IL SOVIETICO FRANCESCANO
Così l'uomo che rinunciò al suo arsenale nucleare perla pace, si è inginocchiato davanti al santo che lasciò le armi per servire Dio. l frati di Assisi raccontano la visita a sorpresa di Michail Gorbaciov. di Cioncarlo Gioielli
Sabato 15 Marzo 2008, vigilia della Domenica della Palme. Un uomo prega inginocchiato tra gli altri fedeli nella basilica di Assisi. Prega intensamente, con gli occhi chiusi, per oltre mezz'ora. Accanto a lui una giovane donna ed altre persone, sembrano slave. Un frate di origine lituana, padre Miroslavo, li nota un po' stupito. C'è qualcosa di familiare in quella figura. Si avvicina, i frati qui sono abituati a sorprendenti incontri, e alla fantasia di Dio che propone occasioni che sarebbero francamente inimmaginabili. Ma questa è davvero grossa. Inginocchiato davanti alla tomba di S. Francesco, il più povero tra i poveri, c'è un uomo che fu tra i più potenti del mondo, l'ultimo imperatore dell'Unione Sovietica, l'ultimo segretario del Partito comunista dell'Urss, dello Stato dove il socialismo reale per sessant'anni ha abolito ogni educazione religiosa, l'uomo che ha avuto a sua disposizione immensi arsenali atomici e poi ha imboccato la strada che ha portato al crollo dell'impero comunista, alla caduta del Muro di Berlino, agli sconvolgimenti che hanno cambiato la vita di centinaia di milioni di persone in tutto il mondo
t ora è lì, umile e anonimo pellegrino: Michail Gorbacov.
La donna accanto a lui è la figlia. Gli altri uomini sono anonimi amici che io hanno accompagnato in questo viaggio. Nessuno sa dì quella visita. Il frate lituano, emozionato, chiama i suoi superiori: il custode del Sacro Convento, padre Vincenzo Coli e padre Enzo Fortunato, "Mi ha colpito quel modo di pregare- racconta a padre Miroslavo- intenso e raccolto, tipico del mondo orientale. Ma mai e poi mai avrei immaginato di trovarmi davanti Gorbaciov". L'ex presidente sovietico parla con i frati per ore. Non tutto si può dire di quest'incontro, ovviamente, e non tutto ci e stato raccontato, perché i religiosi vogliono e sanno custodire le confidenze di un uomo.
"Ci ha raccontato che si è avvicinato da tempo alla fede - dice Padre Coli - attraverso la figura di S. Francesco. Lui, da sempre ateo, ha iniziato un cammino, un percorso spirituale dopo aver scoperto la forza della religione cristiana guardando la figura del Poverello. E quando morì la moglie Raissa volle per lei i funerali religiosi". Una forza operava da tempo, dunque, nel cuore di Michail Gorbaciov, e qualcosa o Qualcuno lo ha chiamato all'inizio della Settimana Santa a questo misterioso appuntamento nella basilica di Assisi. Lui, cittadino di quella Russia dove tanto il comunismo imperante quanto l'ortodossia hanno sempre visto con estremo sospetto il cattolicesimo, fino ad impedire, a tutt'oggi, quella visita del Papa a Mosca che è rimasto il sogno irrealizzato di Giovanni Paolo lI.
Sappiamo che Michail Gorbaciov ha trascorso l'intero pomeriggio con i frati del convento: "Una tappa significativa in un cammino profondo", dice a 'Tempi' padre Fortunato, che, almeno per ora, non vuole pronunciare la parola "conversione". Un cammino personalissimo che va rispettato con il dovuto silenzio, ma anche un segno che stupisce per la profondità di quanto ha detto l'ex leader sovietico ai frati attoniti per quanto sentivano: "Francesco per me è l'alter Chrìstus, l'altro Cristo. Il mio avvicinamento alla fede è stata una scoperta progressiva, dovuta proprio a S. Francesco." Poi, insieme ai padri francescani, è salito nella Basilica Superiore, ha guardato a lungo un quadro che, ha detto, sento particolarmente vicino": è l'icona del Sogno delle armi di Spoleto, quando Francesco, sul punto di arruolarsi, per andare a combattere i Mori, mentre dorme sogna un palazzo pieno di uomini armati e vede Cristo che gli chiede : "Vuoi servire il servo o il padrone?".
Lui, Gorbaciov, che fu tra i padroni del mondo, che fu signore delle armi più potenti che si siano viste sulla terra, la sua scelta sembra averla fatta. In un giorno, in un'ora, in un momento a noi vicino del tempo e della storia.
Così, qui ad Assisi, davanti a quella tomba dove si sono inginocchiati altri potenti del mondo, assumono un diverso e più alto significato tanti eventi, scelte e parole pronunciate negli anni passati dal presidente sovietico. Quando si assunse la responsabilità di avviare quel processo di cambiamento che ancora non è terminato (la Russia ha davanti ancora un lungo percorso sulla strada della democrazia, dell'unificazione e della giustizia sociale", ha detto ai frati Gorbaciov, che poi ha anche discusso della possibilità di una visita del Papa e della sofferta divisione tra ortodossi e cattolici in Russia). Forse si svela ora la fonte vera di quel coraggio che gli è stato dato per cominciare a cambiare la storia, al di là di molte, sia pur legittime, letture politiche e sociali.
Reagan e le parole della Madonna
C'è un altro piccolo fatto, molto poco noto che vale la pena di raccontare così come ce lo ha riferito Marja Paviovic, una delle veggenti di Medijugorje che ora vive in Italia. Nel 1987, pochi giorni prima della storica firma del trattato tra Reagan e Gorbaciov sulla riduzione degli armamenti nucleari, - l'accordo che avviò la caduta della Cortina di ferro-, la ragazza incontrò davanti alla sua casa, in quel paesino della Bosnia, una coppia di americani. Erano venuti a pregare per la loro figlia, affetta dalla sindrome di Down. Pioveva a dirotto, erano bagnati fradici e Maria li invitò a bere un tè. Quando l'uomo le raccontò che era uno dei consiglieri militari del presidente americano e che si trovava in Europa per preparare l'incontro con i sovietici, Maria, sia pure un po' intimorita, pensò di consegnare al diplomatico una lettera per Reagan, in cui riferiva i messaggi della Madonna, che nelle apparizioni invitava a pregare per la pace. Dopo la firma del trattato le arrivò una telefonata: a casa: "Qui è la Casa Bianca...". "Va a prendere in giro qualcun altro", rispose la ragazza, e mise giù la cornetta. Altro squillo, e Marja riconobbe la voce dell'americano che aveva incontrato: "Guarda che è proprio vero, volevo solo dirti che quando ha firmato il trattato, il presidente Reagan aveva con sé la tua lettera e l'ha mostrata a Gorbaciov". Qualche giorno dopo un'altra telefonata. Era l'ambasciata russa a Belgrado: "Il presidente Gorbaciov vorrebbe una copia dei messaggi della Madonna".
Anche la Provvidenza ha la sua par condicio...
Forse non è estraneo questo piccolo episodio a quanto è avvenuto dopo, e forse Gorbaciov, in questi giorni in cui il nuovo Signore della Russia, Putin, mette in discussione il disarmo, si è ricordato della potenza della preghiera. Di quell'arma più grande delle sue atomiche che gli è stata consegnata vent'anni fa da una ragazzina bosniaca. Egli è andato a deporla davanti all'uomo che per primo lasciò le armi per servire il vero Signore, e non più i servi.
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NATALE
Anche questo Natale a cui ci vogliamo preparare,
rinnova per noi la nascita di Gesù Salvatore.
Per questo vogliamo fare nostra l'attesa dei secoli,
l'attesa del mondo d'oggi,
l'attesa di tutti coloro per i quali Cristo non sembra essere ancora venuto,
perché ancora non credono in Lui.
In nome di tutti gli uomini,
disponiamoci ad accogliere il Signore che viene,
con desiderio grande,
con una gioia piena di speranza,
con un cuore libero e capace di amare.
Buon Natale a tutti
Iolanda Lo Monte.