L'anno scorso abbiamo riflettuto insieme su quelli che San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI ci hanno insegnato a chiamare “valori non negoziabili” e abbiamo dovuto constatare ancora una volta che nel mondo di oggi non sono (più) valori universalmente accettati o, se in teoria lo sono, di fatto sono continuamente traditi.
La maggior parte delle persone sembra agire, muoversi, scegliere in base ad altri principi (che noi consideriamo disvalori).
Non è sempre stato così; basta pensare a quello che era il modo di vivere dei nostri genitori o dei nostri nonni per rendersene conto: c'è stato negli ultimi cento anni un cambiamento radicale, non solo nel modo di vivere, ma anche nel modo di pensare, per cui molto rapidamente ciò che prima era considerato, ad esempio, socialmente inaccettabile, oggi appare normale e anzi desiderabile. Al contrario, comportamenti, abitudini, tradizioni che facevano parte del bagaglio culturale e sociale delle persone, vengono oggi guardati con sospetto, quando non apertamente vilipesi. Qualche esempio: anche al tempo dei nostri nonni gli uomini tradivano le mogli (e viceversa, sebbene più di rado), ma l'adulterio era considerato riprovevole, socialmente inaccettabile. Chi oggi si meraviglia più se una coppia si separa, perché lui o lei si è innamorato/a di un'altra persona e ha (così si sostiene) il diritto di essere felice? Il matrimonio non è più per sempre, ma finché dura. E ancora: anche 100 anni fa le donne (purtroppo!) abortivano, spesso costrette dalle circostanze, dalle convenienze, dai mariti, ma l'aborto non era come oggi considerato un diritto della donna garantito dalla legge. Gli esempi potrebbero continuare.
Quello che viene da chiedersi è: COME avviene tutto ciò? E PERCHE'? Che cosa ha determinato questo stravolgimento di valori?
Un primo concetto su cui riflettere è:
- il cambiamento (il sovvertimento) che ci appare improvviso, in realtà viene da lontano, da molto lontano.
E' il frutto di idee, di filosofie che nascono all'interno di élites sociali e culturali, si diffondono tramite libri e riviste, raggiungono lentamente anche gli strati sociali meno acculturati, attraverso mezzi di comunicazione che con il passare del tempo diventano via via sempre più penetranti ed efficaci (vignette, giornali, riviste di gossip, radio, televisione, internet...) e influenzano le scelte e i comportamenti delle persone.
A questo proposito, va anche detto che esiste una vera e propria tecnica di manipolazione dell'opinione pubblica a piccoli passi chiamata “Finestra di Overton”:
Il sociologo statunitense J. Overton (1960-2003), infatti, ha spiegato che le idee attraversano varie fasi
- impensabili (inaccettabile, vietato);
- radicali (vietato ma con delle eccezioni);
- accettabili
- sensate (razionali)
- diffuse (socialmente accettabili)
- legalizzate (consacrazione nella politica statale)
Applichiamo questo schema agli esempi fatti sopra e ci renderemo conto che è veramente così che sono andate le cose per quanto riguarda, ad esempio, divorzio e aborto. E, a pensarci bene, è così che si sta diffondendo e affermando la teoria del gender. Per non parlare della droga: dalla inaccettabilità del consumo di droghe stiamo arrivando alla legalizzazione delle droghe cosiddette leggere.
Dobbiamo inoltre tenere presente che:
- I nostri comportamenti sono la conseguenza delle nostre idee.
In altre parole: ognuno di noi vive in un certo modo, fa certe scelte (magari senza rendersene conto) in base alle idee che ha, in base ai principi che la famiglia in cui è nato, l'ambiente in cui è vissuto, la scuola che ha frequentato, la società in cui è inserito, gli hanno trasmesso. Poiché la società, la scuola, la famiglia sono raggiunte e influenzate dalle idee che di tempo in tempo vengono diffuse, ecco che anche le singole persone finiscono con l'essere partecipi della cultura dominante (spesso senza neanche rendersene chiaramente conto) e agiscono sulla base dei criteri che da essa hanno assimilato. E' chiaro quindi che, se vogliamo capire perché nel corso dei secoli i principi in base ai quali le persone agiscono hanno subito dei cambiamenti, dobbiamo cercare di riflettere su come e perché le idee – le filosofie – sono cambiate. Questo è appunto quello che cercheremo di fare quest'anno in questa rubrica, riprendendo e approfondendo alcune delle riflessioni (quelle che riguardano la 'storia delle idee') che sono state sviluppate nel camposcuola di agosto. A noi interessa soprattutto vedere come è cambiato nel corso dei secoli l'atteggiamento dell'uomo verso Dio, come cioè da una società in cui i valori di riferimento erano quelli cristiani si sia giunti ad un mondo, quello di oggi, in cui la cultura dominante tende ad escludere e di fatto esclude l'idea di Dio in base a filosofie relativiste e nichiliste che si sono diffuse e poi imposte.
Non è possibile esporre in maniera approfondita come si sia evoluto il pensiero filosofico dall'antichità ai giorni nostri: cercheremo solo di delineare a grandi linee alcune tappe di questo sviluppo.
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Per circa quindici secoli dalla vicenda terrena di Gesù, la fede cristiana si è diffusa, prima nel vicino Oriente e poi nel mondo occidentale, informando di sé popoli e civiltà; il mondo occidentale era così diventato un mondo cristiano (la 'cristianità'), all'interno del quale i valori di riferimento delle popolazioni erano pressoché indiscutibilmente quelli che scaturivano dal Vangelo. Nonostante il sorgere e il diffondersi di alcune eresie, possiamo senz'altro parlare di un'Europa caratterizzata da una 'predominante cultura cristiana' all'interno della quale erano comunque attive diverse comunità ebraiche più o meno numerose. Un'Europa che, già a partire dal XI secolo si poneva il problema di raggiungere altri continenti anche con lo scopo di diffondere in essi la fede cristiana (vedi le Crociate, la Reconquista spagnola, la missione in Cina dei francescani guidati da Giovanni di Montecorvino)
Fu nella seconda metà del XVI secolo che questa civiltà cristiana cominciò seriamente ad essere 'sovvertita'.
La 'riforma' protestante.
E' Lutero il personaggio storico su cui ora dobbiamo soffermarci, perché è proprio a partire dalle sue idee che ha avuto inizio quel sovvertimento di valori che stiamo cercando di delineare. Occorre anzitutto ricordare in breve come si è giunti alla Riforma.
Martin Lutero era un frate agostiniano tedesco (1483- 1546) che, sulla base di una forte critica ad alcuni aspetti del cattolicesimo (fra cui la teologia delle “indulgenze”) che riteneva non correttamente ispirati agli insegnamenti del Vangelo e della Bibbia, espresse in 95 punti il suo dissenso; nel 1517 queste sue tesi furono affisse sulle porte del duomo di Wittenberg, come forma di protesta nei confronti della Chiesa cattolica e del Papa. I tentativi di conciliazione posti in atto dalla Chiesa di Roma e dal Papa non ebbero risultato; il dissenso divenne via via più radicale finché nel 1521 Lutero fu scomunicato. Le sue posizioni furono appoggiate da una parte dei principi tedeschi, anche per motivi politici (e cioè per contrastare l’imperatore Carlo V che, sulla base della scomunica papale, lo aveva messo al bando come eretico) ed economici (si metteva un freno alle generose offerte che i cattolici tedeschi inviavano a Roma, e si potevano incamerare i beni dei monasteri e delle diocesi), il che gli permise di sfuggire alle punizioni previste. Negli anni seguenti, in occasione delle rivolte dei contadini scoppiate in diversi territori dell’impero, Lutero – dopo essersi inizialmente schierato dalla loro parte - spinse i principi tedeschi, della cui protezione aveva bisogno, ad una sanguinosa repressione. Si dedicò poi, insieme ai suoi seguaci, al consolidamento della sua dottrina, i cui aspetti fondamentali furono codificati in un testo scritto da Melantone e presentato all’imperatore Carlo V, nel 1530, durante la Dieta (=assemblea) di Augusta: la Confessione Augustana. La compilazione di questo documento non era stata semplice, perché fra gli aderenti alla Riforma protestante vi erano contrasti anche forti: alla fine, tuttavia, riuscirono ad accordarsi su un testo, che divenne così il documento fondamentale per il protestantesimo.
Nel prossimo numero del giornalino esamineremo alcuni punti della dottrina luterana e ne vedremo le conseguenze.
A cura di Antonella e Antonio