CENNI SULLA STORIA DELLA CHIESA (Don Giampaolo Laugero)
ORIGINI
Ci eravamo lasciati, un mese fa, fra le mura di una città romana di fine primo secolo inizio secondo. Lì il cristianesimo si era insediato, portato dal coraggio e dall’intraprendenza degli apostoli e dei loro collaboratori, i primi missionari. Molti elementi contingenti avevano favorito l’annuncio del Vangelo e la nascita delle prime comunità. L’esistenza dell’impero romano con la sua fitta rete di comunicazioni per terra e per mare aveva facilitato i movimenti. Anche l’esistenza di due grandi lingue parlate e scritte, il greco nella versione popolare della Koinè e il latino, aveva reso più facile la predicazione evitando la necessità di disperdersi in una miriade di dialetti. Il greco servirà per la nascente teologia, il latino per la formulazione delle prime leggi ecclesiastiche. Pure l’inquietudine religiosa serpeggiante in tutto il territorio imperiale si era rivelata un’occasione propizia per la semina del verbo cristiano. Fino ad indurre i padri a vedere nell’impero romano una vera e propria benedizione della provvidenza, così da arrivare a parlare di “preparazione evangelica”
Ma i cristiani sono degli atei?
Non tutto però filò sempre liscio come l’olio. Anzi ben presto i cristiani si trovarono di fronte a violente contestazioni, al diffondersi di voci diffamatorie, ad episodi di vere e proprie persecuzioni. Tutti i ceti sociali sono coinvolti in questa battaglia contro la nuova religione. I ceti popolari, gli intellettuali, il potere politico. Anche se non sempre e non ovunque.
I ceti popolari lanciano una serie di accuse, anche sorprendenti. Come quando rinfacciano ai cristiani di essere degli atei. Eh sì, perché non li vedono presenti né ai culti tradizionali né a quello rivolto all’imperatore. Poi li accusano di praticare l’incesto e di essere degli antropofagi, abituati a cibarsi delle carni di un bambino. La ragione di queste distorsioni sta nel clima di segretezza e di mistero che aleggia attorno alle nuove comunità, formate da pochi membri, che si trovano nelle case private dove si nutrono del corpo di Cristo (ecco da dove viene l’accusa di antropofagia) e che con difficoltà rendono pubblica la loro appartenenza. Non fosse altro per il timore di essere arrestati e perseguitati. Gli intellettuali sono più raffinati nelle loro accuse e contestano i capisaldi del credo cristiano. Ad esempio c’è chi bolla come assurda l’idea stessa di incarnazione: come può Dio, il perfetto, l’immutabile, abbassarsi fino a diventare un bambino? Ma nella loro polemica lanciano anche altri tipi di accuse, come quella che tenta di portare i cristiani sul banco degli imputati in quanto pericolosi per la società stessa, nella quale rifiuterebbero il “costume degli antichi” considerato dai romani sacro e inviolabile, un vero e proprio caposaldo della struttura imperiale. Inoltre li si accusa di dar troppa importanza alle classi inferiori, come quella delle donne, dei bambini, degli schiavi. E non manca l’accusa di minare alla stabilità della famiglia perché con il fenomeno delle conversioni metterebbero moglie contro marito, figli contro genitori. O quella di mettere in crisi la società stessa perché ostinati nel rifiutare l’identificazione della sfera politica con quella religiosa.
I cristiani non stanno a guardare
Già accennavamo alla comparsa fra le ancor ristrette file ecclesiali di una prima difesa, impegnata anche sul versante teologico. Le accuse vengono contestate e anche ribattute tacciando di immoralità proprio i denigratori pagani, colti in fallo soprattutto sul versante sessuale. Il primo Tertulliano, quello ancora pienamente ortodosso, scrive di getto l’Apologetico opera nella quale afferma che i cristiani sono presenti ovunque, anche nell’esercito, e sempre servono con lealtà l’impero. Già Clemente I, anni prima, concludeva la sua lettera ai Corinti con una stupenda preghiera per le autorità, quasi a dire che i cristiani sono sudditi leali. Anche se a dire il vero qua e là e poco per volta qualche dubbio sulla compatibilità di certe professioni (il militare appunto ma anche il magistrato) con l’essere cristiani fa capolino. C’è chi poi, come Giustino, si preoccupa di contestare le accuse relative all’immoralità dei riti descrivendo lo svolgersi delle celebrazioni. Così è grazie a questo contesto polemico che veniamo in possesso delle più antiche notizie sulla liturgia cristiana. La convivenza si fa più difficile, la tensione sale e qualcuno comincia anche a versare del sangue perché dalle parole passa ai fatti. Cominciano così le persecuzioni: arresti, processi, condanne, esecuzioni capitali. Ma sarà storia della prossima puntata.