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GIUGNO 2019

     

TESTIMONIANZA DI NUCCIO

Dall’inizio del 2017 accusavo dolore alla gamba sinistra e lentamente si accentuava aumentando. Quante visite mediche e terapie, ma senza successo. Il dolore aumentava sempre di più, tanto che non riuscivo a percorrere 300 metri che mi bloccavo per i dolori.           Mi decisi di cercare un chirurgo ortopedico; mio fratello si incaricò di cercarlo e il primo giugno mi prenota una visita. Nel prenotare la visita il chirurgo ci chiese di portargli lastre sottocarico inchinato. Così facemmo. Ritirate le lastre andai a fare la visita e fu molto breve: “Si deve operare, c’è una stenosi”. Però c’era un problema: gli ospedali dove lui operava, in uno c’era posto a fine gennaio, nell’altro a gennaio ci si poteva mettere in lista. Ma ad Arezzo, dove pure lui operava, c’era un posto per giugno. Mi disse: “Ci pensi” e poi mi faceva sapere. Uscito dallo studio, molti pensieri mi venivano in mente, non per l’operazione in sé ma, “ad Arezzo come ci vado? E poi mia moglie Pina? (Pina è malata di morbo di parkinson). Cerco altri ospedali: niente, dopo gennaio!

            La sera, nelle mie preghiere, chiedevo aiuto a Madre Speranza, chiedevo una scorciatoia per riuscire a risolvere questo mio problema ma i giorni passavano e niente.           Allora mi affidai alla Madre, chiedendole di guidarmi e telefonai al professore chirurgo dicendo: “Ok per Arezzo”. I miei figli: pieno dissenso, dicevano: “Non lo conosciamo, chi è, guardiamo il suo profilo su internet …” ma io avevo deciso.

            Il giorno 15 arrivò. Mandai la conferma ad Arezzo. Mia moglie mi aveva messo nella valigia l’acqua del Santuario dell’Amore Misericordioso con l’immagine di Madre Speranza e la Reliquia. Mi ricoverai il giorno 18 alle ore 11,00. Il mio compagno di viaggio era mio fratello. Misi l’acqua del Santuario sul comodino e mio fratello voleva berla per dissetarsi. Gli dissi di no che quell’acqua si beve nell’ambito della preghiera. Arrivati, tutti ok: analisi, controlli ecc, per l’operazione nel tardo pomeriggio.

            Mi rifanno le analisi e non mi dicono il perché.

            Al mattino presto viene un dottore Alberto Cuccuini e ci dice che, avendo fatto le analisi per ben due volte hanno visto che ci sono dei valori molto alti e perciò niente operazione, dovevo ritornare a casa, andare in un centro ematofilo e fare una cura, solo dopo si poteva fare l’operazione.

            Il professore mi disse che ero in uscita.

            Trauma. Pensai: non mi potevo muovere, rifare tutto l’iter, tutta quella strada! Sconcerto. Non chiesi nulla a Dio e alla Madre, ma di sicuro la Madre lesse nel mio pensiero: “Come faccio’ Come aiuto Pina? Era una preghiera accorata ma senza parole”.

            Mentre mi stavo vestendo ritorna il professore e dice. “Ci ho ripensato, ho pensato di mandarvi a ripetere le analisi”. Io sentii che Dio e la Madre stavano agendo e chiesi: “Professore, ma lei come si chiama?” “Mi disse: “Alberto Cuccuini” e io pregai mio fratello di scrivere quel nome e quello che lui mi diceva. E ci manda all’ospedale di Arezzo, nello stesso reparto dove avevo fatto le analisi precedenti, con un autista, per ripetere le analisi della coagulazione del sangue..

            Nell’attesa ci fanno accomodare nella stanza del primario dell’ematologia e noto il Crocifisso dell’Amore Misericordioso e chiedo al professore: “Lei va a Collevalenza?” e mi risponde: “No, ci va il professor Cuccuini”. (Dopo sapemmo che il prof. Cuccuini, che doveva leggere le analisi e dare l’ok per l’operazione, quel giorno era in sostituzione di un altro dottore e che lui, ora in pensione, era stato primario del reparto analisi dell’ospedale di Arezzo).

Arrivò il dottore analista e ci disse che non poteva fare le analisi in quanto mancava la richiesta. Risolto: un medico ci fece la richiesta. Dopo circa 2 ora ci fu comunicato l’esito. “Tutto nella norma come risulta da certificato”. Di corsa andai in sala operatoria ed eccomi qua.

Volevo far notare. Troppe combinazioni:

  1. Trovarmi ad Arezzo per un’operazione alla colonna vertebrale
  2. Trovare un medico di servizio, specialista emofilo in pensione
  3. Trovare il Crocifisso simile a quello di Collevalenza e alla domanda mi dicono che conoscono il Santuario. Certo, la Madre ha percepito chiaramente il mio lamento e non si è turbata per il mio modo un po’ brusco.

Grazie, Madre Speranza, per aver interceduto presso il Signore nostro Dio per tutto ciò.

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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