(continuazione)
Il protestantesimo nelle varie forme che assunse si affermò soprattutto in Germania (chiese evangeliche direttamente ispirate dalla dottrina luterana), in Svizzera (chiese riformate, nate dalla predicazione di Calvino che, pur partendo da Lutero sviluppa una teologia in parte diversa), in Francia e in Inghilterra, dove sotto Enrico VIII e poi sotto Elisabetta II si realizzò la scissione della chiesa d’Inghilterra dalla Chiesa cattolica (anglicanesimo, con elementi luterani e calvinisti).
La Chiesa cattolica ‘rispose’ alla rivoluzione protestante con il concilio di Trento ( 1545- 1563): non si ristabilì l’unità dei cristiani come alcuni avevano sperato, ma il Concilio ribadì con forza la dottrina cattolica che Lutero contestava: fu riaffermato il simbolo niceno-costantinopolitano (il Credo), la dottrina dei sette sacramenti, la dottrina della transustanziazione (e quindi la presenza reale di Gesù nell’Eucarestia), l’efficacia del culto dei santi e delle immagini sacre, l’importanza della cooperazione umana (fede e opere) per il conseguimento della salvezza; si ribadì che alla Chiesa, corpo mistico di Cristo, è affidata la Parola rivelata nella Scrittura perché la interpreti e attraverso il Magistero la trasmetta ai fedeli. Inoltre si sottolineò che la missione della Chiesa è essenzialmente la “cura delle anime”, compito pastorale affidato soprattutto ai vescovi che hanno anche il dovere di formare i futuri sacerdoti. Nacquero così i seminari .
La vita della Chiesa ebbe dal Concilio un forte impulso al rinnovamento: germi di riforma che erano già presenti prima del 1517, si rafforzarono ulteriormente Vecchi ordini religiosi furono riformati (ad es. i Carmelitani, ad opera di Santa Teresa d’Avila e di San Giovanni della Croce; i Francescani con la nascita dei Cappuccini) e ne nacquero di nuovi destinati ad una lunga vita : i Gesuiti, i Camilliani, i Teatini, le Orsoline. Nacque inoltre la Congregazione De Propaganda Fide con lo scopo di propagare e difendere la fede, coordinando l’opera dei tanti missionari che già da diversi secoli si erano adoperati per diffondere la fede cristiana in Africa, in Asia e da ultimo in America.
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Abbiamo visto come nel mondo protestante si sia giunti alla distruzione della Chiesa come comunità universale dei vivi e dei morti (la Chiesa militante, purgante e trionfante in cielo), lasciando il singolo in comunità nazionali o regionali soggette al potere politico (il pastore protestante è un funzionario, che dipendeva, nel nord-Europa, almeno fino alla recente secolarizzazione, dal ministero dell'interno e/o dei culti): situazione che abbiamo riassunto nella formula: Dio sì, Cristo sì, Chiesa no.
Il passo successivo in questa storia delle idee che stiamo cercando di delineare sarà:
Dio sì, Cristo no, Chiesa no
Già nel ‘500, infatti, si sviluppa una eresia ANTITRINITARIA, che, come indica il suo nome, nega lo Spirito Santo e la divinità di Cristo, rivendicando un assoluto monoteismo: viene così eliminata la fede in Gesù Cristo come Figlio di Dio: "Dio sì, Cristo no". Questa posizione, che ammette l'esistenza di un Dio vagamente e variamente inteso, viene chiamata Deismo. Per far questo, si nega e si combatte il dogma della Trinità, fondato sul vangelo secondo Giovanni e su Matteo 28,19: "Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito santo", e consolidato dai Concili ecumenici (Nicea, anno 325 e Costantinopoli, a. 381, dove, come abbiamo già ricordato, fu approvato il Credo che recitiamo nella Messa.). Fra i primi che combatterono il dogma della Trinità furono lo spagnolo M. Serveto, autore del libro "Gli errori della Trinità" (1531), per questo bruciato come eretico nella Ginevra di Calvino, e i senesi fratelli Sozzini, che fuggirono in Polonia. Il pretesto di tutte queste posizioni era che il termine Trinità non si trova nei Vangeli, ma in realtà si voleva cercare una religione più semplice, razionale, più vicina anche ad ebrei e musulmani (questo soprattutto per lo spagnolo Serveto, di un paese dove c'erano comunità di ebrei fintamente convertiti per sfuggire alle persecuzioni).
Gesù veniva così ridotto a "un modo della manifestazione divina", da Eterno Figlio di Dio Padre a figlio dell'Eterno Padre e per dare fondamento a questa specie di monoteismo Serveto ricorreva a citazioni esoteriche: dalla cabala ebraica, dagli Oracoli sibillini, da Ermete Trismegisto (un autore creduto di età pre-cristiana antichissima, ma del IV secolo dopo Cristo).
E' interessante notare che questo vago deismo a sfondo esoterico ha avuto e ha séguito anche oggi: tutte le correnti massoniche (che parlano del Grande Architetto dell'Universo), quelle esoteriche che rivendicano una Antica Tradizione Perenne precedente a ogni rivelazione (quella mosaica e quella cristiana) sono su questa posizione. In questa visione le religioni storiche (ebraismo, cristianesimo, islam) sono viste come derivazioni parziali e inadeguate, o come frutto dell'inganno di caste sacerdotali.
Fra Seicento e Settecento si sviluppano correnti di "liberi pensatori" (freethinkers) che abbandonano queste suggestioni esoteriche seguendo filosofie razionalistiche e lo sviluppo della scienza (per es. Newton). Sviluppano quindi le idee di una "religione naturale", quindi non rivelata, con un codice di leggi morali universali, e della tolleranza religiosa ["Toleration Act" del 1689, da cui erano esclusi i "papisti", cioè i cattolici]. La sempre maggiore conoscenza delle civiltà indiana e cinese rendeva "particolaristica" e "marginale" l'etica giudaico-cristiana, e la religione rivelata era vista come superstizione. (continua)
Sitografia.
Testi dei concili: www.totustuustools.net/concili
Antonio e Antonella