Traccia n. 4 La vocazione e la missione di Mosè – Es 3,1 – 4,17
Parte seconda – Esodo 3,16 – 4,17
(Riflessioni a cura di Antonio Turi)
♦ Le istruzioni di Dio sulla missione di Mosè (Es 3,16-22)
16Va'! Riunisci gli anziani d'Israele e di' loro: «Il Signore, Dio dei vostri padri, Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, mi è apparso per dirmi: Sono venuto a visitarvi e vedere ciò che viene fatto a voi in Egitto. 17E ho detto: Vi farò salire dalla umiliazione dell'Egitto verso la terra del Cananeo, dell'Ittita, dell'Amorreo, del Perizzita, dell'Eveo e del Gebuseo, verso una terra dove scorrono latte e miele». 18Essi ascolteranno la tua voce, e tu e gli anziani d'Israele andrete dal re d'Egitto e gli direte: «Il Signore, Dio degli Ebrei, si è presentato a noi. Ci sia permesso di andare nel deserto, a tre giorni di cammino, per fare un sacrificio al Signore, nostro Dio».19Io so che il re d'Egitto non vi permetterà di partire, se non con l'intervento di una mano forte. 20Stenderò dunque la mano e colpirò l'Egitto con tutti i prodigi che opererò in mezzo ad esso, dopo di che egli vi lascerà andare. 21Farò sì che questo popolo trovi grazia agli occhi degli Egiziani: quando partirete, non ve ne andrete a mani vuote. 22Ogni donna domanderà alla sua vicina e all'inquilina della sua casa oggetti d'argento e oggetti d'oro e vesti; li farete portare ai vostri figli e alle vostre figlie e spoglierete l'Egitto».
Un secondo «Va’» chiarisce la missione di Mosè, attraverso tre istruzioni.
La prima istruzione riguarda gli israeliti: dovrà riunire gli “anziani di Israele” e riferire loro della rivelazione divina. Dio assicura Mosè che Israele ascolterà la sua voce.
La seconda istruzione riguarda il faraone: andranno a chiedergli il permesso di un cammino di tre giorni nel deserto per offrire un sacrificio a JHWH, il loro Dio. Non si tratta di lasciare l’Egitto, ma di un pellegrinaggio fino al luogo dove Dio è apparso a Mosè. Forse si vuole fuggire senza insospettire gli egiziani..Però già ora Dio sa che il faraone non permetterà di partire e “stenderà la mano” per colpire l’Egitto. Si intravede il tema difficile dell’ indurimento del cuore del faraone.
La terza istruzione riguarda il popolo egiziano. Dio promette che gli israeliti troveranno grazia agli occhi degli egiziani e non torneranno a mani vuote nella terra promessa.
Sorprende la certezza degli eventi che accadranno, anche se non sappiamo quando e come. Tutto l’Esodo sarà la storia della mano forte di Dio.
♦ I tre segni della credibilità offerti da Dio a Mosè (Es 4,1-9)
1 Mosè replicò dicendo: «Ecco, non mi crederanno, non daranno ascolto alla mia voce, ma diranno: «Non ti è apparso il Signore!». 2Il Signore gli disse: «Che cosa hai in mano?». Rispose: «Un bastone».3Riprese: «Gettalo a terra!». Lo gettò a terra e il bastone diventò un serpente, davanti al quale Mosè si mise a fuggire. 4Il Signore disse a Mosè: «Stendi la mano e prendilo per la coda!». Stese la mano, lo prese e diventò di nuovo un bastone nella sua mano. 5«Questo perché credano che ti è apparso il Signore, Dio dei loro padri, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe». 6Il Signore gli disse ancora: «Introduci la mano nel seno!». Egli si mise in seno la mano e poi la ritirò: ecco, la sua mano era diventata lebbrosa, bianca come la neve.7Egli disse: «Rimetti la mano nel seno!». Rimise in seno la mano e la tirò fuori: ecco, era tornata come il resto della sua carne. 8«Dunque se non ti credono e non danno retta alla voce del primo segno, crederanno alla voce del secondo! 9Se non crederanno neppure a questi due segni e non daranno ascolto alla tua voce, prenderai acqua del Nilo e la verserai sulla terra asciutta: l'acqua che avrai preso dal Nilo diventerà sangue sulla terra asciutta».
Nonostante le assicurazioni divine, nonostante voglia ancora salvare i suoi fratelli, ora per obbedienza alla sua vocazione, Mosè è titubante, non ha più tanta voglia e pone la sua terza obiezione alla missione ricevuta: «Ecco, non mi crederanno, non daranno ascolto alla mia voce, ma diranno: Non ti è apparso il Signore!».
E’ una obiezione mal scelta, perché Dio aveva preavvisato Mosè che il popolo avrebbe ascoltato. Il “non mi ascolteranno” di Mosè, non è una sfiducia soltanto nei confronti di Israele, è incredulità; anziché accogliere quello che Dio aveva detto, è come se dicesse “no tu sei bugiardo” .
Dio risponde attraverso tre segni simbolici, segni della credibilità che Dio offre a Mosè.
Il semplice bastone del Mosè pastore diventa il «bastone di Dio», il segno dell’autorità, del potere. Si trasforma in un serpente, simbolo del caos. Mosè fugge, ma all’ordine di Dio supera lo sgomento, stende la mano ed il serpente si trasforma di nuovo in bastone. Simbolicamente, Mosè assume il potere sull’ordine e sul disordine.
Il secondo segno è la mano che Mosè infila dentro la veste ed estrae lebbrosa, la infila di nuovo e la estrae guarita. La lebbra è il simbolo della morte: il lebbroso veniva escluso dalla vita comunitaria. Mosè riceve potere sulla vita e sulla morte, un potere solo di Dio.
Il terzo segno è la trasformazione dell’acqua in sangue, versandola per terra. Versare acqua vuol dire fertilità e vita, versare sangue vuol dire uccidere, dare la morte. Ancora una volta viene dato a Mosè il potere sulla vita e sulla morte.
Mosè è ora credibile perché assume la stessa potenza divina, o meglio, perché è Dio che agisce insieme a Mosè.
E’ molto interessante come la tradizione ebraica ( un commentatore medievale francese è Rashi, 1040-1105) interpreta i tre segni: sono i segni della triplice pedagogia di Dio.
- il primo segno (il bastone che diventa serpente, il padre della menzogna) è rivolto a Mosè, perché deve capire che è stato bugiardo accusando Dio che il popolo d’Israele non lo avrebbe creduto e attraverso questo segno Mosè possa convertirsi,
- il secondo segno ( la mano che diventa lebbrosa) è pedagogia per Israele che non accoglie la parola di Dio. Israele sa che chi le fa del male, riceve una punizione (vedi il faraone punito per aver preso la moglie di Abramo in Genesi 12,17). Quando Israele vedrà Mosè mettere la mano nel seno e diventare lebbroso, saprà che Mosè ha calunniato Israele, dicendo non crederanno alla mia parola. Ma lo stesso Israele vedrà che Dio vuol bene a Mosè e così potrà fidarsi di quello che Mosè è incaricato di fare.
- il terzo segno (l’acqua del Nilo che diventa sangue), è una pedagogia per gli egiziani che impareranno che Dio si preoccupa anche di loro; è la prima piaga con cui inizierà il processo di liberazione di Israele.
I tre segni sono come i tre modi attraverso i quali Dio intende attirare a sé tutti gli uomini: Mosè, gli israeliti e anche gli egiziani. Al culmine di questa pedagogia divina troveremo il Cristo che accettò di morire in croce per attirare tutti gli uomini.
♦ Mosè bocca di Dio, Aronne bocca di Mosè (Es 4,10-17)
10Mosè disse al Signore: «Perdona, Signore, io non sono un buon parlatore; non lo sono stato né ieri né ieri l'altro e neppure da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono impacciato di bocca e di lingua». 11Il Signore replicò: «Chi ha dato una bocca all'uomo o chi lo rende muto o sordo, veggente o cieco? Non sono forse io, il Signore? 12Ora va'! Io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire». 13Mosè disse: «Perdona, Signore, manda chi vuoi mandare!». 14Allora la collera del Signore si accese contro Mosè e gli disse: «Non vi è forse tuo fratello Aronne, il levita? Io so che lui sa parlare bene. Anzi, sta venendoti incontro. Ti vedrà e gioirà in cuor suo. 15Tu gli parlerai e porrai le parole sulla sua bocca e io sarò con la tua e la sua bocca e vi insegnerò quello che dovrete fare. 16Parlerà lui al popolo per te: egli sarà la tua bocca e tu farai per lui le veci di Dio.17Terrai in mano questo bastone: con esso tu compirai i segni».
Mosè continua a non volere andare e avanza la quarta obiezione, ancora mal scelta: «Non sono un buon parlatore».
Più che una scusa, è quasi una accusa a Dio: non ci vado perché tu mi hai fatto male, al punto che non so parlare.
Dio risponde «Chi ha dato una bocca all'uomo o chi lo rende muto o sordo, veggente o cieco? Non sono forse io, il Signore?» e gli ordina (è la sua terza richiesta): «Ora va'! Io sarò con la tua bocca e ti insegnerò quello che dovrai dire».
Dio sa bene come è la bocca di Mosè. Proprio perché non è un buon parlatore, Mosè non potrà dire che le parole che gli sono dette da Dio. Il vero profeta non dice infatti la sua parola, ma è strumento, attraverso il quale Dio può dire la sua parola.
Profeta dei profeti è Gesù Cristo, come ci dice il Vangelo secondo Giovanni: «Chi non mi ama non custodisce le mie parole; e la parola che ascoltate non è mia ma del Padre che mi ha mandato..»(Gv 14,24). Ma Gesù non è solo profeta, è lui stesso Parola di Dio diventata carne: «In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il Verbo era Dio…E il Verbo si fece carne, e si attestò fra noi…»(Gv 1,1 e 14).
Ancora una volta Mosè punta i piedi, decide di non andare nonostante tutto «Perdona, Signore, manda chi vuoi mandare!». Il rifiuto assoluto di Mosè provoca la collera di Dio.
Ed ancora una volta Dio risolve la sua quinta ed ultima obiezione, associando a Mosè il fratello Aronne (un levita): Mosè dovrà comunicare ad Aronne la parola di Dio e Aronne diventerà il suo portavoce, la bocca di Mosè. Mosè sarà come Dio stesso per Aronne.
Dio ha chiamato Mosè, si è rivelato e dato il suo nome, gli ha dato autorevolezza perché liberi suoi fratelli. Ma Mosè rifiuta di iniziare la missione affidatogli e Dio, ciò nonostante, gli ordine : «Ora va'! ».
Tutto questo ci può far riflettere. Si può dire di no a Dio? Si, ma, come con Mosè, Dio può far sì che quello che vuole si possa realizzare. Non è facile capire questa, se si può dire, “violenza” da parte di Dio. Spesso nella Bibbia Dio chiama senza preoccuparsi della risposta di chi chiama, così accade per gli Apostoli (venite e vedrete)..per Paolo..La “violenza” di Dio ci aiuta, perché è difficile, quasi impossibile dire sì ad una vocazione che viene da Dio, perché seguire Dio è accettare la croce di Cristo, una croce che però è risurrezione, è vita!
La vocazione di Mosè è stata un cammino di ”cambiamento”: Dio lo ha cambiato: non è più il Mosè violento di quaranta anni prima, ora fa le veci di Dio per Aronne e Israele.
Approfondimento personale
- Mosè non si sceglie, è Dio che lo sceglie; non chiede segni, è Dio a darglieli. Le sue obiezioni sono vinte dal Dio che è con lui. Quali sono le nostre obiezioni al Dio che ci viene incontro e ci accompagna?
- Ci lasciamo infine condurre da Dio, come ha fatto Mosè, per vincere le nostre insicurezze?
- Riusciamo a essere profeti di speranza, come Mosè, e non profeti di sventura?