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OTTOBRE 2005

     

Non ci si improvvisa pro-life

E' molto interessante e bello che tantissime persone in Italia abbiano scoperto e “riscoperto” il valore della vita nascente e la sua inviolabile dignità.

Tutti pro-life?

Sarebbe un capovolgimento travolgente della cultura abortista.

Come opinione personale penso che sia invece questo il concetto ancora più diffuso: “Se una donna vuole abortire purtroppo è una scelta sua,… ma che si usino embrioni proprio no!”. Quindi la legge 40 andava almeno salvaguardata, e così è stato.

Voglio dire che essere pro-life è ben più di un'opinione personale pro-embrione.

Quando si guarda negli occhi una donna che vuole abortire e ci si sente travolti dalla sua vita, molte volte disgraziata, occorre rimanere fermi e convinti alleati del bimbo che porta in grembo. Non è facile perché le parole di speranza e di fiducia che le diciamo ci sfiorano appena, dato che noi ce ne torniamo alla nostra bella casa e bella famiglia, lasciandola con i suoi guai. Per esperienza personale, ormai da venticinque anni, ho visto che più si capisce il vero significato delle parole pro-life più si riesce a pronunciare parole che contano.

Ma nonostante “parole che contano” molte volte la donna incontrata ha abortito, anche se sembrava convinta a far nascere il bimbo mentre la salutavamo sulla porta, e le offrivamo aiuto economico, amicizia, condivisione e beni in natura.

Quanto dolore e quanta vita sconfitta!

Abbiamo imparato a conoscere il vorticoso alternarsi di incertezze che la donna avverte nel suo intimo, la sua paura, ma anche il suo cieco orgoglio, il potere di vita o di morte che sa di esercitare con la legge dalla sua parte, le sue bugie, false giustificazioni, la sua debolezza e fragilità.

Per essere pro-life convinti occorrono molta esperienza, forza interiore, fermezza; occorre anche avere avuto un buon “maestro” di queste situazioni.

La legge 194 è sbagliata e andrebbe cambiata. Lo diciamo da sempre, perché la legge sull'aborto incatena la donna alla sua paura e alla sua decisione di morte. Dall'aborto non si torna indietro, e permettere alla donna di abortire solo perché la gravidanza è inaspettata o la donna è triste, è un grave errore. Soprattutto per lei, oltre che per il povero bimbo soppresso, perché le sequele psichiche, relazionali e genitoriali si faranno sentire. La donna sa che ha ucciso, anche se si sforza di dimenticare e di razionalizzare. Dirle addirittura che è un suo diritto significa volerle male per tutta la vita.

Le parole di un pro-life sono sempre più difficili di un pro aborto perché quelle dell'abortista si sposano perfettamente con la paura della donna e i suoi “diritti”, mentre quelle di un pro-life parlano di coraggio, sforzo e di “dovere”. Un pro aborto va in discesa, mentre un pro-life va in salita.

Infatti un pro-life in televisione è più impacciato nelle parole di un pro aborto, i quali di solito gridano di più perché devono a tutti costi difendersi, perfino dai loro stessi dubbi.

La paura generata da una gravidanza inattesa va contrastata con determinazione ed amore, perché se riuscirà a resistere alla paura e partorire il bimbo, sarà la prima a ringraziarci e a credere fortemente in se stessa.

Penso che non dovremmo avere nessun timore nel dire che la legge sull'aborto è sbagliata. Affermare che almeno sia veramente applicata nei punti pro vita è importante, ma ancora troppo poco.

Chi è pro aborto accoglie meglio la coerenza tutta intera dei pro-life piuttosto che le mezze misure. Ne sono convinto perché il pro aborto sente, nel suo intimo, che cambierà solo davanti a parole chiare e forti. Lui sa che noi abbiamo ragione, perché si rende conto che si aggrappa a concetti di morte e li difende con cinismo, spesso gridando davanti alla telecamera. La legge 194 fa del male anche a lui, perché lo conferma nelle sue false ragioni, e lo blocca psicologicamente.

I pro aborto si danno man forte l'uno con l'altro, si guardano negli occhi facendosi cenni di complicità, si giustificano con ragionamenti teorici. Lo fanno perché hanno bisogno uno dell'altro, e perché le loro ragioni non stanno in piedi da sole ma solo in gruppo; se uno cede c'è subito l'altro che dà man forte.

Anche la donna che vuole abortire si circonda di amiche che la pensano così, e che magari hanno abortito. La cultura abortista ha bisogno del “gruppo” e di grida concitate, perché altrimenti non riesce ad automantenersi.

Il pro-life invece è solo e si rende conto che deve affrontare un errore trasformato in diritto; è solo anche con se stesso, e per questo le sue motivazioni hanno bisogno di allenamento, di riflessione profonda. Riesce a star solo perché la sua idea è lineare e semplice, sta in piedi da sola.

I pro aborto sono sfuggenti e hanno paura delle obiezioni perché fanno barcollare l'idea abortista, la quale per stare in piedi deve essere arrogante e chiusa. I pro-life possono avere qualche tentennamento di fronte alla finta sicurezza dei pro aborto, ma chi è alleato della vita sa di essere nel giusto. Questo rende tranquillo ed irremovibile il pro-life nella sua coscienza, anche se all'apparenza sembra perdente e fuori moda.

La fecondazione artificiale si basa sul fatto che l'embrione umano è solo un cumulo di cellule, che è la stessa identica idea che sottende l'aborto.

Questo è uno dei motivi che fanno dire al pro-life con sicurezza che la fecondazione artificiale è sbagliata nella sua origine.

Quindi un pro embrione “deve” essere un pro-life.

Il piccolo embrione di uomo ci interroga e ci mette di fronte ad una scelta che il 74,5 % degli italiani aventi diritto al voto dovranno… pian piano affrontare.

Non ci si improvvisa pro-life.

Gabriele Soliani, Reggio Emilia

Messaggio di Medugorje del 25/6/05

Cari figli, oggi vi ringrazio per ogni sacrificio che avete offerto

secondo le mie intenzioni.

Vi invito, figlioli, ad essere i miei apostoli della pace e dell'amore

nelle vostre famiglie e nel mondo.

Pregate lo Spirito Santo affinché vi illumini e guidi sulla via della santità.

Io sono con voi e vi benedico tutti con la mia benedizione materna.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Messaggio a Ivanca

Cari figli, amatevi gli uni gli altri con l'amore di mio Figlio.

Pace, pace, pace!


 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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