PREGATE INCESSANTEMENTE
La preghiera come amicizia con Dio
Gesù è venuto in terra proprio per cambiare la relazione
tra l'uomo e il suo Dio. Prima di Gesù gli uomini non osavano
neanche nominare il nome di Dio, tanto era il timore. Forse questo
atteggiamento era anche giusto perché Adamo ed Eva avevano
scelto di opporsi a Lui, avevano interrotto il rapporto confidenziale
con Dio e non c'era stata la riconciliazione. Gesù, nella
pienezza dei tempi, è venuto in terra proprio per riparare
quella frattura e rilegare l'uomo a Dio in un rapporto filiale,
amichevole, buono. Egli stesso disse agli apostoli: "Vi ho
chiamato amici". Quanto amore c'è in questa affermazione!
L'amicizia è uno dei sentimenti più nobili dell'uomo.
Essa nasce da amore disinteressato, da benevolenza, condivisione,
frequentazione della persona amata.
Gli amici non si nascondono niente, si confidano tutto, hanno fiducia
e stima reciproca. Proprio la fiducia porta gli amici ad aprire
i loro cuori, ad esprimere le loro perplessità, i loro dubbi,
a sostenersi nelle prove della vita, a fare discernimento quando
il cammino diventa incerto.
L'amicizia vera è legame spirituale fra due creature, è
alleanza per raggiungere un fine buono, pensato e programmato insieme
per il bene dell'amico che è anche bene proprio, perché
tutto ciò che gratifica l'uno è gioia per l'altro.
L'amicizia vera è legame gratuito; l'amico vero non si aspetta
ricompense per ciò che fa, gli basta il sostegno morale nelle
ore buie della vita, la condivisione, la possibilità di avere
due occhi in più per guardare i problemi e le situazioni
che li coinvolgono.
Questa vicinanza fra fratelli è gradita a Dio. Gesù
ce lo ha dimostrato al Getsemani: Lui aveva portato accanto a sé
i tre che avevano visto la sua trasfigurazione e quindi sapevano
più degli altri apostoli chi era e quale era la sua vera
natura. Ad essi chiese sostegno nell'ora della battaglia più
tremenda, quella che lo poneva di fronte al suo compito di Redentore,
che richiedeva si caricasse di tutto il peccato e fosse condannato
del Padre, situazione estremamente dura: la Luce doveva accettare
l'ora delle tenebre, che avrebbero oscurato la sua divinità.
L'amicizia viene messa alla prova nel momento dell'insuccesso; l'amico
vero resta accanto al malcapitato e lo sostiene perché non
soccomba, il falso amico scompare, non vuole compromessi, rinnega.
Gli apostoli, purtroppo, non furono all'altezza della situazione.
Egli per ben tre volte si recò da loro per mendicare la loro
condivisione, almeno il sostegno della preghiera:
"Giunsero intanto a un podere chiamato Getsèmani, ed
egli disse ai suoi discepoli: "Sedetevi qui, mentre io prego".
Prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e cominciò
a sentire paura e angoscia. Gesù disse loro: "La mia
anima è triste fino alla morte. Restate qui e vegliate".
Poi, andato un pò innanzi, si gettò a terra e pregava
che, se fosse possibile, passasse da lui quell'ora. E diceva: "Abbà,
Padre! Tutto è possibile a te, allontana da me questo calice!
Però non ciò che io voglio, ma ciò che vuoi
tu". Tornato indietro, li trovò addormentati e disse
a Pietro: "Simone, dormi? Non sei riuscito a vegliare un'ora
sola?Vegliate e pregate per non entrare in tentazione; lo spirito
è pronto, ma la carne è debole". Allontanatosi
di nuovo, pregava dicendo le medesime parole.Ritornato li trovò
addormentati, perché i loro occhi si erano appesantiti, e
non sapevano che cosa rispondergli.Venne la terza volta e disse
loro: "Dormite ormai e riposatevi! Basta, è venuta l'ora:
ecco, il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani dei peccatori.Alzatevi,
andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino". (Mc
14:32-42)
Gesù da vero amico, capisce la debolezza degli apostoli,
non pretende che soffrano con Lui, ma che preghino con Lui. Nelle
sue osservazioni c'è tanta delusione, ma continua a trattarli
da amici e si preoccupa più di loro che di se stesso. Quando
i catturatori si avvicinano Egli chiede: "Chi cercate?",
ed essi rispondono: "Gesù di Nazareth". "Sono
io. Se cercate me lasciate liberi questi altri", ed essi si
mettono in salvo con la fuga. Certo, questa fuga ci fa capire l'inconsistenza
dell'amicizia. Ora se gli apostoli, messi a rischio dall'amicizia
sono fuggiti, non possiamo credere che noi avremmo fatto meglio
di loro: l'amicizia vera è difficile, l'egoismo cerca sempre
di sovrastare i più nobili sentimenti dell'uomo.
L'amicizia di condivisione
Tra gli apostoli l'unico che si è salvato dalla mediocrità
della fuga è stato Giovanni. Vediamo perché ciò
è potuto succedere.
Tra Gesù e Giovanni c'era assonanza di sentimenti, di pensiero,
di volontà. Giovanni era un puro di cuore, incapace perciò
di sentimenti negativi; in lui il disprezzo suscitava compassione
e non odio, l'insuccesso dell'amico suscitava il suo desiderio
di aiutarlo, le difficoltà della vita lo caricavano di
buona volontà, anche i sacrifici dell'apostolato non lo
inducevano alla mormorazione ma alla comprensione e all'offerta
silenziosa. Non ambiva onori e privilegi, se non quello di stare
vicino al Suo Gesù. Gesù e Giovanni si capivano.
Quando Gesù voleva riposare dalla continua tensione a cui
lo sottoponevano i nemici e gli stessi apostoli con i loro sfoghi
troppo umani, si tratteneva in preghiera con il suo Giovanni.
Giovanni era in empatia con Gesù perché lo amava
con cuore libero da ogni morbosità, da ogni sete di privilegio,
da ogni invidia. Questa assonanza di sentimenti dava riposo a
Gesù, perché il bene dell'amicizia sta proprio in
questa mancanza di attrito.
L'amico ci permette di essere noi stessi senza obbligarci ad indossare
maschere di convenienza, ci accetta come siamo, non ci vuole cambiare
a tutti i costi, non ci vuole diversi per stare meglio lui. L'amico
è sempre disposto a riflettere con noi, a farsi interprete
della voce della nostra coscienza, ad aprire davanti ai nostri
occhi orizzonti luminosi ed invogliarci a raggiungerli. L'amico
vuole il nostro bene.
Ma dove trovare sulla terra un tale amico?
"Una bocca amabile moltiplica gli amici, un linguaggio gentile
attira i saluti.
Siano in molti coloro che vivono in pace con te, ma i tuoi consiglieri
uno su mille.
Se intendi farti un amico, mettilo alla prova; e non fidarti subito
di lui.
C'è infatti chi è amico quando gli fa comodo, ma
non resiste nel giorno della tua sventura.
C'è anche l'amico che si cambia in nemico e scoprirà
a tuo disonore i vostri litigi.
C'è l'amico compagno a tavola, ma non resiste nel giorno
della tua sventura.
Nella tua fortuna sarà come un altro te stesso, e parlerà
liberamente con i tuoi familiari.
Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te e dalla tua
presenza si nasconderà.
Tieniti lontano dai tuoi nemici, e dai tuoi amici guàrdati.
Un amico fedele è una protezione potente, chi lo trova,
trova un tesoro.
Per un amico fedele, non c'è prezzo, non c'è peso
per il suo valore.
Un amico fedele è un balsamo di vita, lo troveranno quanti
temono il Signore.
Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia, perché
come uno è, così sarà il suo amico".
(Sir 6:3-17)
La Sapienza ci dice che l'amicizia è un legame troppo esigente
per l'uomo egoista, ma Dio, sapendo quanto è preziosa,
si fa Lui stesso nostro amico. Ecco ciò che dice Gesù
durante l'Ultima Cena, nel discorso di addio agli apostoli:
"Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni
gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più
grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei
amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più
servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone;
ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho
udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto
me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate
e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto
quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo
vi comando: amatevi gli uni gli altri". (Gv 15:12-17)
Gesù vuole la nostra amicizia, vuole condividere con noi
i problemi dell'umanità, vuole confidarci i suoi segreti.
Noi che, stoltamente, ci vantiamo anche solo di aver visto passando
un "potente" secondo il mondo, o un calciatore, o una
cantante, non dovremmo essere orgogliosi di essere amici di Dio
stesso e coltivare questa amicizia con cura?
Ecco, pregare è trattenersi in amicizia con Gesù,
parlare con Lui al Padre sotto l'azione dello Spirito Santo Amore,
entrare in questo cerchio di amore che li unisce, soffrire con
Lui per la perdita di tante anime, aiutarlo a cercare le pecorelle
smarrite. Solo questa è la vera preghiera.
Il nostro ricorrere a Dio per ottenere grazie è atteggiamento
da mendicante, che chiede ma poi non pensa di dare, non pensa
che anche il potente può avere bisogno di qualcosa che
lui può dargli. Ma Dio è tanto grande ed è
tanto AMORE MISERICORDIOSO da mendicare Lui stesso il nostro amore,
ce lo chiede come un'elemosina per poterci dare la serenità
che si prova sapendo di avere un Amico Onnipotente.
Amicizia esigente
Lazzaro è l'amico per eccellenza di Gesù e Gesù,
proprio perché lo ama ed è riamato in maniera perfetta,
per portarlo a perfezione, diventa anche esigente con lui. I tre
fratelli di Betania, raro esempio di persone ricche che, conquistate
dalla grazia, hanno il coraggio di staccarsi dai beni terreni
per conquistare i beni eterni, mettono a completa disposizione
di Gesù e dei suoi discepoli, le loro case, i loro beni
e la loro stessa vita; si dichiarano apertamente suoi seguaci,
nonostante la gente che contava gli fosse ostile.
Ebbene, Lazzaro si ammala di una malattia grave che gli manda
in putrefazione le gambe e gli debilita tanto il corpo da portarlo
in fin di vita. Gesù va a visitarlo ma, pur richiesto,
non lo guarisce. Pare strano: Lui che guarisce tutti non guarisce
l'amico, ma lo invita ad avere una fiducia più grande della
stessa morte! Solo a chi ama davvero si può chiedere tanto,
senza temere di perdere la sua amicizia, e Gesù sa che
Lazzaro ama davvero e può credere che Gesù non è
insensibile al suo dolore anche se, per il suo bene, lo invita
a passare per il tunnel della morte. A questo amico vero Egli
può chiedere di sperare contro ogni speranza, di sperare
anche oltre la stessa morte!
Questa tipo di amicizia potremmo chiamarla "amicizia associativa"
amicizia longanime, neanche agli apostoli Gesù aveva potuto
chiedere tanto, anch'essi nell'ora della prova fallirono dimostrando
la loro debolezza. Lazzaro, dopo questa prova sperimentò
la risurrezione e la sua amicizia ricevette il sigillo della fedeltà;
infatti lungo il Calvario troveremo proprio loro, i veri amici:
Maria, Marta, la "Veronica" e anche le "pie donne",
che erano forse donne romane che seguivano Gesù con coraggio,
Lazzaro restò in attesa degli apostoli fuggiaschi, per
riaccoglierli in nome del Risorto. L'amicizia vera sa sfidare
la furia nemica e sa restare accanto a Maria, sotto la croce,
costi quel che costi.
La preghiera o ci cambia il cuore o è un blaterare vano.
Se noi vogliamo davvero che la nostra preghiera sia efficace,
dobbiamo intriderla di amore di condivisione, di amore ablativo
di amore unitivo; dobbiamo entrare nel mistero del Cristo, che
rimane fedele al Padre, pur essendo da Lui condannato a morte,
e specchiare tutte le vicende della nostra vita terrena nella
Sua vita, viverle in vista di Lui, con Lui, come Lui le ha vissute;
allora non ci sarà evento che ci stupirà, che ci
troverà impreparati, tutto servirà per farci crescere
nell'amore, per renderci veri consolatori di Gesù.
Amicizia fedele
L'amicizia fedele, purtroppo, non ha molti esemplari tra gli uomini.
La fedeltà appartiene solo a chi nel suo cuore non ammette
altri amori ed è proprio libero da ogni forma di egoismo;
solo chi è diventato "amore" ed è disposto
a pagarne tutto il prezzo, ha la possibilità di essere
assolutamente fedele. Quasi tutti gli uomini siamo fedeli a tratti
e in maniera selettiva, per un po' di tempo, per certi aspetti,
a certe condizioni
..
L'amicizia fedele possiamo impararla solo da Gesù. Santi
che sono stati fedeli a Dio fino al martirio ci sono, ma sono
tutti seguaci del Nazareno, tutti hanno imparato l'amore fedele
nella contemplazione del Maestro per eccellenza, e questa scuola
è durata tutta la vita. Gesù aveva detto agli apostoli:
"Vi ho chiamato amici, ma uno di voi mi tradirà".
Ebbene, Gesù tradito da Giuda, resta nell'amore di amicizia:
all'apostolo infedele, che gli dà il bacio traditore dice:
"Amico, con un bacio tradisci il Figlio dell'uomo?"
Lui è rimasto amico, anche se Giuda da amico si è
trasformato in nemico. La sola parola del Figlio di Dio fece stramazzare
a terra Giuda e i suoi gregari; sarebbe bastato uno sguardo per
incenerirli, ma Gesù è il Salvatore e vuole salvarli
nonostante tutto, ed allora si offre al sacrificio redentore,
che ucciderà Lui non le creature infedeli, e annullerà
il tossico infernale che hanno assorbito dal maligno.
L'amore d'amicizia nella coppia
Oggi sono molte le coppie che non sanno donarsi l'amore di amicizia:
un amore libero, fatto di sentimenti positivi, un amore che non
giudica, ma si pone a fianco del coniuge per sostenerlo, consigliarlo,
assecondarlo in tutto ciò che può dargli piacere,
senza ledere la volontà di Dio e fare del male al coniuge
stesso (perché purtroppo a volte il coniuge può
chiedere anche ciò che non giova alla sua salvezza, ciò
che Dio condanna e quindi non è un bene per la coppia),
un amore capace di sacrificarsi senza far pesare, un amore che
non si aspetta niente se non la felicità del coniuge; non
un amore servile, fatto di gesti obbligatori o comunque imposti
dal ruolo, non un amore mercenario che dà se riceve in
cambio, ma un amore che ama stare con il coniuge, intrattenersi
con lui/lei, chiedere consiglio; un amore che si fida, che sa
che sul coniuge può sempre contare: anche se tutto il mondo
fosse contro di lui/lei, il coniuge gli resterà fedele
e lo capirà o comunque lo perdonerà, saprà
soffrire al suo fianco, saprà redimerlo con il suo amore.
Ma un coniuge che ama così non può essere altro
che uno che ha imparato l'arte dell'amore di amicizia da Gesù,
un coniuge che ha Gesù per Amico e alla sua scuola impara
l'arte di amare disinteressatamente e in maniera fedele, magari
anche esigente, ma sempre il vista del bene comune.
Vedete allora che la preghiera, cioè il rapporto con Dio,
diventa scuola di vita d'amore, quindi scuola della coppia che
s'impegna davanti all'altare a donarsi e ad accettare il dono
gratuito dell'altro, di custodirlo nel suo cuore nella buona e
nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia, rispettando
tutte le diversità dell'altro, considerandole addirittura
dono e stimolo alla sua pigrizia, soprattutto quando esigono che,
per rimanere nell'amore si deve dilatare il cuore ad un amore
più grande, più impegnativo, più generoso.
La coppia però deve avere un Amico in comune, Gesù,
averlo come confidente, perché da Lui non si possono ricevere
che consigli buoni, e si può ricevere anche l'aiuto della
grazia, la possibilità di essere guidati dal Suo stesso
Spirito nelle situazioni più difficili. Gesù diventa
allora veramente l'arbitro della vita di coppia, il maestro d'orchestra
dell'armonia coniugale, colui che insegna ad ognuno la propria
parte e poi li guida ad esprimerla in armonia, in modo che la
diversità produca assonanze gradevoli all'udito, piacevoli
anche per gli stessi esecutori. Veramente armonizzare una coppia
è opera divina ed è arte che produce capolavori
preziosi, esige però impegno ed esercizio costante.
Che dire allora? Il Maestro c'è, il Modello anche, lo spartito
è la vostra vita, i musicisti siete voi dotati di mente
sana, di corpo abile, di cuore ricco d'amore e assetato di esprimersi
in maniera originale, avete un'anima sensibile alle ispirazioni
della grazia, la voglia di intrattenersi con l'Amico divino per
imparare l'amicizia perfetta. Avanti, allora, senza scoraggiarsi.
1. Avevi mai pensato alla preghiera come relazione di amicizia
con Dio?
2. Ti sembra di coltivare questa amicizia oppure ti rapporti a
Dio con timore reverenziale?
3. Sai parlare a Dio della tua anima, della tua coppia, della
tua famiglia?
4. Gesù, nelle sue relazioni con gli amici, ti può
aiutare a migliorare le tue relazioni col coniuge?
5. Come definiresti la tua amicizia con il coniuge: di condivisione,
fedele, esigente?
6. La vostra coppia ha Gesù come amico comune?
7. Lo avete eletto vostro arbitro, vostro "maestro di orchestra",
per produrre armonia coniugale?