RISONANZE CAMPOSCUOLA 2021
San Giuseppe uomo giusto
Il mio primo pensiero va alla Madonna e a San Giuseppe che fidandosi del Signore hanno fatto voto di verginità e così possono essere i Santi che ora sono e che tutti vorremmo imitare soprattutto nella grande fiducia in Dio.
Proprio considerando questa fede di Maria e di Giuseppe io ritengo che, per affrontare il matrimonio ci vogliono non solo le virtù della carità e dell’ubbidienza al progetto di Dio, ma bisogna anche chiedere sempre il dono della perseveranza insieme con il dialogo e la santa pazienza.
Il matrimonio è un progetto bellissimo soprattutto se vissuto con l’amore di Dio, senza far prevalere il nostro orgoglio, mettendo sempre il coniuge al primo posto dopo Dio, supportandolo in tutto e per tutto, non solo per la promessa fatta al coniuge ma per la promessa fatta a Dio, chiamando Cristo come garante in mezzo a noi.
San Giuseppe mi ha stupito per la sua ubbidienza e magnanimità, ma soprattutto per il suo silenzio orante. Innanzitutto ubbidisce all’Arcangelo, conferma a vita il suo nazareato, ritenendosi per tutto il marito di Maria e poi il padre putativo di Gesù, con l’arduo compito di proteggere le due creature più grandi: Gesù e Maria: un Dio che si fida di un uomo semplice perché insegnasse al Figlio a vivere su questa terra.
Per il mio matrimonio non decisi per nessuna virtù: tutto accadde all’improvviso: Graziella rimase incinta e non potevo più tirarmi in dietro: matrimonio riparatore nel 1977; sono certissimo che non compresi nemmeno la formula del matrimonio che lessi all’altare davanti a Dio.
Poi ho compreso che in questi 44 anni Dio mi ha benedetto con tante virtù che mi sono servite per portare avanti il nostro matrimonio, oltre al dono dei nostri figli ed ora dei nostri nipoti; insomma ha trasformato il mio cuore di pietra in un cuore di carne.
Più passava il tempo e più mi rendevo conto che il mio matrimonio era una vocazione e, nonostante i miei limiti ho vissuto solo per la mia famiglia e se Graziella mi dovesse tradire, mi ritirerei nel convento dell’Amore Misericordioso piuttosto bighellonare con altre donne.
In realtà devo dire che in 36 anni non ho perso mai l’autocontrollo perché ho messo sempre la mia famiglia al primo posto. Da questo punto di vista il “cornuto” non ha potuto nulla con me ma ci ha provato con Graziella; fortunatamente qualcuno si è inventato l’Incontro Coniugale e allora ho capito davvero che cosa vuol dire “Autocontrollo”, fiducia in Dio e cosa chiedo quando dico: Padre, sia fatta la tua volontà. La risposta di Dio è stata: “Ti amo, figlio, fidati di me e quando tornerai qui, nel Regno dei cieli, capirai cosa vuol dire far girare il mio amore sulla terra”.
Sì, ora, più che mai mi rendo conto che Dio si è fidato di me e di Graziella, che la nostra famiglia è guidata da Maria e da San Giuseppe, unici nel loro genere, che ci danno grandi insegnamenti che nessuna famiglia dovrebbe dimenticare.
Innanzitutto il silenzio: sono stati capaci di conservare il segreto della vera identità di Gesù, per oltre trent’anni, per salvarlo dalla perfidia umana e diabolica e soprattutto hanno vissuto il loro matrimonio di anima veramente come due santi, inoltre l’accettazione serena della volontà di Dio anche negli imprevisti che esigevano immediatezza di esecuzione.
Impariamo da loro.
Signore, assisti le nostre e Tue famiglie in questo cammino di santità.
Felice e Graziella