Walter Nudo: 'grazie alla fede, sono un uomo migliore'
Dimenticate quel Walter Nudo tutto muscoli e sorrisi affascinanti, che seduceva dai calendari o dai manifesti pubblicitari. Fermate nella mente, invece, quel Walter Nudo che partecipò alla prima edizione de 'L'Isola dei Famosi' e stupì tutti con la sua forza ma anche la sua sensibilità. Che vinse, e poi decise di devolve-re metà dei 250mila euro in beneficenza. E che da allora in poi ha cominciato a ricevere varie offerte per film e fiction, fra cui 'Carabinieri' e 'Incantesimo'.
Walter ha costruito una carriera come attore ed è riuscito a farsi apprezzare. Però è successo qualcos'altro di molto importante nella sua vita: ha trovato la fede in Dio. Un'esperienza intensa, che lui racconta nell'autobiografia di imminente uscita (per Mondadori) intitolata 'Tutto ci insegna e tutto ci prepara' e scritta insieme a Luciano Regolo. Il quarantenne Walter al settimanale 'Oggi' rivela: 'Il senso della mia vita è sempre stato quello di migliorare me stesso. Il mio percorso è stato lungo e difficile e ora sento il bisogno di trasmettere a tutti il mio messaggio di fede.
Di sicuro, determinante in questo percorso è stata la pellicola 'Note di speranza', girata nel 2008 negli Usa per la regia di Valerio Zanoli. Walter ha vestito i panni di un ingegnere italiano che, approdato in Russia, scopre la terribile realtà di un vecchio ospedale pediatrico. Per prepararsi al meglio, lui ha frequentato strutture mediche reali, e tramite queste ha conosciuto diversi bimbi malati di leucemia: 'Da allora - racconta - mi sono reso conto di come, attraverso il dolore, si possa arrivare a Dio'.
Determinante, in tal senso, è stato anche l'incontro con Natuzza Evolo, adesso avviata al processo di beatificazione, che lo ha aiutato a scoprire ciò che già si trovava dentro il suo cuore. 'Grazie alla fede - assicura Walter - sono un uomo migliore'.
Note biografiche
Walter Nudo nasce a Montreal (Canada) il 2 giugno 1970. E’ figlio di emigranti e i suoi primi passi li muove nella periferia cittadina , in quelle zone di frontiera descritte benissimo nei film di De Niro, tra tutte le difficoltà che comporta l’integrazione. Nel 1980 si trasferisce con la famiglia in Italia, a Genova. Ma l’America ha lasciato un segno indelebile e Walter ragazzino si ritrova spesso col naso all’insù, a guardare gli aerei che passano e a sognare di riprenderne uno per tornare là. Dopo il diploma di perito chimico, nel 1989, lascia l'Italia e torna a vivere in America dove, fra vari lavori (pizzaiolo, buttafuori, lavapiatti, autista, giardiniere) riesce a mantenersi e a frequentare L'ACTING CLASS di Joe Palese e l’ UCLA - Threatre Laboratory” di S. Henderson a Los Angeles, per coltivare il suo sogno: quello di diventare attore.
Negli anni '90, negli Stati Uniti, partecipa a diverse produzioni televisive, alcune per il sociale. Egli stesso realizza e produce dei corti. Gira in lungo e in largo : Texas, Arizona, New Messico, cambiando lavoro e frequentando le diverse realtà sociali. Mentre sta attraversando l’Alaska con un gruppo di amici il suo viaggio ha un primo stop. Problemi con l’emigrazione . Non è in possesso della ‘Green card’, quindi risulta essere un clandestino che lavora illegalmente. Dopo quattro giorni riesce a superare l’ostacolo e riprendere il cammino. Ma per onorare la promessa fatta ad un amico che si sposa, rientra in Italia e partecipa come testimone al matrimonio. Ma al suo viaggio di ritorno, negli Stati Uniti viene nuovamente fermato.
Viene tenuto in custodia per un giorno e poi espulso dall’America, perdendo tutto ciò che aveva accumulato in quei quattro anni: una valigia, due camicie, quattro paia di pantaloni e un vestito. E naturalmente il suo sogno americano. Ci vorranno poi cinque anni per sistemare le cose, ma arriva il condono e anche la possibilità di tornare liberamente in America.
Al suo rientro in Italia viene chiamato da Costanzo a partecipare al ‘Maurizio Costanzo Show’. E’ un bellissimo ragazzo dai capelli lunghi, grande e grosso come un giocatore di football americano con la faccia da buono. E’ ospite fisso, tutti i giorni, per otto mesi e porta l’esperienza di quegli anni vissuti in America. Da qui cominciano i suoi primi lavori in Italia. TV e cinema.
Ed è una scommessa a cambiare ancora il corso della sua vita. A cena da un amico qualcuno lo sfida: “Sei grande e grosso ma non avrai mai il coraggio di salire su un ring!” Due mesi dopo è già sul ring. Si scontra con un pugile che ha già all’attivo 45 match e l’incontro termina alla pari.
Dal ’96 al ’97 affronta dieci match nelle categorie pesi Massimo e Supermassimo. Vince i Campionati Regionale e Interregionale . Nel frattempo nasce il suo primo bambino, Elvis.
Ma mentre si prepara per i Campionati Italiani è una telefonata a dare un’altra svolta alla sua vita. Lo chiamano per presentare un programma televisivo : “Colpo di fulmine”. Per due anni, correndo per diverse città italiane, intervista i ragazzi che incontra per strada; nello stesso programma anche una giovanissima Michelle Hunziker che sta per sposarsi con Eros Ramazzotti. E’ un successo! La sua verve, la sua simpatia, la faccia da ragazzo pulito trovano il consenso del pubblico giovane e non solo. Nasce il suo secondo figlio, Martin.
Battuta d’arresto. Va in crisi con se stesso. La TV non gli basta più. Walter sa anche che l’unica cosa che può scuoterlo e lo può salvare è lo sport. Il pugilato. Allora ritorna a combattere ma il primo match viene sospeso per una testata… ormai ha quasi trent’anni e una famiglia. Sono gli anni più difficili , anche economicamente, ma è il senso di responsabilità che gli dà la forza di trovarsi un lavoro come rappresentante di prodotti naturali, nella fattispecie l’Aloe vera… Momenti grigi che mettono in discussione tutto, soprattutto se stesso, e congelano i sogni.
Ritorna a scuola e nel 2000 frequenta, a Roma, la “Duse”, sotto la guida di Francesca De Spaio e l’ “International Acting School “ di Dominique De Fazio. Metodo Strasberg. Nulla.
Ma è nuovamente lo sport a salvarlo quando anche la sua unione va a rotoli.
Walter comincia a correre: passo dopo passo, giorno dopo giorno, la maratona gli regala forza e nuova autostima. Si dà un obiettivo: la maratona di New York. E in quel 3 novembre 2002, le 3 ore e i 52 minuti sono una vittoria con se stesso. Poi un film con Richard Harris: ‘San Giovanni l’Apocalisse’. Si sente pronto anche a tornare a boxare di nuovo, ma nel 2003 una Produzione gli procura un contratto per una soap tutta italiana. “Un posto al sole”. Qualche mese di lavoro, poi nulla. Ed è una telefonata a cambiare, ancora una volta, il corso della sua vita.
Una persona sta male e deve lasciare il suo posto di concorrente in un programma televisivo , un gioco di sopravvivenza su un’isola dominicana, un ‘survivor game’, un gioco ad eliminazione .
Walter ha quindici minuti per decidere se accettare o no. Nella sua camera da letto è con gli occhi fissi sul soffitto mentre il cervello continua a ripetergli: "Forse è meglio lasciar perdere, forse è più saggio cambiare vita. Ormai il treno lo hai perso". Ma quella frase non passa inosservata al cuore, che rilancia, carico di passione: "Ricordati, Walter, che i treni sono sempre più di uno". E’ il 23 settembre del 2003. Dodici ore dopo è all’aeroporto in partenza per Santo Domingo, destinazione Los Haitises, spiaggia dell’ Isola dei famosi’. Sono 55 giorni in cui Walter supera ogni difficoltà nella sopravvivenza e nel confronto con tutti gli altri concorrenti. Perde 18 chili. Ma tenacia, onestà, generosità, forza interiore e sincerità lo premiano, e il 14 novembre viene decretato vincitore con quasi il 90% dei voti popolari. Un’esperienza unica e particolare che gli consente di affinare le sue peculiarità emozionali e che lo riporta all’affetto del grande pubblico. Di lui se ne parla tanto, ne parlano tutti, anche il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio, perché è un uomo semplice che con le sue forze riesce a farcela, a sollevarsi e a vincere contro la vita che lo aveva schiacciato. “Resistere, resistere resistere e non mollare mai” è il suo credo, è ciò che ha imparato. Per molti è un esempio, un’identificazione. “ Un vincitore è un sognatore che non ha mai mollato”.
E si concretizza anche il sogno di fare finalmente ancora l’attore.
Ed è un’altra telefonata che rimette la sua carriera sulla “rotaia giusta”. La Produzione lo chiama come protagonista di Incantesimo per la serie 7. Insieme all’attrice Samuela Sardo diventano Antonio Corradi e Giulia Donati, una coppia televisiva molto amata. Talmente tanto che entrambi vengono riconfermati anche per Incantesimo 8, evento del tutto eccezionale nella tradizione di questa fiction che prevede il cambio dei protagonisti in ogni serie.
"Spesso abbiamo paura di soffrire perchè non ci lasciamo andare, invece, bisogna avere il coraggio di amare di nuovo" questo capiscono Antonio e Walter. E’ il ruolo di un medico, un Primario in chirurgia plastica, per questo Walter si prepara con meticolosità e dovizia assistendo anche a veri interventi chirurgici e prendendo confidenza con gli strumenti del mestiere.
Antonio Corradi, interpretato per due anni, gli entra talmente dentro che fa fatica a scollarselo di dosso, per questo, dopo l’ultimo ciack, saluta tutti, prepara il suo zaino e alle otto di sera è sull’Aurelia. Percorre più di trecento chilometri a piedi da Roma all’isola d’Elba.
Tre giorni tra buio, pioggia e camion per tornare Walter. E’ il febbraio 2006.
Ha ancora le ferite ai piedi quando ai primi di marzo è testimonial alla Treviso Marathon, una manifestazione a scopo benefico che si dedica ad alcuni importanti progetti di solidarietà a favore dei “cartoneros”, gli abitanti della periferia di Buenos Aires. Tempo : 3h 57’26”. Ma è anche il tempo delle vecchie passioni che Walter ritorna a coltivare. Riprende a cantare e con la sua band si diverte a interagire col pubblico in concerti liv, con i brani che hanno caratterizzato la sua vita passata e attuale. La musica e il canto lo rilassano e lo divertono, e il pubblico canta e balla con lui.
Il richiamo dell’America è ancora forte, per questo ritorna in Arizona, un’occasione per salutare suo fratello Enzo, che vive là, e nello stesso tempo una fuga per ritrovare se stesso dopo due anni di intenso lavoro. A piedi, in auto o in moto per Walter la strada rappresenta il luogo ideale per riposare e riflettere. “La strada è la miglior metafora della vita. C’è un punto di partenza e un punto di arrivo. Sempre. Poi una volta arrivato decidi se rimetterti in marcia per un nuovo obiettivo.”
Così , a cavallo di una Harley Davidson, solo, percorre l’America più selvaggia, più vera, quella dei grandi spazi, della natura incontaminata e delle riserve indiane. Da Phoenix, in Arizona, attraversa lo stato e arriva a Las Vegas, nel Nevada. Cielo e deserto.
Guida piano e pensa. Ai suoi bambini, a tutto quello che ha costruito fino a quel punto.
Al ritorno lo aspetta Giacomo Contini, il Brigadiere Giacomo Contini di ‘Carabinieri 6‘, e poi il Maresciallo Giacomo Contini nella serie di ‘ Carabinieri 7”. Personaggio che riesce a far riemergere la sua vena ironica.
Scopre che la commedia gli piace e gli consente di esprimere il suo atteggiamento positivo nei confronti della vita, una vita che prosegue “on the right track”, sul binario giusto.
Due anni di ricerca continua e di fragilità; all’apparenza Walter è un uomo forte ma quella fragilità, che è sempre riuscito a controllare, adesso si fa sentire sempre di più, al punto tale da cercare di superare i propri limiti per diventare più forte e non sentirla più. Corre, a piedi ma soprattutto in macchina, con macchine da corsa sempre più potenti, a volte anche troppo per l’esperienza che ha. Vince ma è anche vittima di molti incidenti, fino a quel 18 ottobre, a Monza, da cui esce miracolosamente vivo.
Torna alla musica ma non riesce più a scrivere. Qualcosa è bloccato. Il suo fisico è forte e Walter si allena continuamente: corsa, palestra, pugilato, ma incombe sempre questa sua fragilità interiore; è sempre alla ricerca di qualcosa. Malgrado una serie di interventi chirurgici lui continua ad allenarsi, non riesce a rallentare questa corsa frenetica alla ricerca disperata, fuori e dentro di sé, di un qualcosa … che non sa nemmeno lui. Finché l’ennesimo incidente su un set lo costringe, questa volta, a fermarsi stando semi immobile per due mesi. Un intervento difficile e complicato in una clinica di Roma, un recupero difficoltoso e una riabilitazione molto lenta e impegnativa soprattutto dal punto di vista psicologico.
“A trent’anni ti senti invincibile, a quaranta una serie di cose ti fanno comprendere che devi fare i conti con la realtà. Ti senti fragile, vulnerabile. La paura ti fa esitare e l’esitazione rende reale la più grande delle paure.” Walter è in America . Lì nessuno gli chiede l’autografo al supermercato, lì nessuno lo ferma per strada per una foto. Si guarda allo specchio e anche lui non vede più Walter Nudo ma ritrova Walter e questo lo fa ritornare con i piedi per terra. Si domanda:
“Dove sto andando? Quello che ho fatto fino adesso va bene? E’ questo che dovevo fare nella mia vita, allargare e riempire le tasche al mio ego? Sono l’uomo che ho sempre voluto diventare? Ho amato abbastanza?” E un giorno apre il pc e trova la mail di un certo Valerio Zanoli , regista, che gli propone di essere il protagonista di un film per il Cinema, girato in America: “Hopeful notes” “Note di speranza”. Apre l’allegato e legge il copione. Lo divora, non riesce a staccarsene, corre dietro alle battute… finalmente finisce. Ha le lacrime agli occhi… Alex, il protagonista, è lui!
Come nei film, così come nella vita, dall’oggi al domani, arriva qualcosa a tirarti su. Walter si aggrappa a questa fune che lo fa riemergere dalla situazione stagnante in cui si trova. Walter Alex.
Walter riesce a ritrovare il senso della vita col pensiero e la responsabilità di dare un esempio ai suoi figli così come Alex dà senso alla propria vita aiutando questi bambini malati di leucemia. Si butta a capofitto in questo personaggio. Sente ogni angolo, ogni spigolo di Alex. E’ lui!! Sente già il suo respiro, sente già il suo cuore battere. Alex è già vivo! Sceglie lui stesso gli abiti andandoli a cercare nei negozi dell’usato: un cappotto da cinque dollari, un paio di scarpe da due dollari… vestiti usati che hanno un passato. I vestiti usati hanno un’anima… e lui, lì, trova quella di Alex. Il film viene girato tra febbraio e marzo del 2009.
Walter trova subito un’ottima intesa col regista Zanoli il quale riconosce subito in lui questa grande voglia di far nascere e dare vita ad Alex, tanto che lo lascia libero di muoversi e di crearlo ogni giorno. Walter deve tanto a Valerio Zanoli, non solo perché lo ha scelto come protagonista del suo primo film girato in America ma perché gli ha dato la possibilità di esorcizzare tutto il dolore e la sofferenza ,che aveva nella sua vita in quel momento, proprio nel personaggio di Alex. Aiutare qualcuno, e, in questo caso, a maggior ragione, dei bambini malati, è la miglior maniera che si possa trovare per ritrovare il contatto con la propria anima. E questo è Dio.
E proprio in questi momenti di profonda sofferenza fisica e interiore tocca quel fondo da cui ha sempre cercato di scappare. Però proprio lì Walter comincia a risalire, a credere che ci sarà, prima o poi, un giorno migliore e a rendersi conto di quanto lui sia incredibilmente fortunato per amare così tanto il suo lavoro, per avere l’amore dei suoi cari, dei suoi amici e della gente. Dei suoi fan, della gente che ha visto i suoi film, le sue fiction, i suoi programmi, i suoi concerti e a cui non riesce mai a dire grazie abbastanza per tutto quello che gli hanno dato.
Andare a Venezia con un film di cui è protagonista, anche se è un film di poche pretese ma onesto, sincero e con un grande cuore, è esattamente quello con cui oggi Walter si presenta al proprio pubblico.