L'arrivo al Cenacolo e l'addio di Gesù alla Madre. Da “L'Evangelo come mi è stato rivelato”
Vedo il cenacolo dove deve consumarsi la cena pasquale….. Su una parete, nell'angolo si apre una porticina a cui si accede per una scaletta senza ringhiera di sei gradini; in un pianerottolo scuro a sinistra si apre una grande porta massiccia che dà sulla via, di fronte vi è un'altra porta che conduce ad un'altra stanza. Nella stanza che vedo ora vi è Maria con altre donne. Riconosco Maddalena e Maria madre di Giacomo, Giuda e Simone (i cugini di Gesù). Sembra siano appena arrivate condotte da Giovanni, perché si levano i manti e li posano piegati sugli sgabelli. Maria è vestita di celeste cupo, un azzurro indaco scurissimo. Ha sul capo il velo bianco, che appare quando si leva il manto che le copre anche il capo. E' molto sciupata in volto. Pare invecchiata. Molto triste, per quanto sorrida con dolcezza. Molto pallida. Anche i movimenti sono stanchi e incerti, come quelli di persona assorta in un suo pensiero. Vedo il proprietario della casa che va e viene nel pianerottolo e nel cenacolo, che illumina completamente accendendo i restanti becchi della lumiera.
Poi va alla porta di strada e la apre, ed entra Gesù con gli apostoli. Gesù lo saluta col suo abituale “ La pace sia a questa casa”, e poi mentre gli apostoli scendono nel cenacolo, Egli entra nella stanza dove è Maria.
Le pie donne salutano con profondo rispetto e se ne vanno lasciando soli la Madre e il Figlio.
Gesù abbraccia sua Madre e la bacia sulla fronte. Maria bacia prima la mano al Figlio e poi la guancia destra. Gesù fa sedere Maria e si siede al suo fianco, su due sgabelli vicini. La fa sedere, accompagnandola ad essi per mano, e continua a tenere la mano anche quando Ella è seduta.
Anche Gesù è assorto, pensieroso, triste, per quanto si sforzi a sorridere. Maria ne studia con ansia l'espressione. Povera Mamma, che per grazia e per l'amore comprende che ora sia questa! Delle contrazioni di dolore scorrono sul viso di Maria, ed i suoi occhi si dilatano ad un'interna visione di spasimo. Ma non fa scene. E' maestosa come il Figlio.
Egli le parla. La saluta e si raccomanda alla sue preghiere. “ Mamma, sono venuto per prendere forza e conforto da te. Sono come un piccolo bambino, Mamma, che ha bisogno del cuore della madre per il suo dolore e del seno della madre per sua forza. Sono tornato, in quest'ora, il tuo piccolo Gesù di un tempo. Non sono il Maestro, Mamma. Sono unicamente il Figlio tuo, come a Nazareth quando ero piccino, come a Nazareth prima di lasciare la vita privata. Non ho che te.
Gli uomini, in questo momento, non sono amici, e leali, del tuo Gesù. Non sono neppure coraggiosi nel bene. Solo i malvagi sanno essere costanti e forti nell'operare il male. Ma tu mi sei fedele e sei la mia forza, Mamma, in quest'ora.
Sostienimi col tuo amore e col tuo orare. Non ci sei che tu che in quest'ora sai pregare, fra chi più o meno mi ama. Pregare e comprendere. Gli altri sono in festa, assorbiti da pensieri di festa o da pensieri di delitto, mentri Io soffro di tante cose .
Molte cose moriranno dopo quest'ora. E fra queste la loro umanità, e sapranno essere degni di Me, tutti meno colui che s'è perduto e che nessuna forza vale a ricondurre almeno al pentimento.
Ma per ora sono uomini tardi che non mi sentono morire, mentre essi giubilano credendo più che mai prossimo il mio trionfo. Gli osanna dei giorni scorsi li hanno ubriacati.
Mamma, sono venuto per quest'ora e soprannaturalmente la vedo giungere con gioia. Ma il mio Io anche la teme, perché questo calice ha nome tradimento, rinnegamento, ferocia, bestemmia, abbandono. Sostienimi Mamma. Come quando col tuo pregare hai attirato su di te lo Spirito di Dio, dando per Esso al mondo l'Aspettato delle genti, attira ora sul Figlio tuo la forza che mi aiuti a compiere l'opera per cui venni.
Mamma, addio. Benedicimi, Mamma; anche per il Padre. E perdona a tutti. Perdoniamo insieme, da ora perdoniamo a chi ci tortura.”
Gesù è scivolato, parlando, ai piedi della Madre, in ginocchio, e la guarda tenendola abbracciata alla vita. Maria piange senza gemiti, col volto lievemente alzato per una interna preghiera a Dio. Le lacrime rotolano sulle guance pallide e cadono sul suo grembo e sul capo che Gesù le appoggia alla fine sul cuore. Poi Maria mette la sua mano sul capo di Gesù come per benedirlo e poi si china, lo bacia fra i capelli, glieli carezza, gli carezza le spalle, le braccia, gli prende il volto fra le mani e lo volge verso di Lei, se lo serra al cuore. Lo bacia ancora fra le lacrime, sulla fronte, sulle guance, sugli occhi dolorosi, se lo ninna, quel povero capo stanco, come fosse un bambino, come l'ho vista ninnare nella Grotta il Neonato divino. Ma non canta, ora. Dice solo: “Figlio! Figlio! Gesù! Gesù mio!”. Ma con una tal voce che mi strazia.
Poi Gesù si rialza. Si aggiusta il manto, resta in piedi di fronte alla Madre, che piange ancora, e a sua volta la benedice. Poi si dirige alla porta. Prima di uscire le dice: “ Mamma, verrò ancora prima di consumare la mia Pasqua. Prega attendendomi”. Ed esce.
Passione e morte di Gesù - Introduzione
Dice Gesù ( rivolto a Maria Valtorta) :
“Ed ora vieni. Per quanto tu sia questa sera come uno prossimo a spirare, vieni perché Io ti conduca verso le mie sofferenze. Lungo sarà il cammino che dovremo fare insieme, perché nessun dolore mi fu risparmiato. Non dolore della carne, non della mente, non del cuore, non dello spirito.
TUTTI li ho assaggiati, di tutti mi sono nutrito, di tutti dissetato, fino a morirne.
Se tu appoggiassi sul mio labbro la tua bocca, sentiresti che essa ancora conserva l'amarezza di tanto dolore. Se tu potessi vedere la mia Umanità nella sua veste, ora fulgida, vedresti che quel fulgore emana dalle mille e mille ferite che coprirono con una veste di porpora viva le mie membra lacerate, dissanguate, percosse, trafitte per amore di voi.
Ora è fulgida la mia Umanità. Ma fu un giorno che fu simile a quella d'un lebbroso, tanto era percossa ed umiliata. L'Uomo-Dio, che aveva in Sé la perfezione della bellezza fisica, perché Figlio di Dio e della Donna senza macchia, apparve allora, agli occhi di chi lo guardava con amore, con curiosità o con occhio sprezzante, brutto : un “ verme”, come dice Davide, l'obbrobrio degli uomini, il rifiuto della plebe.
L'amore per il Padre e per le creature del Padre mio mi ha portato ad abbandonare il mio corpo a chi mi percoteva, ad offrire il mio volto a chi mi schiaffeggiava e sputacchiava, a chi credeva fare opera meritoria strappandomi le chiome, svellendomi la barba, trapassandomi la testa con le spine, rendendo complice anche la terra e i suoi frutti dei tormenti inflitti al suo Salvatore, slogandomi le membra, scoprendo le mie ossa, strappandomi le vesti e dando così alla mia purezza la più grande delle torture, configgendomi ad un legno e innalzandomi come agnello sgozzato sugli uncini di un beccaio, e abbaiando, intorno alla mia agonia, come torma di lupi famelici che l'odore del sangue fa ancora più feroci.
Accusato, condannato, ucciso. Tradito, rinnegato, venduto. Abbandonato anche da Dio perché su Me erano i delitti che m'ero addossato. Reso più povero del mendico derubato da briganti, perché non mi fu lasciata neppur la veste per coprire la mia livida nudità di martire.
Non risparmiato neppur oltre la morte dall'insulto di una ferita e dalle calunnie dei nemici.
Sommerso sotto il fango dei vostri peccati, precipitato sino in fondo al buio del dolore, senza più luce del Cielo che rispondesse al mio sguardo morente, né voce divina che rispondesse al mio invocare estremo. …… Dice Isaia la ragione di tanto dolore :”Veramente Egli ha preso su di Sé i nostri mali ed ha portato i nostri dolori”. Sì, per voi li ho portati! Per sollevare i vostri, per addolcirli, per annullarli, se mi foste stati fedeli. Ma non avete voluto esserlo. …. Ma ciò che più m'avete ferito fu il sentimento e lo spirito.Dell'uno e dell'altro avete fatto zimbello e bersaglio; e mi avete colpito nell'amicizia, che avevo posto in voi, attraverso Giuda; nella fedeltà, che speravo da voi, attraverso Pietro che rinnega; nella riconoscenza per i miei benefici, attraverso coloro che mi gridavano: “Muori!”, dopo che Io li avevo risorti da tante malattie; attraverso l'amore, per lo strazio inflitto a mia Madre; attraverso la religione, dichiarandomi bestemmiatore di Dio, Io che per lo zelo della causa di Dio m'ero messo nelle mani dell'uomo incarnandomi, patendo per tutta la vita e abbandonandomi alla ferocia umana senza dire parola o lamento.
Sarebbe bastato un volger d'occhi per incenerire accusatori, giudici e carnefici.
Ma ero venuto volontariamente per compiere il sacrificio, e come agnello, perché ero l'Agnello di Dio e lo sono in eterno, mi sono lasciato condurre per essere spogliato e ucciso e per fare della mia Carne la vostra Vita.
Quando fui innalzato ero già consumato da patimenti senza nome, con tutti i nomi. Ho cominciato a morire a Betlemme nel vedere la luce sulla Terra, così angosciosamente diversa per Me che ero il Vivente del Cielo. Ho continuato a morire nella povertà, nell'esilio, nella fuga, nel lavoro, nell'incomprensione, nella fatica, nel tradimento, negli affetti strappati, nelle torture, nelle menzogne, nelle bestemmie.
QUESTO HA DATO L'UOMO A ME CHE VENIVO A RIUNIRLO A DIO !
Maria, guarda il tuo Salvatore. Non è bianco nella veste e biondo nel capo. Non ha lo sguardo di zaffiro che tu gli conosci. Il suo vestito è rosso di sangue, è lacero e coperto di immondezze e di sputi. Il suo volto è tumefatto e stravolto, il suo sguardo velato dal sangue e dal pianto, e ti guarda attraverso la crosta di questi e della polvere che appesantiscono le palpebre.
Le mie mani – lo vedi?- sono già tutte una piaga e attendono la piaga ultima.
Guarda, piccolo Giovanni, come mi guardò tuo fratello Giovanni (l'apostolo). Dietro il mio andare restano impronte sanguigne. Il sudore dilava il sangue che geme dalle lacerazioni dei flagelli, che ancor resta dall'agonia dell'Orto. La parola esce, nell'anelito dell'affanno di un cuore già morente per tortura d'ogni nome, dalle labbra arse e contuse.
D'ora in poi mi vedrai sovente così. Sono il Re del Dolore e verrò a parlarti del dolore mio con la mia veste regale. Seguimi, nonostante la tua agonia. Saprò, poiché sono il Pietoso, mettere davanti alle tue labbra, intossicate dal mio dolore, anche il miele profumato di più serene contemplazioni. Ma devi ancor più preferire queste di sangue, perché per esse tu hai la Vita e con esse porterai altri alla Vita. Bacia la mia mano sanguinosa e vigila meditando su Me Redentore”.
“……. Tutto. Io ho conosciuto tutto: Io, Agnello di Dio. Perciò è venuto Satana, mentre il Padre si ritirava nei Cieli. Era già venuto all'inizio della mia missione, a tentarmi per sviarmi da essa.
Ora tornava. Era la sua ora. L'ora della tregenda satanica.
Torme e torme di demoni erano quella notte sulla Terra, per portare a termine la seduzione nei cuori e farli pronti a volere l'indomani l'uccisione del Cristo. Ogni sinedrista aveva il suo, e il suo Erode, e il suo Pilato, e il suo ogni singolo giudeo che avrebbe invocato su lui il mio Sangue. Anche gli apostoli avevano il loro tentatore al fianco, che li assopiva mentre Io languivo ( nel Getsemani), che li preparava alla viltà. Osserva il potere della purezza. Giovanni, il puro, si liberò primo fra tutti della grinfia demoniaca e tornò subito presso il suo Gesù e lo comprese nel suo inespresso desiderio, e mi condusse la Madre (Giovanni accompagna Maria nella salita al Calvario).
Ma Giuda aveva Lucifero, ed Io avevo Lucifero. Egli nel cuore, Io al fianco. Eravamo i due principali personaggi della tragedia, e Satana si occupava personalmente di noi. Dopo aver portato Giuda al punto di non poter più retrocedere, si volse a Me.
Con la sua astuzia perfetta, mi presentò le torture della carne con un verismo insuperabile. Anche nel deserto aveva cominciato dalla carne. Lo vinsi pregando. Lo spirito signoreggiò le paure della carne.
Mi presentò allora l'inutilità del mio morire, l'utilità di vivere per Me stesso senza occuparmi degli uomini ingrati . Vivere ricco, felice, amato. Vivere per la Madre mia, per non farla soffrire ….
Se fossi vissuto avrei portato a Dio tanti uomini credenti e Dio mi avrebbe perdonato… Anche nel deserto m'aveva indotto a tentare Iddio con l'imprudenza. Lo spirito signoreggiò la tentazione morale. Mi presentò l'abbandono di Dio. Egli, il Padre non mi amava più. Ero carico dei peccati del mondo. Gli facevo ribrezzo. Non ascoltava più la mia preghiera…
Allora sentii l'amaro del fondo del calice. Il sapore della disperazione. Era questo che voleva Satana. Portarmi a disperare per fare di Me un suo schiavo. Ho vinto la disperazione e l'ho vinta con le sole mie forze, perché ho voluto vincerla. Con le sole mie forze di Uomo. Non ero più che l'Uomo. E non ero più che un uomo non più aiutato da Dio…. Ho servito Dio e voi dandovi la Vita. Ma ho conosciuto la Morte, non quella fisica del crocifisso – quella fu meno atroce- ma la Morte totale, cosciente, del lottatore che cade, dopo aver trionfato, col cuore spezzato e il sangue che si travasa nel trauma di uno sforzo superiore al possibile. Ed ho sudato sangue. Ho sudato sangue per essere fedele alla volontà di Dio.
Ecco perché l'angelo del mio dolore mi ha prospettato la speranza di tutti i salvati per il mio sacrificio come medicina al mio morire. I vostri nomi! Ognuno mi è stato farmaco, ognuno mi è stato vita che torna, luce che torna, forza che torna. Nelle inumane torture, per non urlare il mio dolore di Uomo, e per non disperare di Dio e dire che Egli era troppo severo e ingiusto verso la sua Vittima, Io mi sono ripetuto i vostri nomi. Io vi ho visti. Io vi ho benedetti da allora. Da allora vi ho portati nel cuore. Oh! Miei benedetti! Conforto del Cristo morente! I miei occhi morenti vedevano, insieme al volto straziato della Mamma mia, i vostri visi amorosi, e si sono chiusi così, beati di chiudersi perché vi avevano salvati, o voi che meritate il Sacrificio di un Dio”.
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La civiltà dell'Amore - 25 Marzo 2006
Perfino i non credenti sono con il fiato sospeso per questo mondo che non ci mostra altro che male, e Tu Madre mia ci ricordi che questo mondo è ad un bivio. Prega per noi Madre Santa, perché l'uomo si prepari ad un cambiamento dove sarà diviso il male dal bene … So che Tu stai aspettando più conversioni, aiutaci a cambiare totalmente.
“ Armatevi figli Miei, Satana è considerevole e non si arrende, desidero esservi accanto quando avverrà l'ultimo suo attacco …Voglio ricordarvi che la Croce esalterà l'Amore e la tentazione esalterà gli inferi. Accanto ai miei vittoriosi ci saranno schiere di angeli con a capo S. Michele e allora nulla di ciò che vedrete vi comprometterà
Nella volontà di Dio c'è solo bene per voi, figli miei è l'ora in cui nella vostra vita ci sia la Croce come vostra sola arma di difesa, non amareggiatevi al pensiero di questo tempo, non saranno che pochi attimi credete … dopo esisterà solo Amore, Amicizia e Carità per un cambiamento mondiale.
I lutti li vedrete solo come punto di arrivo a Dio, sulle strade ritornerete a correre liberi, le porte delle vostre case potranno restare aperte per far entrare solo l'Amore…”
Sarà l'era della Civiltà dell'Amore?
“Dove sarete sintonizzati con l'Amore di Dio Vivo in mezzo a voi, e spazzerà via l'indifferenza che regna in mezzo a voi … Ma … se credete a tutto questo, cominciate da ora a rendervi utili a Dio …
Se non credete, saluterete il mondo in una condizione precaria per voi e la vostra anima; ciò che resterà nel mondo sarà l'Amore e con Cristo vittorioso sarete i nuovi risorti …”
Cosa intendi per Nuovi Risorti? Madre mia aiutami a capire bene l'importanza di questo messaggio;
“I Nuovi Risorti saranno coloro che avranno creduto e che nell'ultima battaglia si sono affiancati a Cristo come militanti, facendosi scudo per i più deboli.
Figlia Mia, confida sempre in questa condivisione che, anche se non ti esalta, ti ammanta nella tua condizione di povera, ma con tanta crescita in ciò che Dio ama donare.
La settima tromba è iniziata, sentitevi leggeri se credete a Maria come presenza viva nel mondo…
Io sono con voi e Gesù è la chiave che vi è destinata …
Siate collaboratori figli Miei e l'Amore di Dio vi ricompenserà, amen.”
Aprirò il Libro della Vita per tutti noi : 1 Tessalonicesi, 5 –
Grazie Madre Santa per questa conferma molto preziosa, lode e gloria alla Santissima Trinità perché sia per noi Attenta Osservatrice ora e sempre.