruita più per disperazione e forza di volontà che per convinzione?
«No, no. Non sono una miracolata o una visionaria. La redenzione e la purificazione non sono privilegio di pochi, sono un dono messo a disposizione di tutti. Il mio 'Sì" è stato continuo. Volevo essere un angelo per mortificare il mio corpo e Gesù mi ha insegnato il valore dell'incarnazione. Raggiungi l'armonia interiore se sei tutta te stessa. Nel quotidiano ho scoperto, sul volto di un bambino, di un carcerato o di un operaio, il brivido dell'infinito».
Giuseppe De Carli