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DICEMBRE 2011

     

PREGARE PER PERDONARE Dada

            “Non sappiamo realmente come si perdona finché non sappiamo che cosa significa essere perdonati. Perciò dovremmo essere contenti di poter essere perdonati dai nostri fratelli. E’ il perdono reciproco a rendere manifesto l’amore di Gesù nella nostra vita, perché perdonando ci comportiamo fra di noi come Egli si è comportato nei nostri confronti”. (Thomas Merton)

 

            Parlando di perdono non si può non ricordare la parabola del Figliol prodigo (o del Padre misericordioso). Questo padre, prodigo d’amore ci dà un’idea di come deve essere il perdono: generoso, gioioso, senza ripensamenti, sincero, umile. Quel padre, infatti, si abbandonò libero e gioioso alla festa organizzata, perché era la festa per il trionfo dell’Amore.

            Gesù stesso, nella parabola del padrone e del servo debitore, esagera per spiegare il senso del perdono, dicendo per esempio che il servo gli doveva l’equivalente, ai giorni nostri, di circa 300 tonnellate d’oro! Sicuramente al servo non sarebbero bastate mille vite per coprire un debito così grande! Ma il Signore intendeva riferirsi al perdono che Lui stesso doveva accordare all’umanità peccatrice, con la sua morte. Cosa c’è di più grande del perdono di Dio? Il perdono è un atto paradossale. Gesù ci dà l’esempio morendo in croce per gli amici ed i nemici!

            “Settanta volte sette”: il sette, ai tempi, era un numero simbolico, che ricordava i giorni della creazione; mentre 70 volte 7 significava : SEMPRE.

            Ma si può sempre perdonare? Si possono perdonare gli attentatori alle Torri Gemelle? Si possono perdonare gli orrori della guerra, l’olocausto di sei milioni di Ebrei nei campi di concentramento e gli stupri sui bambini, sugli innocenti, sui consacrati a Dio?

            Una domanda dovrebbe sempre arrivare alla mente e al cuore: “Io non ho mai avuto la necessità di essere perdonato? Io sono perfetto?”

            La necessità di essere perdonato e di perdonare a nostra volta ha attraversato tutta l’umanità da sempre, perché l’uomo vive in società e necessita di condurre una vita di relazione, possibilmente in pace e in armonia: le regole, poche ma buone, serviranno per tenere ordine, in una società veramente civile. Tuttavia ogni persona è in se stessa un mistero, l’animo umano non è del tutto sondabile e perciò cercare di capire le ragioni di chi ci ha offeso significa accettare di non capire tutto, quindi neanche noi stessi. Come un eroe si rivela sul campo, l’intensità emotiva di chi perdona e l’intenzione sincera alla riconciliazione ci tocca fortemente il cuore, la coscienza, la mente. Nonostante tutto vogliamo perdonare! E’ anche un atto di volontà, ma può essere talvolta un atto eroico. Se ci mettiamo la buona volontà, immediatamente lo Spirito Santo si mette in azione. Gesù nel Getsemani si è isolato e ha pregato, in attesa che arrivasse il momento del suo atto eroico d’Amore sulla Croce. E’ un grande esempio che c’insegna il valore della preghiera e della meditazione in solitudine, per trarre da Dio la forza del Suo Amore attivo e trasferirlo al fratello che ha peccato contro di noi perché, come noi, anch’egli è fragile, anch’egli, come noi, ha un grande debito con Dio.

            La Madre Speranza ha detto: “Preghiamo e non scandalizziamoci di nulla…”.

            Occorre dunque convertirci allo stile del Padre. Egli ci ama così come siamo, fragili, magari anche portatori di ferite che ci indeboliscono la coscienza. Ma Dio sa. E’ nei nostri cuori, nella nostra coscienza, nella nostra vita e noi siamo le sue scintille d’Amore: gli apparteniamo totalmente.

            “Nel silenzio dell’orazione Dio parla al cuore, lì maggiormente si fa sentire la Sua voce, lì Egli illumina la nostra intelligenza, accende il cuore e brucia la volontà; lì lo Spirito Santo comunica, oltre ai doni di scienza e di intelletto, quello della sapienza che ci fa assaporare la verità della fede, ce la farà amare e mettere in pratica. Si stabilisce così un’unione più intima fra Dio e l’anima”. (Madre Speranza.

                Bisogna isolarsi e staccarsi da tutte le cose materiali, che alimentano le passioni, per arrivare meglio a Dio. Questo esercizio ci apre più pacificamente al perdono.

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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