LA SPADA DELLO SPIRITO E' LA PAROLA (Ef 6,10-20)
S Paolo, provvedendo a metterci in assetto di combattimento
cristiano, ci indica anche un ordine di priorità:
1. La cintura della verità è la prima cosa da indossare
se vogliamo lavorare il nostro io. Se non conosciamo noi stessi
o se vogliamo nascondere la nostra vera identità, ci stiamo
affaticando invano.
2. Corazzarci di opere giuste è il secondo passo, perché
le nostre opere ci precedono e ci mettono in sintonia con l'amore
di Dio, creando intorno a noi una protezione d'amore.
3. Terzo passo è calzare i sandali dello zelo, perché
chi intraprende un cammino di purificazione deve camminare molto
e ha bisogno di calzature agili, ha bisogno della spinta interiore.
4. Il quarto passo è tenere sempre in mano lo scudo della
fede, che è l'atteggiamento di chi ha sempre gli occhi
rivolti a Dio, per indovinare ciò che è bene fare,
per non essere colpiti dal nemico. In una battaglia la strategia
dell'intelligens è importante!
5. Il soldato provvede sempre a difendere la testa e S. Paolo
ci consiglia l'elmo della salvezza, che è dono dall'alto,
è "scudo spaziale" di protezione.
6. Quindi ci raccomanda la spada dello Spirito, che è arma
infallibile.
7. Quest'arma, ci dice, rende chiara e comprensibile la Parola
del Comandante divino, che conosce il piano e sa dove si nasconde
il nemico.
8. Quindi ci indica la preghiera e la vigilanza, come mezzo di
contatto continuo con il nostro Generale
9. Infine ci dice di considerarci ambasciatori di Dio, nell'assolvere
la nostra missione sulla terra.
Lo Spirito, abbiamo detto nell'incontro precedente, è
Colui che ci facilita la comprensione della Parola; la Parola,
a sua volta, ci rende nota la volontà di Dio e quindi ci
indica ciò che occorre sapere per agire secondo Dio e accogliere
la salvezza.
La volontà di Dio è specifica per ognuno di noi
e ci viene significata man mano che si snoda il filo della vita:
le circostanze, gli avvenimenti, gli incontri che si verificano,
le occasioni che ci sono offerte, ci indicano nel dettaglio cosa
dobbiamo fare, cosa siamo chiamati a vivere. Noi poi dobbiamo
capire come dobbiamo vivere le circostanze, come dobbiamo santificarle
per renderle veicolo di grazia per noi, e gradite a Dio, perché
trasformate in amore.
Dio però non forza mai l'uomo a santificarsi, perché
l'amore può essere solo dono, non può essere estorto
con l'imposizione, non sarebbe più amore, sarebbe timore.
Il come vivere, ad esempio, una vicenda dolorosa, lo si decide
nell'intimo: la si può vivere da disperati, da condannati,
oppure da vittime offerenti. Dio ci propone quest'ultimo modo
perché migliore, più dignitoso per l'uomo, più
favorevole alla salute dell'anima e del corpo
ma l'uomo,
comunque, può decidere una cosa o l'altra, può anche
decidere di viverlo da ribelle, da blasfemo, attribuendo a Dio
stesso ciò che di negativo gli accade e che comunque non
può venirgli da Dio perché Dio è Amore per
natura e non potrebbe pensare e mandare il male alla sua creatura.
Dio però ci ama troppo, vede in quale situazione ci siamo
cacciati con il peccato, vede anche la nostra ribellione, ma non
si vendica, al contrario ci indica il modo migliore di tirarci
fuori, dandoci Egli stesso una mano. Ma questa è la tremenda
responsabilità dell'uomo: egli può anche rifiutare
la mano amica e questo è il più grande torto che
possiamo fare a Dio.
La Bibbia riporta il paziente e costante dialogo che Dio va intessendo
con l'uomo, dalle origini della creazione fino ai giorni nostri;
Egli cerca di spiegarci, di farci capire la realtà delle
cose, dal punto di vista di chi sa, ci rivela l'origine e la causa
del male, ci dice come può essere vintoli peccato, ci dice
cosa ha fatto Lui per neutralizzare gli effetti negativi del disordine
e cosa dobbiamo fare noi per accogliere la salvezza
. Ci
fa capire anche come agisce il tentatore perché possiamo
smascherarne le trame insidiose e fuggire le occasioni; ci insegna
a purificare il cuore con la preghiera e i sacramenti, a fortificare
la volontà per essere pronti per la battaglia, perseveranti
nell'impegno, vittoriosi nelle prove.
La Parola di Dio ci rivela anche la nostra origine, il perché
della vita e ci svela gli orizzonti infiniti che Dio offre alla
nostra conquista.
Il Salmista si chiede: Come potrà un giovane tenere pura
la sua via?
Custodendo le tue parole.
Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.
Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie.
Nella tua volontà è la mia gioia;
mai dimenticherò la tua parola.
La Parola di Dio è una strada di luce per l'uomo che cammina
nel mondo. Essa ci permette di non essere come il viandante senza
meta, perché ci indica il traguardo finale, non solo, ma
mette anche una segnaletica lungo il nostro percorso; seguendola
non si può sbagliare.
Certo, noi non possiamo essere viandanti distratti che, portati
dal tempo che cammina inesorabile col ritmo cadenzato dei secondi,
ci addormentiamo e non poniamo attenzione alle indicazioni. Il
nostro cammino è intersecato da molti sentieri e percorsi
anche allettanti, che possono trarci in inganno. Il nostro Dio
ha contrassegnato le sue indicazioni con la croce; è un
segno che non ci piace ma che comunque contrassegna strade d'amore,
di dono di sé; ci sono tratti difficili in cui si incontrano
strettoie che si possono attraversare solo con il perdono il quale,
mediante la generosità e l'altruismo, ci libera da inutili
ingombri, dai bagagli pesanti riempiti dall'egoismo; mentre lo
spirito di comunione ci permette di dare una mano al fratello
che va avanti, per essere sostenuti, e l'altra a quello che viene
dietro per sostenerlo a nostra volta; si forma così una
solida cordata che ci dà stabilità e sostegno.
"Entrate per la porta stretta, perché larga è
la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti
sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è
la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi
sono quelli che la trovano!" (Mt 7:12-14)
Queste sono parole di Gesù e sono molto chiare, non hanno
bisogno di spiegazioni.
La Parola, proprio perché ci è necessaria durante
tutto il percorso della vita, deve essere sempre a portata di
mano nelle nostre case, una sorta di vademecum dello spirito.
Il pio israelita se ne legava un rotolino sulla fronte, contenente
la legge, se ne appendeva un estratto sul cuore, e un rotolino
se lo legava anche sul braccio: come noi portiamo l'orologio,
loro portavano la segnaletica divina. E lo faceva in obbedienza
a quanto scritto nel Deuteronomio:
"Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel
cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto
in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e
quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti
saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti
della tua casa e sulle tue porte". (Dt 6:6-9)
L'osservanza formale però non ha impedito a molti di loro
di non riconoscere l'attuazione delle promesse in Cristo Gesù,
perché oltre alla conoscenza e all'osservanza è
necessaria la purezza del cuore, mentre essi si sono lasciati
corrompere dall'invidia, all'opportunismo, dall'odio che ha reso
ottuso l'intelletto e ha paralizzato la volontà.
Anche noi possiamo essere tratti in inganno dai sentieruoli più
facili, indicatici dal nostro egoismo, dalla nostra mediocrità,
dalla nostra ingratitudine verso Dio che ci chiama a perfezione,
ripetendo la scelta del "giovane ricco":
"Ed ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse:
"Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita
eterna?". Egli rispose: "Perché mi interroghi
su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se
vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". Ed egli
chiese: "Quali?". Gesù rispose: "Non uccidere,
non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso,
onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso".
Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose;
che mi manca ancora?". Gli disse Gesù: "Se vuoi
essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai
poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi".
Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché
aveva molte ricchezze". (Mt 19:16-22)
In realtà quando si sceglie la strada larga vuol dire che
si è ristretto il cuore, si è reso pavido, insicuro,
esitante, opportunista: è una malattia debilitante che
ci porterà presto all'astenia completa, all'anemia spirituale.
Queste scelte egoistiche il tentatore ce le presenta come scelte
di valore: "Non puoi tollerare che tuo marito, tua moglie
ti tratti in quel modo, lascialo, rifatti una vita
",
"Quel parente ti ha offeso, è stato egoista, non rivolgergli
più la parola, non se la merita, tu hai una tua dignità!",
"Non puoi partecipare alle iniziative comunitarie
tu
hai una famiglia!"
.
Si ripropone la parabola evangelica dei due debitori: noi, debitori
di 10.000 talenti, a cui l'amore di Dio (che è passato
per il cuore dei fratelli), ha condonato tutto il debito, ora
non siamo capaci di dare la nostra collaborazione alla Comunità
perché continui a vivere; non siamo capaci di dare un piccolo
perdono al parente difettoso come noi, ma forse solo perché
più furbo, ha fatto quello che noi stessi avremmo voluto
fare; non siamo capaci di aver pazienza e sopportare il carattere
difettoso del coniuge e vogliamo rinunciare addirittura alla famiglia
per il nostro orgoglio ferito. Ecco, non c'è proporzione
tra quello che Dio ha fatto per noi e quello che noi vogliamo
fare per il nostro prossimo.
Inoltre il perdono, la generosità, il servizio, il tempo
dato a Dio vengono sempre ricompensati largamente perché
Dio ripaga con larghezza a tutti quelli che fanno qualsiasi cosa
per amore suo all'ultimo dei fratelli. Se noi perdoniamo, saremo
perdonati e daremo esempio di perdono ai figli, se coltiviamo
le relazioni familiari nonostante i parenti ci facciano soffrire,
viviamo la civiltà dell'amore e i figli vedono e imparano
a non odiare, se ci impegniamo al servizio della Comunità
d'Amore, i figli imparano la generosità, imparano a coltivarsi
spiritualmente. La Comunità non toglie alla famiglia ma
dà alla famiglia; anche quando chiede un po' del nostro
tempo, del nostro impegno, i primi a beneficiarne siamo proprio
noi e la nostra famiglia. E' un inganno pensare che non abbiamo
mai tempo per Dio. Gesù chiamava all'ascolto, distogliendo
le persone dal lavoro, ma sicuramente con la Sua benedizione li
ripagava grandemente.
Che pena vedere coppie chiamate alla missionarietà impoverirsi
nei poveri raggiri dei ragionamenti umani che hanno il difetto
di avere il nostro limite. E' la stessa pena che proviamo quando
riflettiamo sulla risposta del "giovane ricco", è
la stessa pena che provò Gesù mentre lo vedeva allontanarsi
triste.
Ma che cammino di fede stiamo facendo, se invece di crescere nell'amore,
nello zelo per la gloria di Dio, nell'ansia di raggiungere i fratelli
per soccorrerli, ci chiudiamo nel nostro egoismo, illusi dai nostri
ragionamenti cosiddetti saggi? Solleviamoci da questo letargo,
è pericoloso dormire mentre il nemico lavora nell'oscurità
e ci tende tranelli per derubarci della "perla preziosa"
che avevamo trovato e che ci aveva fatto assaporare la vera felicità.
Come è facile vedere, la Parola ci raggiunge in ogni situazione
e ci dà le giuste indicazioni. Svegliamoci dal torpore,
stimoliamo la nostra generosità, passiamo dalla morte spirituale
alla vita, viviamo la nostra Pasqua, non ci accorgiamo che il
Signore sta dividendo davanti a noi il mare della mediocrità?
Vogliamo restare in Egitto ad adorare il Faraone? Possiamo farlo
ma resteremo schiavi per nostra scelta del padrone più
crudele e insensibile che ci sia.
La Parola ci è stata data perché la mettiamo in
pratica, essa non ci inganna, non ci tende tranelli, chi ce la
invia è l'Amore che non può e non vuole il male
ma solo il bene, Egli ha compassione del nostro vagare senza meta
e si offre di accompagnarci come il famoso Viandante che si affiancò
ai due discepoli di Emmaus scoraggiati. Essi, dopo aver seguito
il Maestro, il Medico, l'Amico dei poveri, il Misericordioso che
aveva pietà di tutti, non riuscirono a capire la sua missione
di Redentore, che lo portava al dono totale di sé nel più
crudele dei supplizi. La morte li aveva sconcertati e la fede
nella risurrezione era svanita.
Come assomigliamo a questi due poveri fratelli! Forse anche loro
si andavano dicendo. "E' meglio che andiamo a badare ai nostri
affari, Gesù, la nostra speranza, è morto come ogni
mortale!"
Ma il Signore non si lascia vincere dalla mediocrità, si
muove a compassione dei nostri ragionamenti piccini, che stringono
gli orizzonti della nostra anima nei limiti angusti della nostra
umanità. Egli, dopo averli redarguiti: "Stolti e tardi
di cuore!", si fa riconoscere allo "spezzar del pane"
e rimette le ali alla loro fiducia, rimette ai loro piedi i calzari
del santo zelo ed essi tornano a Gerusalemme, luogo del loro incontro
con Dio, per lasciarsi possedere dallo Spirito e diventare a loro
volta presenza di Cristo nel mondo, lievito che fermenta la massa
inerte, sale che dà sapore e senso alla vita, luce che
illumina il cammino degli incerti.
Lasciamoci raggiungere dal Risorto e vivremo anche noi la nostra
Pasqua.
Questionario di approfondimento personale:
1. Hai capito l'importanza della Parola nella vita del cristiano?
2. In casa tua il Vangelo è a portata di mano? Viene usato
tutti i giorni da tutti i membri della famiglia?
3. Quando dovete fare qualche scelta importante, come coppia,
scrutate la Parola per capire come dovete orientarvi?
4. Ai figli date esempio di saggezza, indicando loro la segnaletica
della vera felicità?
5. Il Vangelo parla di croce.. Ti spaventa ancora questa parola?
6. Hai capito che le vie storte del peccato si raddrizzano solo
con la croce accettata per amore?
7. La Parola ci indica una strada difficoltosa, una porta stretta,
ma è strada sicura, sei intenzionato a percorrerla?
8. Hai già in tuo attivo il superamento di qualche strettoia
che hai potuto superare solo con il perdono?
9. Non ti sei sentito più libero, più agile, più
leggero dopo aver rinunciato all'ingombro dell'egoismo e del risentimento?
10. Ti sei trovato a volte rispecchiato nella parabola del servitore
ingrato che non sapeva condonare un piccolo debito al fratello?
Se ti trovi in questa situazione cosa vuoi fare?
11. Come ti senti all'interno della Comunità? Sei un membro
attivo o ti limiti a ricevere senza dare?
12. Se t'impegni poco perché succede questo? E' pigrizia,
scarso zelo, scoraggiamento
.?
13. In questa Pasqua ti vuoi scuotere? Forse il Viandante divino
è già al tuo fianco e ti ripete le scritture perché
tu le capisca e non ti lasci spaventare dalla croce.
14. Vuoi vivere la tua Pasqua da risorto spiritualmente, da creatura
redenta e rivitalizzata dall'amore di Dio?
15. Allora torna a Gerusalemme, al luogo del tuo incontro con
Dio e testimonia la risurrezione di Cristo e la tua risurrezione.
16. Fa' che nella tua casa tutti possano sentire che c'è
aria di festa, di pace, di amore, di solidarietà, di impegno
cristiano.