La trasfigurazione
(Contina dal numero precedente)
Nella trasfigurazione troviamo veramente l’essenza della persona (che è più grande della persona stessa). Essa si può dire che è il “distillato” della parte umana, puramente fisica. In questo processo di intensificazione, il corpo è un mezzo per fare un cammino che deve provocare una crescita di essenza, innescando il processo della trasfigurazione.
Pertanto l’uomo, nella ricerca d’una consapevolezza sempre più raffinata, deve essere fedele alle sue potenzialità, nella certezza che anche egli arriverà alla propria trasfigurazione, anch’egli entrerà nel Cuore di Dio, Centro incommensurabile d’attrazione.
Questo cammino viene sostenuto dall’energia della “fornace”.
Teilhard de Chardin parla di purezza, che deve accompagnare in questo percorso. Chi può dirsi puro? L’autore da una definizione risolutiva: la vera purezza non è distacco, separazione dalle cose e dagli altri; la vera purezza è uno slancio verso tutte le bellezze che ci consentono di andare in alto, attraverso il cammino evolutivo. Dunque si tratta di produrre un “movimento in avanti” e contemporaneamente verso l’alto. La purezza è dunque un punto d’arrivo, un traguardo, dopo un percorso di consapevolezza crescente.
Al termine della preghiera Teilhard dice di sentirsi dominato da una vocazione e quindi di predicare attraverso l’intersecarsi tra corpo ed anima. Un’anima che traspare con la sua energia e che gli consente di vedere l’essenza profonda del suo essere, elevandosi nell’Oltre.
La ragion d’essere è dunque il gusto di vivere, vivificato dall’energia di Cristo Signore, fonte che dà un senso al volto dell’uomo.
Non il dis – gusto, ma al contrario il sapere, la certezza dell’esistenza di Dio: il tutto riassunto nel gusto e nella bellezza di vivere.
La vita dunque va vissuta pienamente, per uno scopo che è irreversibile, dove la libertà e l’amore sono il vero, unico alimento dell’uomo. Tutto ciò che viene fatto guardando a quell’obiettivo, porta all’intima unione con Dio, che tutto anima, perché è l’Anima del Tutto.
Attraverso queste riflessioni, sicuramente potremo fare riferimento agli scritti e alla vita della Beata Madre Speranza e al motto da lei elaborato e che ci ha lasciato in eredità. “TODO POR AMOR”.
Dal Vangelo di S. Marco (Mc 9:1-8)
Dopo sei giorni, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li portò sopra un monte alto, in un luogo appartato, loro soli. Si trasfigurò davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e discorrevano con Gesù. Prendendo allora la parola, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi stare qui; facciamo tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia!».
Non sapeva infatti che cosa dire, poiché erano stati presi dallo spavento. Poi si formò una nube che li avvolse nell'ombra e uscì una voce dalla nube: «Questi è il Figlio mio prediletto; ascoltatelo!».
E subito guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo con loro.