PRENDETE LA SPADA DELLO SPIRITO (Ef 6,10-20)
Lo Spirito è come l'antenna per la televisione, se non
è al suo posto tutto è disturbato e distorto. Gesù,
parlando agli apostoli che non comprendevano il suo messaggio,
che non accettavano il piano che il Padre aveva su di Lui, il
piano di redenzione che lo avrebbe visto condannato a morte e
crocifisso, li scusa proprio perché non hanno questo "Ripetitore"
interiore dentro di loro, che dà chiarezza e riveste di
senso ciò che avviene:
Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi
mi domanda: Dove vai? Anzi, perché vi ho detto queste cose,
la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ora io vi dico la verità:
è bene per voi che io me ne vada, perché, se non
me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me
ne sarò andato, ve lo manderò. E quando sarà
venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla
giustizia e al giudizio.
Quanto al peccato, perché non credono in me;
quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete
più;
quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo
è stato giudicato.
Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci
di portarne il peso. Quando però verrà lo Spirito
di verità, egli vi guiderà alla verità tutta
intera, perché non parlerà da sé, ma dirà
tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà
le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà
del mio e ve l'annunzierà. Tutto quello che il Padre possiede
è mio; per questo ho detto che prenderà del mio
e ve l'annunzierà.
Ancora un poco e non mi vedrete; un pò ancora e mi vedrete".
Dissero allora alcuni dei suoi discepoli tra loro: "Che cos'è
questo che ci dice: Ancora un poco e non mi vedrete, e un pò
ancora e mi vedrete, e questo: Perché vado al Padre?".
Dicevano perciò: "Che cos'è mai questo "un
poco" di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire".
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro:
"Andate indagando tra voi perché ho detto: Ancora
un poco e non mi vedrete e un pò ancora e mi vedrete? In
verità, in verità vi dico: voi piangerete e vi rattristerete,
ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete afflitti, ma la vostra
afflizione si cambierà in gioia.
La donna, quando partorisce, è afflitta, perché
è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino,
non si ricorda più dell'afflizione per la gioia che è
venuto al mondo un uomo. Così anche voi, ora, siete nella
tristezza; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà
e nessuno vi potrà togliere la vostra gioia. In quel giorno
non mi domanderete più nulla.
In verità, in verità vi dico: Se chiederete qualche
cosa al Padre nel mio nome, egli ve la darà. Finora non
avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché
la vostra gioia sia piena. (Gv 16:5-24)
Sembra strano: la Parola prende carne e si esprime con linguaggio
umano e gli apostoli non la comprendono! Perché avviene
questo?
Potremmo dire che la Redenzione non era ancora avvenuta e il peccato
li ottundeva, l'umanità prendeva il sopravvento. Quindi
la non comprensione è effetto del peccato presente nell'uomo
e che rende la Parola priva di efficacia perché non viene
capita. E questa sembra sia la scusante che Gesù stesso
porta quando gli apostoli fanno fatica ad accettare che Lui debba
trionfare dalla croce.
Oggi la Redenzione è avvenuta, Cristo ha pagato per il
nostro peccato, eppure tante creature in crisi esistenziale, flagellate
da tentazioni che anche un bambino riconosce come insidie, ammonite,
consigliate, incoraggiate.. non comprendono! C'è veramente
da dire che qualcosa non funziona. Esclusa la difficoltà
della lingua, perché si parla lo stesso idioma, esclusa
la non comprensione intellettiva dei concetti, perché si
tratta di persone capaci di intendere e volere, c'è da
dire che ci sono interferenze: altri messaggi si accavallano sul
"Messaggio" e la ricezione è confusa e contraddittoria:
l'antenna dello Spirito non è al suo posto.
Chi l'ha spostata? Gesù aveva detto che ci avrebbe mandato
lo Spirito e l'ha fatto il giorno di Pentecoste per gli Apostoli,
il giorno del Battesimo e della Cresima per noi
. E' evidente
che, nonostante tutto, il peccato è penetrato ancora nel
cuore dell'uomo, dissacrandolo. Il peccato, se vogliamo rimanere
nell'immagine, carica di ruggine il ricettore e questo non trasmette
più.
Inoltre l'uomo moderno non dà importanza all'antenna dello
Spirito, pensa di poter fare da sé, crede di bastare a
se stesso e il tentatore, vigile e scaltro, attiva la "concorrenza":
crea disturbo entrando dentro al ricettore stesso, cioè
dentro di noi, stimolando la fantasia e la sensibilità,
confondendo l'intelligenza, indebolendo la volontà. Questa
situazione si chiama: peccato personale
Gli effetti del peccato sono disastrosi: la fonte d'acqua viva
zampillante nell'intimo, promessa alla Samaritana da Gesù,
viene prosciugata e allora diventiamo deboli, siamo confusi: la
mente si offusca, la volontà s'indebolisce, la sensibilità
si eccita, la fantasia si carica di immagini provocanti a seconda
del tipo di peccato: pensieri di vendetta, progetti egoistici,
immagini oscene, sentimenti di invidia, desiderio sfrenato di
cose e persone altrui
. Ciò che si è condannato
negli altri ora viene non solo ritenuto lecito per sé ma
addirittura indispensabile.
E' un bel disastro: le persone che ci sono accanto non ci capiscono
più, si chiedono: "Ma che dice, che le sarà
successo? Come mai ragiona in questo modo? Il disagio è
grande, non solo la persona è in crisi ma anche chi le
vive accanto entra in crisi perché non la capisce più.
Chi si trova fuori della grazia di Dio, soffre e fa soffrire.
Cosa fare in questo caso?
Dobbiamo fare quello che facciamo quando la radio o il televisore
non trasmettono bene: rimetterci in onda. Ma per farlo bisogna
revisionare tutto l'impianto: il trasmittente, la linea, il ricevente:
TRASMITTENTE
Il Trasmittente è Dio; Egli è bontà, benevolenza,
misericordia, amore
Lui non subisce sbalzi d'umore o ripensamenti
e non può essere disturbato dal tentatore, è stabile
nella volontà di salvarci, di accoglierci nell'orbita del
Suo Amore eterno, beatificante
Lui invia continuamente la
Sua Parola su tutti i cuori, come dice esplicitamente nella parabola
del Seminatore, e quella Parola, come il seme, ha un progetto
di vita Eterna, che attende solo il nostro consenso per essere
attivato.
LA LINEA
La linea va dal Cuore di Dio al cuore dell'uomo, è stata
riattivata da Gesù con l'azione redentiva che è
eterna e non subisce impoverimenti di sorta. S. Paolo ha detto
che Gesù è offerente e offerta, sacerdote e vittima,
ma Lui è Sacerdote eterno perché non muore come
gli altri sacerdoti, quindi non abbiamo più bisogno di
altro, sotto questo punto di vista funziona tutto a meraviglia.
IL RICEVITORE
Il guasto è possibile solo nel ricevitore che è
il nostro cuore. Il cuore si può trovare in una di quelle
famose quattro situazioni del terreno: Strada: durezza - superficialità
Sassi: situazione di peccato
Spine: dominio incontrollato delle passioni
Terra buona: buona volontà, lavoro, impegno.
Se il nostro cuore è come una strada, può essere
paragonato ad una radio arrugginita dal tempo e non più
funzionante: occorre scrostare, lubrificare, riattivare i contatti
e questo si fa a colpi di esami di coscienza, di confessioni sincere,
di pentimento vero, di proposito di cambiare vita, di preghiera
per essere aiutati a non ricadere nell'indurimento del cuore.
Tutto questo lavoro si chiama CONVERSIONE. Se il cuore si converte,
Dio torna a parlare:
"Convertitevi, o peccatori, e operate la giustizia davanti
a lui;
chi sa che non torni ad amarvi e vi usi misericordia?
Egli vi castiga per le vostre ingiustizie, ma userà misericordia
a tutti voi.
Vi raduna da tutte le genti, fra le quali siete stati dispersi.
Convertitevi a lui con tutto il cuore e con tutta l'anima, per
fare la giustizia davanti a Lui,
allora Egli si convertirà a voi e non vi nasconderà
il suo volto. (Cfr Tobia 13)
Se il nostro cuore è pieno di sassi, cioè di scelte
sbagliate, queste ostacolano la comprensione della Parola o comunque
la sua fecondità dentro di noi: magari comprendiamo con
la mente ma non riusciamo a convincere la volontà a lasciare
la situazione di peccato, la Parola, come il seme in terreno sassoso,
non riesce ad attecchire, perché non trova la culla che
accoglie e svuota il chicco per far germogliare la radichetta
dell'umiltà, che le ricorda il suo nulla, e il fusticino
della fede, che espone la nuova piantina verso il Sole di Dio,
che, con la Sua energia vitale la tira fuori dal fango e la eleva
verso il cielo.
Questo processo si chiama sempre CONVERSIONE: se la ricezione
non è buona, se la confusione è tanta, se l'insoddisfazione
ci dilania, è pur sempre denuncia di un guasto operato
dentro di noi da un modo di vivere sbagliato. E allora è
necessario un serio esame di coscienza per individuare il nostro
peccato, senza lasciarci influenzare dalla mentalità del
mondo, alleato della "concorrenza" di Dio che è
il demonio; lui confonde le idee, presenta come allettante ciò
che è semplicemente ripugnante, indecoroso, indegno dell'uomo,
ma è un buon "venditore di fumo per gli stolti",
chi si lascia ingannare, cade nelle sue trame illusorie. Dopo
aver individuato il peccato, bisogna toglierlo dal proprio cuore
con la confessione e la riparazione e mettersi in condizione di
non ricadere nell'errore, cioè bisogna fuggire le occasioni
di peccato, altrimenti, come un malato in convalescenza, si ricade
e le ricadute sono peggiori della malattia.
Se il nostro cuore è come un campo pieno di spine, pieno
cioè di passioni incontrollate perché la volontà
è debole e non sa dominare l'istinto, perché l'egoismo
è cresciuto a dismisura e non sa imporre un limite alle
sue voglie, il risultato è sempre lo stesso: la Parola,
portata dallo Spirito, viene soffocata, l'ispirazione viene sepolta
sotto il groviglio dello sterile rimpianto e una altrettanto disarmante
dichiarazione di impotenza.
E allora cosa fare? La prima cosa è imporsi una gerarchia
di valori: decidere, con l'aiuto della preghiera e il consiglio
di persone sagge nello spirito, cosa veramente giova alla nostra
salvezza. Poi, come un malato in riabilitazione, sottoporsi a
esercizi di volontà: cioè farsi un programma a breve
scadenza, che ci permetta di tenere sotto controllo le nostre
emozioni e le nostre scelte, magari fare esercizi di piccole rinunzie
per fortificare la volontà, insomma fare esercizi di riabilitazione
per riattivare le nostre facoltà interiori. Sicuramente
si tratta di un lavoro faticoso e forse si avrà bisogno
anche dell'aiuto di qualche fratello più forte, perché
ci aiuti a resistere alla tentazione di desistere e di abbandonare
tutto, ma la perseveranza farà volgere lo sguardo di Dio
verso di noi e con la Sua grazia si potrà ottenere ciò
che sembrava impossibile: Cominceremo a sentire e capire ciò
che Dio vuole dirci, e con la Sua guida si potrà riprendere
un cammino sicuro. Anche questo processo di liberazione dalle
liane delle passioni si chiama CONVERSIONE.
E il terreno lavorato? E' il cuore che vigila sulla propria
conversione continua, che dopo aver sbagliato sta più attento
a non distrarsi, a interpretare tutti i segnali indicatori, a
individuare sassi e spine e ad eliminarli dal suo campo prima
che diventino troppi, cioè è la persona in formazione
continua, è la persona di buona volontà, che conosce
la sua fragilità e volge sempre lo sguardo verso il cielo,
da dove attende l'aiuto. E' la persona attenta alla Parola e se
non capisce chiede consiglio, prega, usa tutti i mezzi a sua disposizione
per non essere colta di sorpresa dal nemico e derubata del suo
tesoro. Questa persona può arrivare anche alla preghiera
continua, perché ha sempre il Signore davanti a sé
e si specchia alla Sua luce; vivendo questo rapporto d'amore con
Dio, fa' "tutto per amore", caricandosi di grazia e
di forza, è attenta a tutto ciò che si muove accanto
a sé, accoglie gli inviti divini a sostare con Lui di tanto
in tanto, per fortificarsi lontano dal mondo e per avere indicazioni
precise sul tratto di cammino che si apre davanti a sé.
E' una persona che vive sotto l'azione costante dello Spirito
ed Egli la guida a compiere la volontà di Dio.
Questa persona puoi essere tu purché lo voglia. Lo Spirito
è a tua completa disposizione e ti darà tutte le
grazie necessarie per vincere le tue battaglie. Lui è sapienza
divina, intelligenza d'amore, consiglio sicuro, fortezza inespugnabile,
conoscenza diretta, amore filiale, santa riverenza al Padre, ed
ama tutti noi con amore infinito. Cosa ci manca? Mettiamoci all'opera.
LO SPIRITO SANTO NELLA VITA DI FAMIGLIA
La vita della coppia e della famiglia cristiana, dovrebbe esprimersi
tutta nell'Amore vero che è appunto lo Spirito Santo. Due
creature che si sposano nel Signore, devono vivere il mistero
grande di cui parla S. Paolo, devono cioè, facendo circolare
l'amore, che come circuito elettrico va dall'uno all'altro ininterrottamente,
stringersi sempre più, fino a formare l'unità. Devono
cioè riprodurre il circuito che lega in unità la
Trinità Santa. Dio però è motore, la coppia,
perché il suo circuito funzioni deve essere sempre collegato
alla Centrale. Ora la centrale dell'Amore è appunto lo
Spirito Santo. Una coppia o vive nel circuito dello Spirito o
muore, si scioglie, perde l'unità.
Sono molte oggi le coppie fantasma, quelle che sembrano tali ma
il loro circuito è interrotto dal tradimento, dall'egoismo,
dalla finzione, dall'ipocrisia. Tantissime quelle che, constatata
l'inconsistenza del legame, si sono dichiarate in stato di divorzio.
Questo è successo e succede perché c'è stato
un guasto nel circuito, uno dei due non ha risposto all'amore
con l'amore, non ha risposto all'infedeltà col perdono,
non ha risposto all'egoismo con il dono gratuito di sé
Questo comportamento denuncia che la coppia o parte di essa, è
uscita fuori dal raggio di azione dello Spirito, è entrata
in "zona d'ombra", nella zona delle tenebre del peccato
e non riesce a comunicare. Vedete come anche i mezzi di comunicazione
moderna possono farci capire le cose dell'anima. Inutile voler
comunicare se siamo in zona d'ombra, se non siamo coperti dal
satellite dello Spirito: non ci capiamo, confondiamo i messaggi,
scambiamo l'amore con l'egoismo, il piacere pesante con la pace
e la gioia interiore. L'uomo moderno cerca la felicità,
ma dove la cerca? La cerca tra le tenebre e non la trova.
Nei riguardi dei figli vale lo stesso discorso: come può
un egoista, un sensuale, un adultero, un bestemmiatore, un profittatore
educare i figli ai veri valori? Non ne è capace. Non si
può dare ciò che non si possiede; daremo ciò
che abbiamo e creeremo degli infelici. Non è questo che
volgiamo, ma è questo che facciamo. Se viviamo nelle tenebre
non possiamo dare luce, se siamo disperati, non possiamo dare
speranza, se viviamo nell'odio non possiamo educare all'amore,
se siamo egoisti non possiamo stimolare all'altruismo, se siamo
sensuali, non possiamo aiutare i figli alla spiritualità,
alla purezza, alla castità, alla modestia
E' necessario assolutamente e urgentemente rimettersi sotto la
luce dello Spirito. La Quaresima ci viene in aiuto in questo lavoro
di illuminazione, di purificazione, di presa di coscienza, di
riparazione. La nostra coppia, la nostra famiglia, la Comunità,
il mondo in tutti i suoi aspetti hanno bisogno di questo rinnovamento.
E' inutile angosciarsi e piangere perché nel mondo c'è
tanto male: se noi vi metteremo amore, perdono, altruismo, sarà
meno povero, meno malato, meno tenebroso; se poi a mettere amore
siamo in tanti, il bene prevarrà sul male, la luce metterà
in fuga le tenebre, e sarà "la civiltà dell'amore"!
Il Signore ce la conceda.
Questionario di riflessione personale.
1. Ti sembra di avere impugnato la spada dello Spirito?
2. Nella tua casa c'è luce o tenebre?
3. La tua coppia vive sotto l'influsso dello spirito?
4. Il vostro dialogo è comprensibile o parlate lingue diverse?
5. Procurate di stare sempre collegati alla centrale dell'Amore
vero?
6. A quale tipo di terreno puoi identificare il tuo cuore?
7. Hai preso coscienza dei mezzi che devi attivare per non correre
rischi troppo grandi?
8. Come genitore ti sembra di poter indicare ai tuoi figli i veri
valori senza arrossire?
9. Credi che ci sia da fare qualcosa urgentemente per rientrare
in zona coperta dallo Spirito?