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UNO SCUDO INTORNO AL CUORE

APRILE 2003

     

LA SPADA DELLO SPIRITO E' LA PAROLA (Ef 6,10-20)

S Paolo, provvedendo a metterci in assetto di combattimento cristiano, ci indica anche un ordine di priorità:
1. La cintura della verità è la prima cosa da indossare se vogliamo lavorare il nostro io. Se non conosciamo noi stessi o se vogliamo nascondere la nostra vera identità, ci stiamo affaticando invano.
2. Corazzarci di opere giuste è il secondo passo, perché le nostre opere ci precedono e ci mettono in sintonia con l'amore di Dio, creando intorno a noi una protezione d'amore.
3. Terzo passo è calzare i sandali dello zelo, perché chi intraprende un cammino di purificazione deve camminare molto e ha bisogno di calzature agili, ha bisogno della spinta interiore.
4. Il quarto passo è tenere sempre in mano lo scudo della fede, che è l'atteggiamento di chi ha sempre gli occhi rivolti a Dio, per indovinare ciò che è bene fare, per non essere colpiti dal nemico. In una battaglia la strategia dell'intelligens è importante!
5. Il soldato provvede sempre a difendere la testa e S. Paolo ci consiglia l'elmo della salvezza, che è dono dall'alto, è "scudo spaziale" di protezione.
6. Quindi ci raccomanda la spada dello Spirito, che è arma infallibile.
7. Quest'arma, ci dice, rende chiara e comprensibile la Parola del Comandante divino, che conosce il piano e sa dove si nasconde il nemico.
8. Quindi ci indica la preghiera e la vigilanza, come mezzo di contatto continuo con il nostro Generale
9. Infine ci dice di considerarci ambasciatori di Dio, nell'assolvere la nostra missione sulla terra.

Lo Spirito, abbiamo detto nell'incontro precedente, è Colui che ci facilita la comprensione della Parola; la Parola, a sua volta, ci rende nota la volontà di Dio e quindi ci indica ciò che occorre sapere per agire secondo Dio e accogliere la salvezza.
La volontà di Dio è specifica per ognuno di noi e ci viene significata man mano che si snoda il filo della vita: le circostanze, gli avvenimenti, gli incontri che si verificano, le occasioni che ci sono offerte, ci indicano nel dettaglio cosa dobbiamo fare, cosa siamo chiamati a vivere. Noi poi dobbiamo capire come dobbiamo vivere le circostanze, come dobbiamo santificarle per renderle veicolo di grazia per noi, e gradite a Dio, perché trasformate in amore.
Dio però non forza mai l'uomo a santificarsi, perché l'amore può essere solo dono, non può essere estorto con l'imposizione, non sarebbe più amore, sarebbe timore.
Il come vivere, ad esempio, una vicenda dolorosa, lo si decide nell'intimo: la si può vivere da disperati, da condannati, oppure da vittime offerenti. Dio ci propone quest'ultimo modo perché migliore, più dignitoso per l'uomo, più favorevole alla salute dell'anima e del corpo… ma l'uomo, comunque, può decidere una cosa o l'altra, può anche decidere di viverlo da ribelle, da blasfemo, attribuendo a Dio stesso ciò che di negativo gli accade e che comunque non può venirgli da Dio perché Dio è Amore per natura e non potrebbe pensare e mandare il male alla sua creatura.
Dio però ci ama troppo, vede in quale situazione ci siamo cacciati con il peccato, vede anche la nostra ribellione, ma non si vendica, al contrario ci indica il modo migliore di tirarci fuori, dandoci Egli stesso una mano. Ma questa è la tremenda responsabilità dell'uomo: egli può anche rifiutare la mano amica e questo è il più grande torto che possiamo fare a Dio.
La Bibbia riporta il paziente e costante dialogo che Dio va intessendo con l'uomo, dalle origini della creazione fino ai giorni nostri; Egli cerca di spiegarci, di farci capire la realtà delle cose, dal punto di vista di chi sa, ci rivela l'origine e la causa del male, ci dice come può essere vintoli peccato, ci dice cosa ha fatto Lui per neutralizzare gli effetti negativi del disordine e cosa dobbiamo fare noi per accogliere la salvezza…. Ci fa capire anche come agisce il tentatore perché possiamo smascherarne le trame insidiose e fuggire le occasioni; ci insegna a purificare il cuore con la preghiera e i sacramenti, a fortificare la volontà per essere pronti per la battaglia, perseveranti nell'impegno, vittoriosi nelle prove.
La Parola di Dio ci rivela anche la nostra origine, il perché della vita e ci svela gli orizzonti infiniti che Dio offre alla nostra conquista.
Il Salmista si chiede: Come potrà un giovane tenere pura la sua via?
Custodendo le tue parole.
Con tutto il cuore ti cerco:
non farmi deviare dai tuoi precetti.
Conservo nel cuore le tue parole
per non offenderti con il peccato.
Benedetto sei tu, Signore;
mostrami il tuo volere.
Con le mie labbra ho enumerato
tutti i giudizi della tua bocca.
Nel seguire i tuoi ordini è la mia gioia
più che in ogni altro bene.
Voglio meditare i tuoi comandamenti,
considerare le tue vie.
Nella tua volontà è la mia gioia;
mai dimenticherò la tua parola.
La Parola di Dio è una strada di luce per l'uomo che cammina nel mondo. Essa ci permette di non essere come il viandante senza meta, perché ci indica il traguardo finale, non solo, ma mette anche una segnaletica lungo il nostro percorso; seguendola non si può sbagliare.
Certo, noi non possiamo essere viandanti distratti che, portati dal tempo che cammina inesorabile col ritmo cadenzato dei secondi, ci addormentiamo e non poniamo attenzione alle indicazioni. Il nostro cammino è intersecato da molti sentieri e percorsi anche allettanti, che possono trarci in inganno. Il nostro Dio ha contrassegnato le sue indicazioni con la croce; è un segno che non ci piace ma che comunque contrassegna strade d'amore, di dono di sé; ci sono tratti difficili in cui si incontrano strettoie che si possono attraversare solo con il perdono il quale, mediante la generosità e l'altruismo, ci libera da inutili ingombri, dai bagagli pesanti riempiti dall'egoismo; mentre lo spirito di comunione ci permette di dare una mano al fratello che va avanti, per essere sostenuti, e l'altra a quello che viene dietro per sostenerlo a nostra volta; si forma così una solida cordata che ci dà stabilità e sostegno.
"Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano!" (Mt 7:12-14)
Queste sono parole di Gesù e sono molto chiare, non hanno bisogno di spiegazioni.
La Parola, proprio perché ci è necessaria durante tutto il percorso della vita, deve essere sempre a portata di mano nelle nostre case, una sorta di vademecum dello spirito. Il pio israelita se ne legava un rotolino sulla fronte, contenente la legge, se ne appendeva un estratto sul cuore, e un rotolino se lo legava anche sul braccio: come noi portiamo l'orologio, loro portavano la segnaletica divina. E lo faceva in obbedienza a quanto scritto nel Deuteronomio:
"Questi precetti che oggi ti dò, ti stiano fissi nel cuore; li ripeterai ai tuoi figli, ne parlerai quando sarai seduto in casa tua, quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai. Te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi e li scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte". (Dt 6:6-9)
L'osservanza formale però non ha impedito a molti di loro di non riconoscere l'attuazione delle promesse in Cristo Gesù, perché oltre alla conoscenza e all'osservanza è necessaria la purezza del cuore, mentre essi si sono lasciati corrompere dall'invidia, all'opportunismo, dall'odio che ha reso ottuso l'intelletto e ha paralizzato la volontà.
Anche noi possiamo essere tratti in inganno dai sentieruoli più facili, indicatici dal nostro egoismo, dalla nostra mediocrità, dalla nostra ingratitudine verso Dio che ci chiama a perfezione, ripetendo la scelta del "giovane ricco":
"Ed ecco un tale si avvicinò a Gesù e gli disse: "Maestro, che cosa devo fare di buono per ottenere la vita eterna?". Egli rispose: "Perché mi interroghi su ciò che è buono? Uno solo è buono. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti". Ed egli chiese: "Quali?". Gesù rispose: "Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, onora il padre e la madre, ama il prossimo tuo come te stesso".
Il giovane gli disse: "Ho sempre osservato tutte queste cose; che mi manca ancora?". Gli disse Gesù: "Se vuoi essere perfetto, và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi". Udito questo, il giovane se ne andò triste; poiché aveva molte ricchezze". (Mt 19:16-22)
In realtà quando si sceglie la strada larga vuol dire che si è ristretto il cuore, si è reso pavido, insicuro, esitante, opportunista: è una malattia debilitante che ci porterà presto all'astenia completa, all'anemia spirituale. Queste scelte egoistiche il tentatore ce le presenta come scelte di valore: "Non puoi tollerare che tuo marito, tua moglie ti tratti in quel modo, lascialo, rifatti una vita…", "Quel parente ti ha offeso, è stato egoista, non rivolgergli più la parola, non se la merita, tu hai una tua dignità!", "Non puoi partecipare alle iniziative comunitarie… tu hai una famiglia!"….
Si ripropone la parabola evangelica dei due debitori: noi, debitori di 10.000 talenti, a cui l'amore di Dio (che è passato per il cuore dei fratelli), ha condonato tutto il debito, ora non siamo capaci di dare la nostra collaborazione alla Comunità perché continui a vivere; non siamo capaci di dare un piccolo perdono al parente difettoso come noi, ma forse solo perché più furbo, ha fatto quello che noi stessi avremmo voluto fare; non siamo capaci di aver pazienza e sopportare il carattere difettoso del coniuge e vogliamo rinunciare addirittura alla famiglia per il nostro orgoglio ferito. Ecco, non c'è proporzione tra quello che Dio ha fatto per noi e quello che noi vogliamo fare per il nostro prossimo.
Inoltre il perdono, la generosità, il servizio, il tempo dato a Dio vengono sempre ricompensati largamente perché Dio ripaga con larghezza a tutti quelli che fanno qualsiasi cosa per amore suo all'ultimo dei fratelli. Se noi perdoniamo, saremo perdonati e daremo esempio di perdono ai figli, se coltiviamo le relazioni familiari nonostante i parenti ci facciano soffrire, viviamo la civiltà dell'amore e i figli vedono e imparano a non odiare, se ci impegniamo al servizio della Comunità d'Amore, i figli imparano la generosità, imparano a coltivarsi spiritualmente. La Comunità non toglie alla famiglia ma dà alla famiglia; anche quando chiede un po' del nostro tempo, del nostro impegno, i primi a beneficiarne siamo proprio noi e la nostra famiglia. E' un inganno pensare che non abbiamo mai tempo per Dio. Gesù chiamava all'ascolto, distogliendo le persone dal lavoro, ma sicuramente con la Sua benedizione li ripagava grandemente.
Che pena vedere coppie chiamate alla missionarietà impoverirsi nei poveri raggiri dei ragionamenti umani che hanno il difetto di avere il nostro limite. E' la stessa pena che proviamo quando riflettiamo sulla risposta del "giovane ricco", è la stessa pena che provò Gesù mentre lo vedeva allontanarsi triste.
Ma che cammino di fede stiamo facendo, se invece di crescere nell'amore, nello zelo per la gloria di Dio, nell'ansia di raggiungere i fratelli per soccorrerli, ci chiudiamo nel nostro egoismo, illusi dai nostri ragionamenti cosiddetti saggi? Solleviamoci da questo letargo, è pericoloso dormire mentre il nemico lavora nell'oscurità e ci tende tranelli per derubarci della "perla preziosa" che avevamo trovato e che ci aveva fatto assaporare la vera felicità.
Come è facile vedere, la Parola ci raggiunge in ogni situazione e ci dà le giuste indicazioni. Svegliamoci dal torpore, stimoliamo la nostra generosità, passiamo dalla morte spirituale alla vita, viviamo la nostra Pasqua, non ci accorgiamo che il Signore sta dividendo davanti a noi il mare della mediocrità? Vogliamo restare in Egitto ad adorare il Faraone? Possiamo farlo ma resteremo schiavi per nostra scelta del padrone più crudele e insensibile che ci sia.
La Parola ci è stata data perché la mettiamo in pratica, essa non ci inganna, non ci tende tranelli, chi ce la invia è l'Amore che non può e non vuole il male ma solo il bene, Egli ha compassione del nostro vagare senza meta e si offre di accompagnarci come il famoso Viandante che si affiancò ai due discepoli di Emmaus scoraggiati. Essi, dopo aver seguito il Maestro, il Medico, l'Amico dei poveri, il Misericordioso che aveva pietà di tutti, non riuscirono a capire la sua missione di Redentore, che lo portava al dono totale di sé nel più crudele dei supplizi. La morte li aveva sconcertati e la fede nella risurrezione era svanita.
Come assomigliamo a questi due poveri fratelli! Forse anche loro si andavano dicendo. "E' meglio che andiamo a badare ai nostri affari, Gesù, la nostra speranza, è morto come ogni mortale!"
Ma il Signore non si lascia vincere dalla mediocrità, si muove a compassione dei nostri ragionamenti piccini, che stringono gli orizzonti della nostra anima nei limiti angusti della nostra umanità. Egli, dopo averli redarguiti: "Stolti e tardi di cuore!", si fa riconoscere allo "spezzar del pane" e rimette le ali alla loro fiducia, rimette ai loro piedi i calzari del santo zelo ed essi tornano a Gerusalemme, luogo del loro incontro con Dio, per lasciarsi possedere dallo Spirito e diventare a loro volta presenza di Cristo nel mondo, lievito che fermenta la massa inerte, sale che dà sapore e senso alla vita, luce che illumina il cammino degli incerti.
Lasciamoci raggiungere dal Risorto e vivremo anche noi la nostra Pasqua.


Questionario di approfondimento personale:

1. Hai capito l'importanza della Parola nella vita del cristiano?
2. In casa tua il Vangelo è a portata di mano? Viene usato tutti i giorni da tutti i membri della famiglia?
3. Quando dovete fare qualche scelta importante, come coppia, scrutate la Parola per capire come dovete orientarvi?
4. Ai figli date esempio di saggezza, indicando loro la segnaletica della vera felicità?
5. Il Vangelo parla di croce.. Ti spaventa ancora questa parola?
6. Hai capito che le vie storte del peccato si raddrizzano solo con la croce accettata per amore?
7. La Parola ci indica una strada difficoltosa, una porta stretta, ma è strada sicura, sei intenzionato a percorrerla?
8. Hai già in tuo attivo il superamento di qualche strettoia che hai potuto superare solo con il perdono?
9. Non ti sei sentito più libero, più agile, più leggero dopo aver rinunciato all'ingombro dell'egoismo e del risentimento?
10. Ti sei trovato a volte rispecchiato nella parabola del servitore ingrato che non sapeva condonare un piccolo debito al fratello? Se ti trovi in questa situazione cosa vuoi fare?
11. Come ti senti all'interno della Comunità? Sei un membro attivo o ti limiti a ricevere senza dare?
12. Se t'impegni poco perché succede questo? E' pigrizia, scarso zelo, scoraggiamento….?
13. In questa Pasqua ti vuoi scuotere? Forse il Viandante divino è già al tuo fianco e ti ripete le scritture perché tu le capisca e non ti lasci spaventare dalla croce.
14. Vuoi vivere la tua Pasqua da risorto spiritualmente, da creatura redenta e rivitalizzata dall'amore di Dio?
15. Allora torna a Gerusalemme, al luogo del tuo incontro con Dio e testimonia la risurrezione di Cristo e la tua risurrezione.
16. Fa' che nella tua casa tutti possano sentire che c'è aria di festa, di pace, di amore, di solidarietà, di impegno cristiano.

 

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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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