(continuazione)
Nel precedente articolo abbiamo delineato la figura di Lutero e le origini della cosiddetta riforma (o per meglio dire, sovversione) protestante. Ora è il momento di esporre alcuni punti della dottrina luterana: non ne faremo un esame completo (lo abbiamo fatto nell'articolo del giornalino di marzo 2011, al quale rimandiamo per una esposizione più completa), ma richiameremo uno dei principi fondamentali di essa e ne vedremo le conseguenze.
Come è noto, Lutero critica aspramente la Chiesa del suo tempo, che gli appare (in parte a ragione) corrotta e molto lontana dalla Chiesa delle origini; in particolare, ritiene che essa non interpreti correttamente la Sacra Scrittura, la Bibbia. Fino ad allora, era un principio accettato da tutti che i cristiani avessero come punti di riferimento indiscussi la Scrittura e la Tradizione, i due “pilastri”: la Bibbia, che è rivelazione divina culminante nel Vangelo, e l'insegnamento della Chiesa, il cosiddetto Magistero, formavano un tutto inseparabile. La Chiesa, cioè, assistita dallo Spirito Santo, interpreta la Scrittura e insegna ai fedeli i fondamenti della fede cristiana: lo fa attraverso le parole e i documenti dei papi e della gerarchia ecclesiastica, dei concili e attraverso il pensiero dei Padri della Chiesa e dei teologi. Lutero rifiuta categoricamente il Magistero della Chiesa (la Tradizione) e sostiene che l'unico punto di riferimento per i cristiani debba essere la Bibbia alla quale essi devono poter accedere liberamente perché solo attraverso la Bibbia (sola Scriptura) possono conoscere la via della salvezza.
Non c'è quindi bisogno dei sacerdoti, né tanto meno del ministero del Papa (nei confronti del quale Lutero ha parole spesso violente e oltremodo oltraggiose): ogni credente è sacerdote, semplicemente per aver ricevuto il Battesimo. Di fatto, è la Chiesa in toto ad essere rifiutata, tanto che possiamo riassumere questa posizione con l'espressione:
Dio sì, Cristo sì, Chiesa no.
In questo modo Lutero sostanzialmente rifiuta il Simbolo cristiano per eccellenza, il Credo, in particolare il simbolo niceno-costantiniano (scritto dal concilio di Nicea del 325 e in parte rivisto dal concilio di Costantinopoli nel 381), il Credo della Messa.
A proposito della Messa poi, dobbiamo necessariamente sottolineare che Lutero nega il valore sacrificale della Messa che viene considerata un semplice banchetto, una cena. Per lui, anzi, considerare la Messa il rinnovamento dell’unico sacrificio di Cristo è una “maledetta empietà”. Viene quindi negata anche la transustanziazione. La Santa Cena e il Battesimo sono gli unici due sacramenti riconosciuti da Lutero. Il culto dei santi e quello della Madonna sono aboliti e infatti le chiese protestanti sono del tutto spoglie: quelle originariamente cattoliche furono private delle statue e dei quadri (che furono distrutti) e gli affreschi che ne decoravano le pareti furono ricoperti di calce. Per questo l’Italia, salvatasi dal protestantesimo, ha un così grande patrimonio artistico!
Ma torniamo al sola Scriptura,all'idea cioè che sia possibile e corretto accostarsi alla Sacra Scrittura da soli, senza tener conto della interpretazione del Magistero. In realtà è del tutto falso ritenere che un qualunque testo, letterario o religioso che sia, possa essere letto senza che la lettura sia influenzata dalla cosiddetta pre-comprensione: “Quando uno studioso si accosta a un testo da comprendere, la sua mente non è del tutto vuota e sgombra dell'ambiente storico e culturale che l'ha formata nel tempo. Questo... interviene prima ancora che si svolga il lavoro d'interpretazione e lo condiziona, lo impronta di sé. La conoscenza, cioè, risente dell'ambito storico e psicologico in cui essa si svolge” . In parole povere, Lutero, ignorando volutamente l’interpretazione di s. Agostino, s. Bernardo di Chiaravalle, s. Tommaso, e sostenendo di essere ispirato dallo Spirito Santo, ha letto e interpretato la Bibbia sotto l'influenza delle sue precomprensioni e dei suoi pregiudizi, fondando così una nuova tradizione fuori e contro la Chiesa. Ognuno può però pretendere di essere ispirato dallo Spirito santo: 10, 100, 1000 interpretazioni e quindi altrettante comunità diverse!
Conseguenze a lungo termine
Questo rifiuto totale dell'autorità della Chiesa (di una autorità cioè che sia 'altra' da quella dello Stato) è il presupposto che lentamente, dopo anni o dopo secoli, porterà ad alcune conseguenze, che cercheremo di illustrare tenendo presente lo schema ideato dallo storico statunitense B. S. Gregory
a) rapporto tra scienza e filosofia: la scienza non è più soggetta ai criteri morali della filosofia (= laicizzazione della scienza). La scienza “nuova divinità”, non è più solo un modo di conoscere la realtà (come nel mondo antico e medioevale), ma è l'instaurazione del regno dell’uomo che sembra voglia sostituirsi a Dio dominando la natura. In nome di che cosa condanniamo gli scienziati nazisti e i loro disumani esperimenti se non ammettiamo più una natura umana che vale in sé, se si ammette l’aborto e - come si comincia a dire apertamente ai nostri giorni- l’infanticidio? (V. gli scritti di P. Singer e dei suoi allievi italiani).
b) valori umani e significato dell’uomo. se ci si rifiuta di fare riferimento ad un'autorità morale - che guida gli uomini alla scoperta della legge naturale iscritta nei loro cuori e li aiuta ad adeguarsi ad essa - e ci si affida unicamente ai propri criteri di interpretazione della realtà, di fatto si disconosce l'esistenza di un bene oggettivo del singolo e della comunità e si finisce così con l'adeguarsi alla situazione, che muta di momento in momento e da individuo a individuo (al limite, il motto del satanista A. Crowley: “fai quello che ti pare”). E' la società liquida di cui parla il sociologo Bauman, caro a papa Francesco: ogni persona stabilisce da sé il proprio concetto di bene, di giusto, di morale, magari utilizzando il concetto dell'utile come parametro di riferimento. Non c'è più una verità, ma tante verità quanti sono gli individui)
c) esercizio dell’autorità: sottomissione delle Chiese allo Stato : lo Stato rimane l'unico depositario dell'autorità, non solo civile (come è giusto: “date a Cesare...”) ma anche morale: ciò che rimane della struttura della Chiesa è sottomesso allo Stato il quale, non dovendo più confrontarsi con l'autorità spirituale della Chiesa, si avvia a diventare totalitario, cioè si sente autorizzato a gestire ogni aspetto della vita delle persone (in alcuni casi anche quello religioso: ad esempio, i regnanti di alcuni stati impongono ai sudditi di passare al protestantesimo o di restare cattolici, secondo il principio cuius regio eius religio [= i sudditi seguano la religione del principe] poi sancito dalla Pace di Augusta del 1555). Il capo della Chiesa d’Inghilterra è il re; i pastori delle comunità protestanti riconosciute sono funzionari nominati dai governi.
d) Trionfo dell’individualismo dei desideri nella vita sociale:l'individualismo che si esercita nella vita spirituale nella quale sostanzialmente non si deve rendere conto a nessuno, se non alla propria coscienza (anche la confessione è abolita) porta ad assumere il medesimo atteggiamento nei confronti dell'intera vita sociale: non ci sentiamo più responsabili delle conseguenze che le nostre scelte possono avere per gli altri. Ciò che conta è quello che io penso, quello che io desidero, quello che a me piace : è un atteggiamento che si traduce in una totale resa al capitalismo e al consumismo. Se l'Italia ha più di altre nazioni resistito all'accettazione del consumismo sfrenato lo si deve al forte influsso della morale cattolica: man mano che quell'influsso si è attenuato, ogni freno è venuto meno e oggi in fatto di consumismo non ci facciamo battere da nessuno
f) marginalizzazione della teologia e secolarizzazione del sapere. Dato che la religione viene ormai considerata un fatto esclusivamente privato, la teologia non è ritenuta una scienza e quindi non viene più insegnata nelle università.
Le conseguenze della riforma luterana fin qui accennate, si sono rese evidenti lentamente, con il passare dei secoli e sono più che mai presenti nei nostri giorni. Nei prossimi articoli, nel continuare a delineare l'evoluzione del pensiero riprenderemo anche alcuni aspetti di quanto detto finora.
A cura di Antonella e Antonio