CERCARE DIO E FUGGIRE IL PECCATO Carmela Rimola
Il Libro della Sapienza ci parla della sorte del giusto e della sorte dell’empio.
L’empio e il giusto, quale realtà vivono?
Gli empi ritengono che la loro vita sia giusta, perché non riconoscono Dio; l’empio è un uomo portato a prendere tutto per vivere bene in questa vita, appropriarsi dei beni con mezzi leciti o illeciti. (Sap 3,1-19; 4,1-20)
Il giusto, invece, è nelle mani di Dio, ma viene ridicolizzato dagli empi, considerato “un fesso”, che non riesce ad appropriarsi, e nella vita normale resta in dietro (Sap 4,1-20).
L’empio considera il giusto un inetto, un “fesso”, ma il giusto ha una vita immortale, crede in Dio, riconosce che al di là del presente, c’è una vita eterna, i suoi figli avranno un futuro migliore, non conosce cattiveria, non prevaricherà mai sugli altri, vive bene e conduce la sua vita in Dio. (Giobbe) (Sap 5,1-23)
Anche gli empi, quando rifletteranno, dovranno riconoscere che il giusto avrà molto di più da Dio e si renderanno conto che la loro vita è stata vuota e perciò senza futuro, la loro speranza è stata vana; confronteranno la loro vita con quella dei giusti e vedranno che è stata inutile e vana, non ha lasciato traccia nella storia della salvezza, mentre quella del giusto, ha lasciato una traccia nella via che porta all’eternità. (Sap 6,1-25; 7,1-50)
Salomone, esempio biblico di uomo timorato di Dio, chiede la sapienza, perchè ha la consapevolezza che la Sapienza è la miccia che innesca tutte le altre caratteristiche buone, tutte le virtù utili che l’uomo possa desiderare. La Sapienza genera le virtù, perché è la madre che le partorisce. La Sapienza è spirito di intelligenza, santo, unico, molteplice, sottile, mobile, penetrante, senza macchia, terso, inoffensivo, amante del bene, acuto, libero, benefico, amico dell’uomo, stabile, sicuro, senza affanno. (Sap 9,1-18)
Salomone prega Dio, perché gli venga concessa la Sapienza. A Dio piace la sua richiesta di voler governare saggiamente il suo popolo: non è una richiesta personale quella che fa Salomone, ma chiede il dono di servire bene il suo popolo, perciò Dio si compiace e la concede. (Sap. 10,1-21; 11,1-26; 12,1-27; 13,1-19)
Il libro della Sapienza ci fa capire, inoltre, come Dio opera nella storia attraverso gli uomini. In queste pagine si snoda tutta la storia della salvezza, preparata da Dio, dai tempi di Adamo fino agli Egiziani che subiscono le conseguenze della loro assenza di sapienza. E va detto che Dio non punisce, ma nel momento in cui noi ci allontaniamo da Lui, ci facciamo del male.
Ecco le dieci piaghe d’Egitto: La saggezza amorosa di Dio, dà il tempo agli Egiziani di ravvedersi e correggersi. Egli manda più volte Mosè dal Faraone e le piaghe sono mandate una per volta, nella speranza di poterli recuperare al suo amore. Ma essi non ascoltarono gli inviti, che Dio rivolse loro tramite Mosé ed Aronne, per cui si autopunirono.
Poi emerge la figura di Mosè, che guida il popolo ebraico nel deserto, dove viene purificato per essere condotto alla sapienza; e si evidenzia un concetto di fondo, che quando parliamo di salvezza dell’uomo da parte di Dio, non ci dobbiamo riferire al singolo uomo, ma, per capire meglio il rapporto uomo – Dio, dobbiamo considerare tutta l’umanità un solo uomo che aderisce al disegno di Dio e acquista grande merito per se stesso e per la salvezza dei fratelli. (La morte dei martiri è vita per gli altri che vanno in Paradiso). Tutto ciò è importante, se consideriamo un concetto fondamentale: la mia vita non è importante solo per me, ma per la salvezza dell’umanità: “Sto accumulando punti da spendere nella vita con Dio”.
Conoscere Dio significa vivere secondo la sua legge e giungere alla santità. La mia vita umana è misera cosa: sofferenze che ti infliggono, dolori, malattie… Ma se tutto ciò che vivo, lo vivo in un disegno più grande, lo inserisco nella vita del Paradiso e posso dire con S. Paolo “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me”.
Il libro della Sapienza parla anche dell’idolatria e ci fa capire che bisogna affidarsi a Dio e non alle cose generate dall’uomo, cose futili, che non hanno nulla a che vedere con Dio.
Israele non è idolatra, perché conosce e ama il Dio vivo e non adora le cose che noi stessi ci creiamo come idoli, cose che ci fanno del male. Tutto ciò che noi innalziamo come idolo, è per noi fonte di perdizione. L’empio fa le cose che finiscono per ritorcersi su di lui, mentre chi cammina nel timore di Dio, entra nel disegno di salvezza.
Preghiera
Padre Santo, ti ringraziamo e ti benediciamo per averci dato la “barca”
per attraversare il mare della vita.
Siamo piccoli ma tanto cari al tuo cuore, da essere tenuti sul palmo della tua mano.
La Sapienza è fonte di ricchezza, di gaudio eterno.
In Gesù Cristo, nostro Signore, abbiamo ritrovato la “Porta”
per osare di chiedere il perdono e la grazia della tua misericordia.
E’ poca cosa la nostra esistenza, ma se è intimamente penetrata da Cristo,
può smuovere le rocce e placare i flutti del nostro cuore.
Tu, Signore, ci dai un cuore di carne,
perché hai sollevato il macigno del nostro rancore e risentimento.
Vogliamo vivere e far vivere dissetandoci alla sorgente della tua Parola,
affinché un giorno, nel gaudio eterno, possiamo gustare la tua infinita tenerezza.
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LA SAPIENZA OPERA NELLA STORIA - RIFLESSIONI Giovanna
La bontà del Signore non ha limiti: ti segue passo passo nella vita, nel bene e nel male; ti manda avvertimenti che il più delle volte non capisci e li ignori, ma quando poi ti trovi davanti all’irriparabile umano, ti ricordi e comprendi.
Quante volte ho detto nelle mia vita: “Se avessi ascoltato “la vocina”, questo non l’avrei fatto”! A quel punto ho cercato solo di rimediare con l’aiuto del Signore, perché non le mie sole forze non ce l’avrei fatta.
Tempo addietro io non riuscivo a fidarmi del Signore, ma camminando con Lui, ho sperimentato la certezza del suo aiuto. Nella vita ho dei problemi che per me non hanno soluzione, oggi li affido al Signore, li metto nelle sue sante Piaghe e si risolvono.
Ringrazio sempre Dio per l’aiuto e la forza che mi dà. Accetto la sua volontà e mi affido a Lui, lo prego e prego la Madonnina, anzi la supplico di trasmettere al Buon Gesù, come sa fare Lei, le mie preghiere.
Voglio dare al Signore il resto della mia vita, essere esempio d’amore per i fratelli, poiché anche se io vivo nelle difficoltà, constatino che con il Signore al nostro fianco, si può superare tutto ed essere felici.
Preghiera per il mio nemico
Padre Santo, Tu sai che non porto rancore,
ma ho il difetto di essere irriflessiva, di dire quanto penso in quel momento
e forse chi riceve il mio giudizio, si sente offeso.
Tu conosci il mio cuore e sai.
Perciò ti chiedo di aiutarlo, benedirlo e confortarlo
in tutti i momenti difficili della sua vita. Amen.