Marco, un bambino santo (Parla la mamma di Marco)
(Continua dal numero precedente)
Il medico nucleare che lo seguiva, la dott.ssa Cinzia, è tornata dalle ferie, da Milano a Bologna, per vedere quei fotogrammi e, quando mi chiama, è quasi mezzanotte: “Luciana, non c’è più niente, le nostre preghiere sono state esaudite, sembra l’esame di un bambino che non è stato mai ammalato!”.
Tornati a Bologna, i medici ci hanno comunicato ufficialmente i risultati dell’esame, senza darvi troppo peso …”come uomini possiamo partecipare alla vostra gioia, ma come studiosi e come medici sappiamo chi abbiamo davanti e il neuroblastoma è un avversario senza pietà. Noi abbiamo pensato di somministrare a Marco una chemioterapia blanda per qualche mese, ma non possiamo garantirvi alcun risultato, siamo certi solo degli effetti collaterali, non garantiamo neanche nulla riguardo alla qualità della sua vita, la decisione spetta a voi, se continuare con le terapie o smettere. Potremmo trovarci davanti ad un accanimento terapeutico, ma al momento non lo sappiamo, noi, come medici, vi diciamo che ci sono queste due strade, continuare con le terapie senza essere certi del risultato o smettere e lasciare che Marco faccia una vita pressocchè normale senza essere certi del risultato…sta a voi”.
“Sta a noi? Ma come possiamo decidere noi?”.
Il mio cuore e quello di Marco dicevano di smettere ogni terapia, tanto la Madonna lo aveva guarito e di questo ne eravamo certissimi entrambi…ma dovevo essere lucida, dovevo ragionare, non con la fede…ma come potevo farlo se questa certezza esplodeva nei nostri cuori come un fiume in piena…
Mio marito era più titubante…lui non aveva vissuto Lourdes e, un po’, pensava che io avessi perso il ben dell’intelletto…
Avevo la smania addosso, dovevo consigliarmi con qualcuno, volevo condividere questa cosa con qualcuno che avesse una grande fede e, così, ho pensato di chiedere un colloquio all’arcivescovo di Ravenna, che ha ricevuto me e mio marito nel giro di pochissimo.
Gli ho raccontato di Marco e di Lourdes (aveva fatto lo stesso viaggio con noi…)…lui si è molto commosso e ad un certo punto mi ha chiesto se Marco prendesse dei medicinali o facesse uso di psicofarmaci…dapprima ci sono rimasta malissimo, poi ho capito, voleva escludere eventuali allucinazioni…ma NO, MARCO NON PRENDEVA NULLA, nulla di tutto ciò. Ci disse che era una decisione difficile e che avremmo fatto la cosa giusta, lui ci avrebbe accompagnati con la preghiera…niente, nessun consiglio.
Capisco la prudenza della chiesa, capisco la prudenza dei sacerdoti, ma noi avevamo avuto il miracolo e nessuno dei sacerdoti che abbiamo consultato ha mostrato un minimo di entusiasmo, nessuno ha gioito pienamente con noi, eppure Gesù ci dice che basta avere fede come un granello di senapa…ma perché ci credono tutti pazzi???
Io ero sempre più certa e più ne parlavo con mio marito, più se ne convinceva anche lui.
Decidiamo e comunichiamo ai medici di Bologna che non intendiamo più sottoporre Marco ad alcuna terapia.
Comincia la scuola, la frequenta con assiduità ed un entusiasmo straordinari; si iscrive ad un corso di hip hop (è un ballo)…un altro dei suoi sogni che si avvera! Prima di Natale fa anche un saggio a teatro con i suoi compagni, come solista, è felicissimo!
Passiamo un bel Natale, particolare, Marco ha una strana luce negli occhi, un non so che di malinconico, è come se mi volesse continuamente dire qualcosa, ma cosa?
Chiedo a tutti se lo vedono strano, non mi do pace, quegli occhi, più profondi che mai, interrogativi, malinconici…mi abbraccia continuamente, mi dice spesso che mi vuole bene, mi sorride…gli chiedo se sta bene e mi risponde sempre di sì, ma il mio cuore è in tumulto.
Il 21 gennaio, uscendo da scuola, dice al suo migliore amico che aveva messo l’apparecchio ai denti e che avrebbe voluto fare a cambio con il suo corpo, “non ti conviene fare a cambio con il mio corpo, potrebbe accaderti qualcosa di brutto” e lo abbraccia in un modo così intenso che il suo amico, Jacopo, non potrà mai dimenticarlo.
Il 22 gennaio Marco si sveglia con un forte dolore al braccio e, nel giro di pochi minuti, gli sale la febbre a 39.5.
Chiamo il suo pediatra che mi dice che è l’influenza, di dargli la tachipirina e che il giorno dopo l’avrebbe visto.
La febbre non scende mai, lui è inquieto, all’alba del 23, mi accorgo che le manine e i piedini diventano neri e chiamo l’autoambulanza…
Sveglio Claudia, le dico di salutare il fratello, di salutarlo bene, perché poteva essere l’ultima volta…
Arrivati in ospedale i medici sembrano impazziti, gli fanno prelievi, non capiscono, sembra setticemia, forse meningite…
Lo devono mettere in coma farmacologico per curarlo meglio, lo bacio, lo accarezzo e gli metto la mascherina, dicendogli che così sarebbe stato meglio…lui si dibatte, mi guarda con quegli occhi pieni di paura…ha fatto tante volte l’anestesia, sa…
Dopo qualche istante si addormenta, lo portano via, in terapia intensiva…
Chiamo tutti, che preghino, ce l’ha sempre fatta, ce la farà ancora…arriva don Giovanni, gli dà l’unzione degli infermi e la Cresima…ma stavolta non ce la fa…MUORE…il mio meraviglioso e coraggioso bambino non c’è più…P E R C H E’???????????????????
Come se non bastasse, con il sospetto della meningite, gli fanno l’autopsia, un’esperienza terrificante!!!
Non è meningite, la cittadinanza può star tranquilla…il mio bimbo è morto per un banale pneumococco, con cui non si muore normalmente, ma che diventa mortale per i neonati, gli anziani e le persone con le difese immunitarie basse, come Marco.
Gli fanno anche i marcher tumorali ma, ovviamente, sono negativi, NEGATIVI…lui a Lourdes aveva REALMENTE avuto la guarigione dalla sua “vera Mamma” e la sua fiducia era stata ben riposta.
Ma, allora, PERCHE’, PERCHE’……………..
Mi sembrava di impazzire, non capivo, ma, poi, dopo qualche notte, ho capito!
Il Signore era stato di una delicatezza estrema con noi.
Marco era giunto alla fine del suo percorso terreno, doveva tornare al Padre, ma ci ha voluto dare la certezza di sapere che il nostro bambino sarebbe stato in buone mani…ci ha concesso il miracolo della guarigione perché noi sapessimo che Dio esiste, che esiste la Madre Santa, perché se c’è un miracolo, c’è Qualcuno che lo opera…ci ha voluto provare la Sua esistenza senza ombra di dubbio.
Da allora la nostra missione è diventata questa: testimoniare che Dio c’è e noi lo abbiamo sperimentato realmente attraverso Marco.
Ah, un’ultima cosa…sfogliando il suo libro di catechismo, il giorno dopo la sua morte, abbiamo letto in una pagina la sua risposta a questa domanda: “Dove vuoi arrivare nella vita?” e la sua risposta è questa: “In Paradiso”. E’ stato sconvolgente, anche perché i suoi compagni avevano scritto dei mestieri e lui ha risposto in Paradiso…
Bene, quale mamma può essere più orgogliosa di me? Il mio bambino ha realizzato il suo desiderio, è arrivato dove voleva arrivare…quante mamme possono dire altrettanto?
Forse le sembrerò pazza ma,con mio figlio, mi sono letteralmente innamorata di Gesù e, in ogni circostanza, Gli dico “confido in Te!”.
La saluto cordialmente e mi auguro di poterla conoscere di persona.
Invoco su di Lei lo Spirito Santo, affinché la guidi nella sua meravigliosa ma faticosa missione.
Luciana, la mamma di Marco.
Ravenna, 27 luglio 2009