SALMO 32
Nella nostra epoca di grande comunicazione di massa, assistiamo ad “uno dei più gravi peccati culturali del nostro tempo” (R. Pannikkar): la prostituzione delle parole. Alludo, per esempio, al “mass media, che tutti, giovani e vecchi abbiamo nelle nostre case: la televisione. Dai programmi d’intrattenimento alla politica, ai “talk show” è tutta una chiacchiera, Hanno grande responsabilità i nostri politici quando, incalzati da intervistatori intraprendenti, vengono sollecitati a dire comunque qualcosa. La televisione non può creare pause di silenzio, non è nella sua natura. Sicché chi ci governa o aspira a governarci, parla, parla, parla… “E’ tutta propaganda” si dice. E il sospetto ci è venuto, e poi anche la certezza, visto come stanno andando le cose in Italia, e non solo nel nostro Paese.
Il pensiero, frutto di riflessione, non serve, annoia. Bisogna, dicono, saper comunicare in nome di un liberalismo che, in realtà, è stato un atteggiamento di facciata, una maschera che nasconde in realtà il consumismo sfrenato non solo delle cose ma anche della parola e dell’immagine. L’uomo è diventato merce che si offre, qualcosa da usare come oggetto di consumo...
Non c’è più relazione vera fra ciò che si dice e ciò che si fa. L’uomo non sa che tradisce prima di tutto se stesso. I nostri politici affermano: “Dobbiamo ristabilire i rapporti con la gente; non c’è più rapporto tra politica e società”. Ci sarebbe tanto da dire su questi due sostantivi!
La lettura, uno degli stimoli per imparare a riflettere, non ha più posto nelle nostre serate: c’è la televisione, c’è Internet, che assorbono gran parte del nostro tempo libero. Il virtuale ha sostituito l’umano. E’ necessario che l’homo tecnologicus ritorni ad essere homo religiosus, consapevole che è Dio che agisce nella Storia. Dio ci offre una possibilità preziosa e unica: quella di capire che il nostro esistere non dipende da un criterio relativo solo a noi stessi, ma sta nel saper leggere il messaggio unico e personale che Dio ci invia, giorno per giorno, e saperlo mettere in pratica, con devota e consapevole attenzione.
Dio può tutto se noi ci facciamo autentici collaboratori del Suo progetto.
Come dicono i nuovi filosofi, il “pensiero debole” si è insinuato nella società globale ed è questo un motivo che disgrega l’uomo, facendo del mondo una massa di individui smarriti, senza più progetti, senza meta, incapaci persino di parlare. Ma questo non è mutismo, è vuoto interiore, è confusione.
Quanto maggiore è il vuoto, tanto maggiore sono il chiasso e la confusione. La musica non è più musica, è rumore; la parola non è più parola, è chiacchiera. Anche tutta l’arte diventa espressione dell’epoca in cui viviamo. Non rifiutiamoci di andare a visitare qualche mostra di arte contemporanea, perché essa paradossalmente diventa “parola” che racconta come l’uomo ha perso chiarezza di pensiero e di valori.
Vediamo insieme un altro salmo penitenziale, il N° 32 del Salterio, facendo silenzio dentro di noi e lasciando scaturire da esso quei suoni, quelle parole vere che il salmista è capace di trasmetterci.
Dada
P.S. Come ho già detto, in questa rubrica mi riferisco unicamente al libro “I salmi – preghiera e poesia” (Benedetto Piacentini – Ed Paoline) per quanto riguarda la traduzione in lingua italiana e il commento (da me riportato parzialmente) al testo.
Un augurio che questo mio piccolo lavoro stimoli alla lettura del libro suddetto, molto esaustivo nelle note e nel commento.
Salmi 32 Di Davide. Che istruisce.
Beato colui a cui è tolta la colpa,
e coperto il peccato!
Beato l'uomo a cui il Signore non imputa iniquità.
e nel cui spirito non c’è inganno.
Quando tacevo e si logoravano le mie ossa,
mentre ruggivo tutto il giorno;
poiché giorno e notte pesava su di me la tua mano;
il tempo del raccolto era per me desolazione,
mentre ero colpito duramente.
Allora manifestai a te il mio peccato,
la mia iniquità non tenni nascosta;
dissi: «Confesserò la mia colpa al Signore »
e tu hai rimesso l’iniquità del mio peccato.
Per questo ti pregherà ogni fedele
nel tempo in cui giunge la miseria;
quando irromperanno grandi acque
fino a lui non giungeranno.
Tu sei per me riparo, mi preserverai dall’angustia
E con canti di salvezza mi circonderai.
Ti istruirò, ti indicherò la via da percorrere;
con gli occhi su di te, ti darò consiglio.
Non siate come il cavallo e come il mulo
privi d'intelligenza;
il cui impeto si piega con morso e briglia;
che non ti accada!
Infatti molti saranno i dolori dell'empio,
ma la misericordia circonderà chi confida nel Signore!
Gioite nel Signore ed esultate, giusti;
giubilate, voi tutti, retti di cuore.
Divisione del testo
Il salmo è composto da 11 versetti e si può suddividere in 5 parti:
vv.1b-2: beatitudine;
vv. 3.4: racconto della sofferenza;
vv. 5.8: confessione e salvezza;
vv. 9-10: istruzione;
v. 11: invito alla lode.
vv. 1b-2: Come il Sal. 1, anche il Sal. 32 si apre con l’espressione “beato”. Nel Sal 1 è proclamato beato colui che non commette peccato, mentre nel Sal. 32 colui a cui è rimessa la colpa. Il salmista giunge a formulare questa beatitudine dopo un percorso personale che viene illustrato nei versetti successivi.
vv.3-4: L’orante attribuisce le sue sofferenze alla punizione divina (v.4), la rottura del rapporto con Dio impedisce la preghiera (v.3a) e lascia spazio solamente a un “ruggito” di dolore (v. 3b). Anche l’occasione della gioia, offerta dalla stagione del raccolto, viene vissuta come oppressione a motivo del castigo subito (v.4).
vv. 5-8: L’orante, ora convinto dello stretto legame che intercorre tra colpa e disgrazia, confessa a Dio il proprio peccato, in questo modo viene sollevato come da un peso che l’opprimeva e viene ristabilito nella sua relazione con Dio. L’esperienza del perdono dà occasione all’orante, e a ogni fedele in generale (v.6), di fare affidamento solo sulla protezione divina (vv.6-7). Al v. 8, l’oracolo divino viene a confermare le parole del salmista nel versetto precedente.
vv. 9-10: Con un’immagine, la breve istruzione finale riprende l’esperienza del castigo fatta dall’orante: l’uomo saggio e intelligente non aspetta di essere punito da Dio per abbandonarsi alla sua volontà. Chi confida in lui sarà circondato dalla grazia e dalla sua amorosa protezione.
v. 11: L’esperienza personale del salmista, se pure attraverso castigo e sofferenza, ha rivelato la misericordia di Dio che supera ogni peccato e ogni miseria umana. La comunità dei fedeli troverà in questo insegnamento motivo di gioia e di lode.