LA STORIA DELLA VIA CRUCIS
Da “La Via Crucis di Gerusalemme” ed. Centro Studi Leonardiani
TESTIMONIANZE DEI FEDELI (continua dal numero precedente)
Ma e anche vero che non c'era ancora l'idea di accompagnare con lo spinto Gesù nel suo doloroso viaggio.
Fino all'XI secolo si trovano indizi di una Via Sacra, cioè del tragitto lungo il quale i Francescani guidavano i pellegrini nella visita ai Luoghi Santi di Gerusalemme; ma non si parla ancora di Via della Croce, cioè della strada che percorse Cristo carico della croce, fino al Calvario
(…) Alla fine del XII secolo i Francescani iniziarono a far fare ai pellegrini delle soste indulgenziate in determinati punti della visita ai Luoghi Santi. (…)
A poco a poco prendeva forma la Via dolorosa, lungo la quale i pellegrini veneravano episodi della Passione; solo alcuni di questi più tardi confluirono nelle stazioni della Via Crucis.
Le prime informazioni dettagliate relative alla Vìa Dolorosa sono attribuite al domenicano fiorentino Ricordo da Monte Crucis.
Nel suo Liber peregrinationis, composto intorno all'anno 1294, egli dice di aver visto dapprima:
1. la chiesa di sant'Anna,
2. la piscina probatica,
3. la casa di Erode,
4. la casa di Pilato con il "lithostrotos', dove Gesù fu condannato a morte.
In seguito, rifacendo il cammino per il quale Cristo ha portato la sua croce, visitò:
5. il luogo in cui Gesù parlò alle donne di Gerusalemme,
6. il luogo in cui Maria svenne per il dolore,
7. il luogo in cui Gesù fu aiutato dal Cireneo,
8. l'antico convento dei Francescani.
Poi, nella chiesa del Santo Sepolcro, venerò:
9. il luogo della crocifissione,
10. il luogo dell'elevazione della croce,
11. il luogo in cui si trovavano la Madonna e san Giovanna,
12. la pietra dell'imbalsamazione,
13. il Sepolcro.
In questa relazione inizia a delinearsi in nuce il cammino verso il Calvario.
Ma si tratta di uno dei pochi casi che vanno contro corrente; maggior parte dei pellegrinaggi successivi continuerà a seguire, forse per prudenza, per non far degenerare ulteriormente la convivenza con i Turchi, l’itinerario a ritroso.
Inoltre sono già presenti l'incontro con le donne di Gerusalemme, con Simone ti Cireneo e, nell'episodio dello svenimento della Madonna, l'incontro di Gesù con la Madre, localizzazioni sconosciute nei secoli precedenti, che però non rivestono ancora un interesse particolare. (...)
Nella relazione dell’inglese Willam Wey, che visitò Gerusalemme nel 1458 e nel 1462, compare per la prima volta la parola “stazione” a proposito di 12 Luoghi Santi.
L’espressione stazione appare nella letteratura cristiana molto presto: nel II sec. Aveva il significato di digiuno, perché in certi giorni si facevano delle stazioni (veglie) presso le tombe dei martiri durante la notte e le prime ore del mattino; queste veglie erano forse caratterizzate dal digiuno o per lo meno da un semidigiuno. Ma questa spiegazione è incerta. Al tempo di Cipriano, il termine significava una riunione liturgica (messa, processione) di fedeli che aveva luogo in questi giorni di digiuno.
Poi il vocabolo passò ad indicare il posto in cui la processione si fermava, o ancora il luogo (chiesa, ad esempio) che meritava una venerazione particolare. Stazioni di Roma è il titolo di un libro che descrive tutte le chiese più importanti di Roma e i Luoghi santi di questa città, dove si potevano lucrare le indulgenze. E’ con questo significato che il termine stazione è stato applicato alle tappe della Via Dolorosa. (…)
Per la prima volta sono state prese in considerazione 14 stazioni, ma in situazioni del genere sono ancora presenti episodi che non hanno alcun rapporto con la Passione, come la casa del ricco malvagio, di Simone il parigino, la scuola della Madonna, la casa di Anna, di Caifa, la piscina probativa; pochi sono gli episodi della Via Crucis definitiva presi in considerazione da tutti gli autori, mentre alcuni altri sono ricordati sporadicamente: condanna a morte da parte di Pilato, l’episodio di Gesù caricato della croce, le cadute, Gesù spogliato delle vesti, crocifisso, morto, deposto dalla croce. (…)
Nel 1517 fece il pellegrinaggio il sacerdote inglese Richard Torkington e lo fece esattamente al contrario rispetto a come era stato effettuato fino ad allora, salvo poche eccezioni.
Da questo momento diventa un’abitudine costante e generalizzata percorrere la Via Dolorosa nel senso giusto: ciò significa che i Francescani per qualche motivo avevano modificato il tragitto e lo facevano ora verso il Calvario. (…)
Per tutto il XVII secolo le Via Crucis continuavano a differenziarsi per il punto della partenza, che avveniva talora al cenacolo, tal altra al Getzemani, talaltra ancora al pretorio; per il numero delle stazioni, che potevano essere sette, otto, dodici, quindici, diciotto, diciannove, venti; e per gli episodi commemorati nelle stazioni.(…)
All'epoca era indice di speciale venerazione per la Via Crucis misurare la distanza tra le varie stazioni, in modo che i fedeli che compivano il pellegrinaggio in un luogo diverso da Gerusalemme avessero la possibilità di percorrere esattamente lo stesso cammino compiuto da Gesù. (…)
GLI EDIFICI RELIGIOSI DEDICATI ALLA PASSIONE
Nei secoli XV, XVI e XVII alcuni pellegrini di ritorno dalla Terra Santa, nella maggior parte dei casi frati Francescani, costruirono, in vetta a colline e montagne, chiese dedicate alla crocifissione, detti Calvari dal nome del Golgota di Gerusalemme; lungo le strade che si inerpicavano sulle pendici di solito istituirono delle Vie Dolorose.
Altri edificarono santuari contenenti diverse cappelle, o complessi formati da più costruzioni, che presero il nome di Sacri Monti: qui erano rappresentati gli episodi e i luoghi della Passione; il percorso che doveva compiere il visitatore voleva ricostruire il cammino compiuto da Gesù verso il Calvario, e cercava di riprodurre il più fedelmente possibile le distanze, le dimensioni e la localizzazione che gli edifici sacri avevano nella Città Santa, in modo che i fedeli avessero la possibilità di vedere gli stessi luoghi in cui avvenne la passione di Gesù e compiere dei pellegrinaggi spirituali, sostitutivi di quelli fisici che i più fortunati potevano svolgere a Gerusalemme.
I Calvari e i Sacri Monti, che esaltavano il sacrificio salvifico compiuto da Cristo, collaborarono anche con la Controriforma cattolica nell'intento di puntualizzare i presupposti della Fede, onde evitare ulteriori deviazioni dalla retta interpretazione del cattolicesimo.
(Continua al numero successivo)