UN ORATORIO IN FESTA
L'Oratorio S. Giovanni Bosco può considerarsi “spazio d'accoglienza” per la città di Ugento: i bambini vi trovano i loro giochi in luogo protetto, i giovani lo considerano la loro seconda casa, dove hanno occasioni di educazione, di incontro, di svago; agli adulti sono offerte possibilità di formazione permanente, di ascolto, di preghiera…
Mancava un tassello: l'attenzione e l'assistenza ai meno giovani, e sabato, 25 novembre, è stata messa la “prima pietra” per la Casa d'accoglienza “Tutto per Amore”. Così è stato suggerito che si chiami quest'opera, perché, se il nome connota le realtà che lo portano, ci auguriamo e speriamo caldamente, che gli anziani siano veramente accolti e “coccolati” in questa casa per amore e con amore.
Nella parrocchia si respira già aria di Amore Misericordioso, per la presenza in essa di sacerdoti, suore e laici che la animano proprio nel nome di Gesù Amore Misericordioso. Ma quest'opera, che ci auguriamo che sia realizzata senza indugio, servirà proprio per evidenziare l'aggettivo “misericordioso” che caratterizza il nome di Dio.
L'amore preferenziale di Gesù, ci dice Madre Speranza, si rivolge soprattutto ai più deboli, ai più bisognosi, ai più sofferenti… chi, più degli anziani, si trova in questa situazione? E' giusto, allora, che le Ancelle, i Figli e i Laici dell'Amore Misericordioso si prendano cura degli anziani con vero amore.
La bella circostanza della benedizione della prima pietra da parte del Vescovo, che ha visto riuniti, intorno alla cara signora Ida Concedi, esimia benefattrice, i sacerdoti, le suore, un gran numero di Ugentini, oltre alla presenza qualificata del Sindaco, degli Assessori, di ingegneri, ragionieri, architetti e maestranze delle tre ditte preposte alla costruzione della casa, fa proprio pensare che tutto si realizzerà celermente e in armonia di intenti.
Don Stefano è un buon tessitore di relazioni e siamo sicuri che, oltre alla presenza, otterrà anche gli aiuti necessari per portare a termine il progetto.
E' stata una festa, perché tutto ciò che si fa in nome di Gesù, diventa una festa. Il tono gioioso è stato dato dalla musica e dal canto del tenero coretto dei più piccoli, che, speriamo, continueranno a rallegrare con la loro gioia innocente, la presenza degli ospiti della Casa di accoglienza.
Il tutto è stato completato da un abbondante rinfresco, offerto dalle tre ditte che realizzeranno la costruzione.
Un grazie di cuore va alla signora Ida, a quanti si sono impegnati perché questo progetto diventasse realtà e a tutti quelli che hanno collaborato, collaborano e collaboreranno, a qualsiasi titolo, alla realizzazione e all'animazione di quest'opera di carità concreta.
Ci auguriamo infine di poterci ritrovare ancora tutti insieme, al più presto, per partecipare alla consegna delle chiavi e alla festa di inaugurazione di questa Casa tanto cara all'Amore Misericordioso.
Quando la carità diventa operativa, è sempre segno che i cuori non si sono intorpiditi nel pigro egoismo, ma sanno scomodarsi per farsi prossimo.
Così fece il “Buon Samaritano”, di fama evangelica, così fanno i cristiani che, attenti al grido dei poveri, hanno occhi per vedere, orecchie per sentire, braccia per soccorrere.
Auguriamoci che siano tante le realtà ecclesiali, che sanno rispondere alle grida di soccorso, che si alzano dall'umanità sofferente, in questi tempi difficili e contraddittori, ricchi di tutto ma poveri d'amore.