2. Cos'è il gioco? Qual è la linea di confine tra gioco e azzardo?
Nella classificazione storica e antropologica del gioco, quello di alea è una delle quattro costruzioni dell'homo ludens: insieme al gioco di competizione (agòn), di stordimento o vertigo (pensiamo al bambino che va avanti e indietro sulla giostra) e di mascheramento. Perché si tratti di gioco l'attività deve essere a-finalistica, ossia non deve avere altro scopo che sé stessa (altrimenti diventa un lavoro), deve essere separata dalle altre attività umane (ad esempio non la sia può esercitare mentre si lavoro o si mangia) e presentarsi come incerta. ll gioco è tale quando si svolge in un tempo e in un spazio ad esso assegnati. ll criterio della separatezza di tempo e di spazio è fondamentale perché il gioco rispetti il profilo antropologico dei componenti di una data società.
È così, oggi? ll gioco d'azzardo di cui stiamo conversando e rozzamente finalistico, ossia è rivolto a perseguire uno scopo ben preciso, e avviene senza limiti di tempo e spazio. In pratica si gioca sempre e ovunque. Inoltre uno dei due giocatori, il banco (Stato o concessionario), non si trova affatto in una posizione di incertezza, poiché sa che alla fine trattiene una quota che esso conosce in anticipo.
3. E quando l'azzardo diventa "malattia"?
Qui siamo a un passaggio ancora più brutale. L'azzardo si evolve in un quadro clinico (ben tipizzato, per esempio dall'Organizzazione Mondieile della Sanità) quando nell'analisi di una persona giocatrice ricorrono una sequenza di condizioni, alla luce di alcuni specifici criteri diagno-stici. Negli ultimi quindici anni è però accaduto qualcosa di imponente e di ulteriore: l'azzardo commerciale è stato ed è associato alle nuove tecnologie, mentre è sostenuto con un marketing raffinato e aggressivo. È chiaro che il core business del settore - per l'appunto, come in ogni offerta commerciale - è fondato sulla spesa del "cliente fidelizzato", e non di quello occasionale. Dunque nell'azzardo pubblico il massimo dei ricavi derivano dalla spesa del "giocatore fidelizzato". Chi è costui? ll consumatore di scommesse, slot machine, lotterie, casinò on line che gioca versando in condizioni di dipendenza psicologica cronicizzata.ll corollario di questo di fatto significa che i confini tra il ludico e il patologico si sono notevolmente modificati. Una volta i "giocatori patologici" rappresentavano la "minoranza di un'altra minoranza", costituita appunto dal "popolo" dei giocatori d'azzardo. Quando, successivamente al dilagare dell'offerta commerciale di alea, si sono invece arruolate fasce molto più ampie della popolazione, la patologia ha iniziato prendere piede anche tra coloro che normalmente non ne presentavano i presupposti.
Praticamente chiunque può scivolare nel "Disturbo da Gioco d'Azzardo", dizione che nel Manuale Statistico Diagnostico -- Versione 4, o DSM 5 ha preso il posto del precedente GAP (Gioco d'Azzardo Patologico). È un cambiamento enorme e inquietante.
4. Ma in Italia il gioco d'azzardo non è vietato?
Si, come ha ribadito in diverse sentenza la Cassazione penale, Se qualche ente o impresa vuole risparmiarsi di incorrere in una sanzione, può ricorrere alla manomissione linguistica. Basta denominare l'oggetto "azzardo" con la locuzione "gioco con alea con posta in denaro". Dove si enfatizza la caratteristica del "gioco", e così l'alea è accettata come una caratteristica della componente ludica. A questa proposizione segue il "corollario" della "posta in denaro": in essa è presentata come una sorta di ticket da pagare per accedere al gioco. è un espediente linguistico, di tutta falsità, poiché si dovrebbe correttamente dire "gioco Dl alea con posta in denaro e PER denaro", ossia appunto Gioco d'Azzardo. La manomissione linguistica comporta che il commercio di gioco d'azzardo si s;volga formalmente nell'ambito del monopolio dello Stato. Ogni altro soggetto privato, da un imprenditore a un gruppo di persone che si riuniscono in una casa privata per giocare del denaro, per esempio a poker, viola la legge.