Stili di vita Dada Prunotto
Termine comunemente e frequentemente usato ad indicare un modo particolare di essere, di comportarsi; un modo che delinea una certa personalità e, usato al positivo, può indicare quello di una persona corretta, coerente, che si distingue nel comportamento.
“Quello è un vero signore” è un modo di dire, quando si vuol parlare di una persona di raffinata sensibilità ed educazione, che appunto conduce uno stile di vita che lo distingue nelle scelte e nei rapporti interpersonali. Al di là delle definizioni più comuni, talvolta abusate, talvolta condite con una punto di ironia, lo stile di vita vero implica il gusto per il bello e per il buono, accompagnati da una certa cultura, da un autentico desiderio di migliorare la qualità della vita, da una generosità intelligente, da una ricerca di sintesi, che porti a nuove conoscenze per fare unità e costruire qualcosa di positivo insieme, senza tuttavia “appesantire” i rapporti interpersonali, nel rispetto delle idee di tutti.
E’ uno spirito di adattamento positivo, non passivo, ma aperto a nuove esperienze, dove l’elemento pregnante è sempre il coraggio, la curiosità sana, nella consapevolezza che uscire talvolta “perdenti! Porta elementi utili per costruire la vita, che comunque vale la pena sempre di essere vissuta.
Lo stile di vita non è mai di facciata, da salotto; per intenderci, non è quello degli snob o dei corrotti che imitano e scimmiottano, incapaci di comprendere il senso profondo di certe scelte. E si vede quando lo stile di vita è finto, alla moda, quello del “così fan tutti” per cui è accettato, copiato, tristemente imitato.
Lo stile di vita non ama il tanto, il troppo, perché sa che l’eleganza, quella vera, è sobria, mai appariscente, cerca il poco e nel poco sa trovare in libertà, l’intelligenza del bello, ordinato secondo principi di universalità.
Lo stile di vita buono, bello e vero cerca di esprimere armonia, ordine e pace. Lo stile di vita è della persona che sa che l’intelligenza, quella vera, è volta al bene; quindi è un’intelligenza dinamica e creativa. E’ dell’uomo che spera, perché sa che la vita è movimento “in avanti”, mai in solitudine, ma in comune.
Teillard de Chardin*, nel testo “Riflessioni sul progresso”, si entusiasma dicendo “la vita è movimento” e la “marcia in avanti” dell’evoluzione esige due “disposizioni”, che si riassumono – afferma – in cinque parole: “una grande speranza in comune”. Ma la marcia in avanti non è automatica, né viene assicurata la partenza. Affinché ci sia questa propulsione ci vuole appunto la speranza condivisa – “Essa deve nascere spontaneamente in ogni anima generosa in presenza dell’opera attesa; e rappresenta anche lo slancio essenziale senza il quale nulla può farsi. Un gusto appassionato di crescere, di essere, ecco ciò di cui abbiamo bisogno”.
Lo stile di vita che vive e annuncia la speranza è addirittura profetico. Pensiamo al Vangelo, dove il Protagonista ha condotto con stile supremo una vita piena, esempio e modello per l’universo umano, così variegato e in continuo mutamento.
- Pierre Teillard de Chardin (1881 – 1955) – Gesuita – Si interessò di fisica e geologia, si dedicò con brillanti successi alla paleontologia. Nel 1911 fu ordinato sacerdote. Docente di geologia all’Istitut Catholique di Parigi, prese parte alla spedizione scientifica in Cina (1926). Nei suoi scritti si evidenzia una visione filosofico – religiosa all’insegna della cosmologia evoluzionistica in opposizione alla concezione materialistica del darwinismo -.
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