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GIUGNO 2008

 

 

LA STORIA DELLA VIA CRUCIS

 

Da “La Via Crucis di Gerusalemme” ed. Centro Studi Leonardiani

 

I SACRI MONTI E I CALVARI IN ITALIA (continua dal numero precedente)

            È molto antica la costruzione del Sacro Monte inglobato nel complesso monastico bolognese di Santo Stefano, comprendente sette chiese.

            Una leggenda, che sembra corrispondere a verità, ne attribuisce la costruzione a san Petronio, che fu vescovo di Bologna nel V secolo: durante un pellegrinaggio a Gerusalemme, con una canna avrebbe preso tutte le misure delle distanze tra i Luoghi Santi, che avrebbe poi riprodotto fedelmente tra i suoi santuari.

            A Fabriano in provincia di Ancona i monaci agostiniani Giovanni e Pietro, di ritorno da un viaggio a Gerusalemme iniziato nel 1393, fecero erigere la chiesa del Santo Sepolcro; dei cinque altari di cui il tempio è dotato, uno, chiamato Monte Calvario, è dedicato a Cristo crocifisso e contiene un Sepolcro delle stesse dimensioni di quello di Gerusalemme; un altro, chiamato Valle di

Giosafat, commemora lo svenimento della Madonna all'incontro con il Figlio; e un terzo ricorda il dolore della Vergine quando ricevette tra le braccia il Figlio morto.

            Nel 1491 il francescano minore Bernardino Caimi progettò di disporre sul Monte di Varano Sesia, in provincia di Vercelli, una serie di cappelle collocate lungo un apposito itinerario. Originariamente limitate alle scene della Passione, le cappelle aumentarono progressivamente, finché giunsero ad essere ben quarantacinque, contemplando una lunga parte della storia dell'uma-

nità, da Adamo fino al Sepolcro.

            Nel complesso francescano La Nuova Gerusalemme di San Vivaldo in Valdelsa in provincia di Firenze, eretto intorno al 1516, alcune delle trenta e più cappelle sono dedicate alla Via Dolorosa: il pretorio di Pilato, la casa di Erode, la salita al Calvario, la cappella dello Svenimento della Madonna, quella che commemora l'incontro con le donne di Gerusalemme, la casa del fariseo, la casa della Veronica, la crocifissione, lo Stabat Mater, la prigione di Cristo, il Santo Sepolcro.

            Nel 1519 i fratelli Herbst fecero erigere a Dobbiaco in provincia di Bolzano cinque edicole con altorilievi policromi in pietra calcarea, che riproducono altrettanti episodi della Passione.

            Nel 1557 a Laino Borgo, in provincia di Cosenza, Domenico Longo, di ritorno da un pellegrinaggio in Terra Santa, fece edificare la prima cappella del Sacro Monte ancor oggi esistente, noto come Santuario delle Cappelle, in cui sono rievocati i principali luoghi sacri di Gerusalemme.

            Nel 1589 inizio la costruzione delle cappelle che costituirono il Sacro Monte di Crea in provincia di Alessandria, oggi comprendente ventitrè costruzioni. Pur essendo un santuario mariano, poiché vi sono rappresentati i misteri del rosario, in quelli dolorosi è proposta anche la passione di Cristo: così la XIII edicola commemora l'orazione di Gesù nell'orto; la XIV la flagellazione, la XV l'incoronazione di spine; la XVI la salita al Calvario; la XVIII la crocifissione; e la XIX la resurrezione.

            In tutti i Sacri Monti dedicati ai misteri del Rosario le cappelle che contemplano i misteri dolorosi sono consacrate ad episodi della Passione.

            Questo discorso vale quindi anche per il Sacro Monte del Rosario di Varese, la cui costruzione risale al 1604, e per quello di Ossucccio in provincia di Como, costruito tra il 1663 e il 1666.

            Nel 1657 i frati Cappuccini Gioacchino da Cassano e Andrea da Rho fecero erigere le cappelle dedicate alla Passione, che compongono il Sacro Monte di Domodossola in provincia di Novara.

            Tra il 1683 e il 1685 sul Colle Virgolo, dominante la città di Bolzano, fu costruita la chiesa del Sepolcro, intitolata anche a san Vigilio, contenente, dietro l'altar maggiore, una riproduzione del Sepolcro di forma e grandezza identiche a quello di Gerusalemme.

            Lungo la salita che raccorda la città alla chiesa fu eretta una Via Crucis in sette cappelle, alcune immagini della quale, quelle risparmiate dai bombardamenti, sono oggi conservate all'interno della costruzione.

            Intorno al 1685 le quattro nicchie delle pareti furono dotate di statue lignee che rappresentano: la derisione a cui m esposto Gesù davanti ad Erode, l'Ecce Homo, Pilato nell'atto di lavarsi le mani, Cristo e Barabba.

            Nel 1689 su una piccola altura dominante la chiesa furono poste le tre croci del Calvario.

            Negli anni 1694-95 furono esposti alle pareti del coro tre dipinti: L'Unzione del Corpo di Gesù da parte della Maddalena, La Deposizione nel sepolcro e La Discesa di Cristo all'inferno, che

oggi si trovano nel Museo di Bolzano.

            Nel 1825, anno di costruzione dell'altar maggiore, fu eseguita anche la pala, che raffigura la Deposizione. (…)

            I Luoghi Sacri non consistevano necessariamente sempre in vere e proprie chiese: a volte erano semplici segni tipo colonne, sculture, o anche solamente immagini o croci disseminate lungo una strada o su un colle.

            In linea di massima i luoghi sacri di questo tipo si possono classificare in quattro gruppi diversi a seconda degli episodi che prendono in considerazione: quelli che iniziano dall'ultimo addio di Gesù alla Madre e terminano con la Sepoltura; quelli che vanno dall'Ultima Cena al Sepolcro; quelli che spaziano dall'orto degli ulivi al Sepolcro; quelli che si limitano a venerare gli avvenimenti tra la casa di Pilato e il sepolcro.

            Nei libri di devozione, spesso le visite e le meditazioni ai luoghi sacri sono distribuite nell'arco dell'intera settimana.

            1a Via Crucis in quattordici stazioni entrò comunque in tutti i conventi francescani, che per molto tempo, fino all'intervento di P. Leonardo da Porto Maurizio, ne dettavano l’esclusiva. (…)

            Come abbiamo già visto, i Francescani facevano visitare ai fedeli i Luoghi Santi in due momenti distinti, prima quelli inclusi nella basilica del Santo Sepolcro e, successivamente, quelli lungo la via del Calvario.

            Effettuavano la visita alla basilica del Santo Sepolcro durante la notte, per evitare contrasti con i Turchi.

            La basilica del Santo Sepolcro conteneva diversi santuari; i pellegrini li citano in numero variabile, generalmente tra dieci e quattordici: Felice Fabri ne elenca ben diciassette.

            Tra tutti, quelli che corrispondono a stazioni della Via Crucis sono:

  • Gesù spoglialo delle vesti,
  • La crocifissione,
  • La morte,
  • La deposizione, volendola considerare rappresentata dalla pietra dell’unzione,
  • La sepoltura.

            Tra quelli che restarono estranei alla Via Crucis, venivano venerati la colonna della flagellazione; la prigione di Cristo; la cappella della divisione delle vesti; la cappella di sant’Elena; quella dell'invenzione della croce; la colonna degli improperi, l'altare che commemora il punto in cui Gesù spirò, con il buco in cui fu confitta la croce; la cappella in cui Cristo risorto apparve a Maria Maddalena; e quella in cui apparve alla Madre.

            All'alba i pellegrini riprendevano il cammino per percorrere la Via Dolorosa, la quale comprendeva numerose tappe oltre quelle che sono confluite nella Via Crucis in quattordici stazioni. E veniva percorsa a ritroso, cioè dal Calvario al palazzo di Pilato, a parte i casi sporadici di Ricoldo da Monte Crucis, del Manoscritto di Saint Trond e di Sterckx, che la riferiscono nel senso giusto.

            Per evitare noie da parte dei Turchi, queste visite erano compiute in silenzio e senza fermarsi o, al massimo, effettuando solo delle brevi tappe devozionali nei punti in cui si commemoravano i vari episodi.

            Si soffermavano presso un sasso fuori del cortile della basilica, dove si diceva che Cristo fosse caduto sotto la croce; presso la Porta Giudiziaria lucravano le indulgenze. Sostavano poi presso la casa della Veronica, quella del ricco epulone, nel luogo dove Gesù fu aiutato dal Cireneo, nel luogo dell’incontro con le donne di Gerusalemme, presso la cappella dello spasmo della Madonna, nei luoghi della condanna, della flagellazione e dell’incoronazione di spine, presso il palazzo di Erode, la casa di Simone il Fariseo, l’arco dell’Ecce Homo, la piscina probativa, la scuola della Vergine.

            Abbiamo poi notizie dei riti che si effettuavano verso il 1552, tra Giovedì e Venerdì Santo; sul fare della notte i frati, partendo dal Monte Sion, dove la tradizione ha localizzato il Cenacolo, conducevano i pellegrini nell’orto degli ulivi; successivamente, nel punto in cui Gesù fu fatto prigioniero, vegliavano tutta la notte in preghiera.

            All’aurora, visitavano processionalmente la casa di Anna, di Caifa e di Pilato; infine percorrevano il cammino che fece Cristo con la croce in spalla, fino alla basilica del Santo Sepolcro, dove meditavano la croci fissione e le sette parole di Cristo sulla croce. Dopo di che commemoravano la sepoltura di Gesù, presso il Sepolcro.

            Quindi a Gerusalemme la Via Dolorosa era praticata in modo molto diverso rispetto all'Occidente, dove da sempre, anche quando vi si includevano tanti episodi e Luoghi Santi, che poi furono abbandonati, si percorreva nel verso giusto ed effettuando ad ogni stazione delle tappe durante le quali si meditava e si recitavano le preghiere.

            Fino all'inizio del '600 non venivano distinte le tre cadute, generalmente mancavano gli episodi di Gesù caricato della croce, della spogliazione, e della deposizione; mentre continuavano ad esservi inclusi episodi o luoghi che non hanno a che fare con il percorso verso il Calvario, e alcuni neppure con la Passione: la casa del ricco epulone, quella di Simone il fariseo, la scuola della Madonna, la piscina probativa.

            Con l'andare del tempo, i pellegrini, soprattutto francescani, che in occidente praticavano già la vera Via Crucis, devono averla trasmessa ai Francescani di Gerusalemme: non a caso Quaresmius e Surius, che erano francescani, la composero già molto simile a quella che diventerà universale e nella direzione giusta.

Notizie su S. Leonardo

            San Leonardo, al secolo Paolo Gerolamo Casanova, nacque a Porto Maurizio il 20 dicembre 1676, da Domenico Casanova e Anna Maria Benza.

            A tredici anni, per poter intraprendere gli studi superiori che mancavano in città, fu mandato a Roma in casa del prozio Agostino. Qui ben presto maturò la vocazione religiosa, preparata dalla fervida spiritualità della comunità di Porto Maurizio e della famiglia di origine.

            Nel 1697 iniziò l'anno di noviziato nell'ordine dei frati Minori Riformati del Ritiro, sotto la guida di padre Cristino da Oneglia, e assunse il nome di Leonardo.

            Nel 1702 fu ordinato sacerdote e nominato lettore di filosofia nel Ritiro dì San Bonaventura al Palatino in Roma.

            Dopo poco tempo si ammalò di tubercolosi. Rivelatesi inutili le cure effettuate in diverse località salubri, il ventottenne frate, nel 1704, fu rimandato nella sua città, dove fu ospitato nel convento dei Minori osservanti dell’Annunziata, che sorgeva nell'attuale piazza Roma, nell'area ora occupata dagli edifici scolastici.

            Chiese alla Madonna la grazia della guarigione per poter dedicare tutta la vita alla conversione dei peccatori; e la ottenne in  modo miracoloso.

            Soggiornò a Porto Maurizio fino al 17 IO.

            Durante questi anni istituì le prime due Via Crucis della sua vita, una sulla piazza antistante il convento dell’Annunziata e un'atra all'interno di tale struttura, ma non è possibile sapere se nella

chiesa o nel giardino.

            Siccome il testo di queste due devozioni non ci è giunto, prenderemo in considerazione quello che padre Leonardo stesso incluse nella Via Sagra, Spianata e Illuminata.

            All'inizio della devozione e ad ogni stazione il Santo inserì due strofette molto orecchiabili, di cui non si conosce l'autore.

L'orme sanguigne

del mio Signore

Tutto dolore,

seguiterò

 

E ‘l cuore intanto

Per gli occhi in pianto

Sopra il Calvario

Distillerò.

 

 

 

 
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Ultimo aggiornamento: 12 novembre 2021
 
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